55. "Eri bella questa sera"

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«Sai, alle volte vorrei essere un uomo solo per poterti scopare meglio» mi disse, sdraiata nuda a pancia in su nel divano-letto, fumando una sigaretta. Avevamo appena finito di farlo. Risi spontaneamente per quella frase detta in modo così tranquillo e sincero.
«Perché dici così? Tu non odi gli uomini?» domandai ridendo.
«Sì, è vero. Ma c'è da ammettere che se un uomo ci sa fare non può non piacerti andare a letto con lui» disse. Non ero tanto d'accordo.
«E tu ci sapresti fare?»
«Io credo di sì,» rispose facendo l'ultimo tiro di sigaretta. «O forse no. Non durerei nemmeno cinque secondi con te» concluse sorridendo, spegnendola nel posacenere sul comodino.
«Non mi piaceresti se fossi un uomo» pronunciai girandomi su un fianco, con la guancia appoggiata alle mani.
«Hai mai fatto sesso con un uomo?»
«No»
«Non puoi saperlo, allora» disse chiudendo gli occhi. «E secondo me tu andresti a letto con Nicolas» affermò poi ghignando, dal nulla.
«Smettila! Non è vero, io non andrei mai con lui, non andrei con nessun ragazzo! Mi fanno schifo!» esclamai, sulla difensiva. Lei rise.
«Secondo me... saresti brava a fare pompini» continuò provocandomi.
«Piantala di dire stronzate! Io non riesco nemmeno a immaginarmi con un ragazzo, io voglio solo te!» dissi, anche se non era del tutto vero.
Certo è che il fatto che volessi solo lei era la verità più assoluta.
«Ah... questa è musica per le mie orecchie! È proprio quel che volevo sentirmi dire, Fata!»

Mi chiedevo se anche in quei momenti lì avesse avuto voglia di tagliarsi.

Passarono alcuni giorni. Pochi, ma sembrarono lunghissimi.

Tornai a vivere da mia madre, Mike e Philipe. Se mi parlavano non rispondevo e ignoravo le ramanzine di mia madre. Philipe era l'unico con cui potevo parlare, ma mi mancava la voglia di rapportarmi con gente che non fosse Eco. Finneas si fece vedere poche volte, e insieme a Claudia veniva di rado a cenare da noi.

Se non lavoravo trascorrevo le mie giornate sul letto, a guardare dalla finestra la casa di Eco e a pensare a lei, accendendo le luci led blu che mi aveva messo lei poche settimane dopo che ci eravamo conosciute.

Mentre ero assorta nei miei pensieri, sentii il suono di una notifica. Era da giorni che non rispondevo ai messaggi e alle chiamate degli altri. Ad avermi scritto questa volta era un numero sconosciuto.

"Sono Ash, mi ha dato il tuo numero Luke" diceva il primo messaggio.
"Ci possiamo vedere? Ho da dirti alcune cose su Eco"

***

Mi ritrovai quindi nella terrazza di un bar a caso di Burford. Era la prima volta che uscivo di casa non per andare a lavoro. Cercai Ash tra i tavoli e quando la vidi mi avvicinai a lei.
«Eccoti. Ho preso un tavolo fuori così fumo, se non ti dispiace» disse. In alcuni modi di fare mi ricordava Eco.
«Sì, tranquilla» risposi, sedendomi.
Ero parecchio agitata. Mi trovavo di fronte alla ex-fidanzata storica della mia ex-fidanzata. Tra l'altro veramente bellissima. Ripensai alla prima volta che la vidi, due mesi prima, a quella festa nella villa di Nicolas.
«Guarda che non ti mangio!» disse ridendo, vedendomi tesa. Si accese una sigaretta. «Prendi pure se vuoi» mi propose con il pacchetto aperto in mano.
«Grazie, ma non fumo» risposi io.
«Ok, meglio così».

Deglutii. Arrivò la cameriera e ordinammo un tè, che ci portò praticamente subito.

«Di che volevi parlarmi?» domandai lentamente io, con la tazza tra le mani.
«Volevo sapere come stai» disse sorseggiando il tè. Rimasi perplessa.
«Io?»
«Sì, tu. So che te e Eco vi siete lasciate e voglio chiederti come stai»
Ma che cazzo?
«Non... molto bene» affermai guardando in basso.
«Ti capisco. Ma non devi stare male per quella puttana, stronza e insensibile»
Come poteva essere la mia Eco una puttana insensibile, se mi aveva lasciata piangendo? Come poteva essere insensibile lei, che era dolcissima?
«Stronza... insensibile?»
«Esattamente»
«Evidentemente non conosciamo la stessa Eco» dissi leggermente innervosita.
«Sono stata insieme a Eco per due anni e mezzo. La conosco bene e ti posso dire che è una stronza insensibile. Ed è una troia»
Mi ricordai di quando Eco mi aveva detto che non dovevo crederle; che qualsiasi cosa mi dicesse non dovessi credere ad Ash.
«Forse lo è stata con te. Con me no, te lo posso assicurare» pronunciai.
«Forse è il momento che io ti faccia vedere qualche messaggio» disse prendendo il cellulare dalla tasca.

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