52. Scusami

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Billie

Era notte fonda ed io mi trovavo nel dormiveglia.
Il rumore continuo dell'acqua che scorre mi fece aprire gli occhi. Strisciai il braccio sinistro per toccare Eco, ma lei non era nel letto di fianco a me.

È in bagno. Ragionai.

Dal bagno si sentiva infatti il rumore del rubinetto aperto.
La aspettai per un po', anche se mi sembrava strano il fatto che si stesse lavando i denti o le mani o il viso a quell'ora.

Aspettai ancora.

Dopo dieci minuti mi decisi ad alzarmi, e accesi l'abatjour. Fuori regnava un silenzio tombale.

«Eco,» dissi bussando piano alla porta del bagno, con gli occhi socchiusi per il sonno, «aprimi, devo fare pipì»
Non ottenni risposta, e lo scroscio dell'acqua continuava a fare da sottofondo.
Bussai di nuovo.

«Eco, fammi entrare per favore»
Silenzio.

Feci per aprire la porta ma era chiusa a chiave. Scossi energicamente il pomello.
«Se è uno scherzo non è affatto divertente, eh» pronunciai, sperando dentro di me che fosse solo un brutto gioco. Cominciai seriamente a spaventarmi. Dato che non ricevevo risposta sbattei forte le mie mani sulla porta, con il cuore che batteva veloce e le gambe che vacillavano.

«Eco apri questa cazzo di porta adesso!» gridai con tutta me stessa.

«Billie» disse debolmente lei dall'interno, e sentire la sua voce mi risollevò l'animo, «credo di avere esagerato questa volta»
«Che intendi dire? Che hai fatto? Apri la porta o la sfondo, Cristo!» gridai ancora più forte, tirando due calci alla porta.
«Non riesco... a girare la chiave...»

Non potevo stare ferma. Non potevo ripetere lo stesso errore che avevo fatto con mio padre, cioè stare immobile, non agire.

Corsi a prendere il mio telefono e chiamai il 999, con le mani che tremavano e quasi non riuscivano a tenere il cellulare. In un attimo risposero.
«999. Qual è l'emergenza?»
«Vi prego, la mia amica è chiusa nel bagno e non riesce ad uscire, credo si sia tagliata; vi prego aiutateci!»
«Come è successo?»
«Lo ha fatto volontariamente, non so come», e gridai l'indirizzo del bilocale.
«Cerchi di aprire la porta signorina, noi arriviamo subito»
«Fate presto vi scongiuro!»

Tornai davanti alla porta del bagno.
«Eco, Eco mi senti? Arriva l'ambulanza, resisti. Ora spostati da dietro la porta, che la spacco»
Andai a prendere un martello dalla cassetta degli attrezzi di Eco, che aveva sistemato in un armadio.
Colpii forte la porta, che era fatta di legno, vicino alla serratura e feci un buco largo poco più del mio braccio. Infilandolo riuscii così a girare la chiave da dentro e aprii finalmente quella maledetta porta. Dopo che la spalancai vidi Eco accasciata sul pavimento vicino al lavandino, che era tutto sporco di sangue mezzo diluito con acqua. Anche le mani e i polsi erano sporchi di sangue e le sue cosce avevano alcune bruciature che sembravano di sigaretta, come se le avesse spente su di sé. A terra c'era la lametta di un rasoio insanguinata. Mi buttai in ginocchio di fianco a lei.
«Eco, amore mio» pronunciai affannosamente. La abbracciai, quasi prendendola in braccio e misi la sua testa tra il mio collo e la spalla. «Perché? Perché lo hai fatto?»
«Scusami» disse tremando e piangendo. «Scusami, ti prego, scusami. Sto per morire?»
«No! Ma hai perso tanto sangue... I soccorsi stanno arrivando»
Le afferrai le mani. Anche i suoi palmi sanguinavano e le ferite sembravano profonde. Toccai con forza le sue guance rigate di lacrime e la guardai. Aveva lo sguardo assente, annebbiato. Presi poi degli asciugamani e glieli avvolsi intorno alle braccia.

No no no no no! Non può essere successo davvero!

«Scusami... mi dispiace tanto, Bil» continuava a ripetere piangendo. «Non volevo arrivare fino a questo punto...»

Girl ~Billie Eilish~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora