57. Ragazza (epilogo)

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Avevo ancora le chiavi del bilocale di Eco, così tre giorni dopo l'incontro con Ash passai da lì per prendere la mia roba e portarmi via anche la mia bici.
Vada a farsi fottere. Quella puttana...
Pensavo mentre prendevo il resto dei miei vestiti dai cassetti.

Il giorno prima il proprietario, quel tizio stempiato di nome Henry, mi aveva sbraitato contro al telefono per aver rotto la porta e non aver pagato l'affitto.
"Dove cazzo è Eco? L'ho chiamata cento volte e non mi risponde! Quella stronza mi deve pagare!"
"Chiedo scusa Henry, ma io e Eco abbiamo chiuso definitivamente i rapporti. Parli con Andrew, pagherà tutto lui. Altrimenti la sbatta pure fuori come aveva intenzione di fare. Non mi interessa"
E avevo riattaccato.
Ormai avevo finito le lacrime e mi era rimasto solo profondo odio nel cuore.

Alzai lo sguardo e vidi la porta del bagno, ancora bucata nel punto in cui avevo colpito forte con il martello. Ci guardai attraverso. Andrew aveva pulito il pavimento e il lavabo; non c'era più nessuna traccia di sangue. Nonostante il mio odio interiore, gli occhi mi si bagnarono alla vista di quella porta e al ricordo di quella notte.
Mi guardai attorno e tutti i disegni di Eco erano nello stesso identico posto in cui li aveva lasciati.

Chissà come sta adesso... cosa starà facendo...
Pensai, immaginandola in quel lettino d'ospedale.
Come farà a stare un mese senza poter fumare?

Aprii l'armadio e vidi il mio diario della terapia. Me ne ero completamente dimenticata, perché ero fuori di me. Le ultime pagine, rispetto alle prime, erano molto più colorate e vissute. Pensai a come ero diversa, prima di conoscere Eco; a come le pagine del mio quaderno (che ora era diventato un diario a tutti gli effetti) fossero piene di vita solo grazie a lei.
Lo aprii alla terza pagina e lèssi:

Ragazza. Bella, capelli neri, occhi verdi, alta, perfetta. Gentile con tutti, solare, allegra, misteriosa, interessante. Ha luce. Ricorda un pentagono blu, il ghiaccio e il freddo, ma non quello tagliente e fastidioso. L'inverno, la neve e la cioccolata calda, la notte ma non quella buia o malinconica... è una notte piena di stelle. Sembra la luna, la pioggia ma non il diluvio. È lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie. Un lapislazzulo. Lei è tutto ed io sono niente.

Apaticamente e spontaneamente la strappai e la accartocciai in una mano. Dopo di questa tante altre. Le buttai poi tutte nel cestino della cucina.

Non mi importava più niente e non piansi nemmeno.

Lei non è questo. È una puttana.

Poi uscii sbattendo la porta.

Girl ~Billie Eilish~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora