13. Mi hai salvata

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Billie

Durante la cena non toccai cibo. Feci finta di ascoltare i noiosi discorsi di Mike e mia madre, fino a quando lei mi risvegliò dai miei pensieri.

«Billie, sei connessa?» disse lei.

«Come?» risposi io confusa.

«Stavo parlando di quella ragazza, Eco, che ci ha fatto un lavoro stupendo in bagno. La crepa è sparita! Ha aggiunto delle luci led nella camera di Billie e per soli dieci dollari! Lei e suo zio potrebbero rifarci tutta casa a pochissimo prezzo. È una ragazza in gamba. Mi ha detto che per qualsiasi problema in casa basta telefonare a loro» pronunciò, ed improvvisamente sentii una sensazione di vuoto interiore. «È una brava ragazza, quella, sono felice che la sua famiglia si sia trasferita davanti a noi»concluse poi con un sospiro soddisfatto.

«Ci sono anche io, sono un ingegnere e dare due verniciate ai muri non è così complicato. Poi sia precisa a lavorare non c'è dubbio, ma l'ho vista fumare quasi un pacchetto intero di sigarette mentre lavorava al bagno» pronunciò Mike.

«Allora? Anche tu fumi» disse mia madre ridendo. Mike bevve un sorso di vino.

«È vero, ma alle donne sta male la sigaretta in mano» rispose lui serioso. Io sedevo con la schiena poggiata totalmente allo schienale della seggiola e lo guardavo in silenzio, Philipe invece mangiava senza alzare lo sguardo dal piatto e mia madre rideva nervosamente.

«'Sta sera mi ha chiesto di andare a fare un giro. È da tanto che non esco. Posso andare?» dissi senza muovermi da quella posizione.

«Ah» pronunciò mia madre perplessa. Guardò Mike, che alzò gli occhi al cielo come per dire "è tua figlia, può anche andare a drogarsi che non mi interessa".
«Suppongo di sì» disse lei infine.

«Ottimo. Vado a prepararmi allora» affermai io alzandomi da tavola cercando di sembrare il più tranquilla possibile.

Entrai in camera e aprii il mio armadio poco fornito, composto solamente da felpe, pantaloni della tuta e magliette a tinta unita. Avrei dovuto comprare un po' di roba, se avessi preso l'abitudine di uscire un po' di più. Decisi di indossare una semplice felpa nera oversize e un paio di shorts grigi. Non faceva tanto freddo, fuori. Aprii poi il cassetto delle mie collane e presi quella con le catene che mi aveva regalato Finneas al mio quindicesimo compleanno.
Guardai l'orario: erano le nove meno un quarto. Mi domandai se fosse stato necessario truccarmi un po', e alla fine decisi di mettere un filo di mascara e un burro per le labbra. I miei capelli erano abbastanza decenti, dato che non potevo utilizzare la doccia fino all'indomani, ma comunque decisi di raccoglierli in un muccetto lievemente spettinato. Feci per uscire dalla stanza, ma arrivata all'uscio decisi di spruzzarmi anche un po' di profumo.
Sto forse esagerando?

«Vado, ci vediamo dopo» dissi aprendo la porta di casa.

«Va bene, massimo a mezzanotte ti voglio qui» affermò mia madre mentre lavava i piatti. «Vuoi andare anche tu con loro?» chiese poi lei rivolgendosi a Philipe. Spalancai gli occhi.
No ti prego no, ti prego no, ti prego no! Sperai nella mia mente.

Philipe mi guardò per qualche secondo ed io gli feci cenno di no con la testa, senza farmi vedere da Mike e da mia madre.

«No, rimango qui» affermò lui, tornando a vedere il cellulare. Feci un respiro di sollievo.

«Va bene, ci guarderemo un film noi tre» disse allora mia madre.

«Vado» pronunciai facendo per uscire.

«Divertiti»

Sorrisi e lei ricambiò.

Uscii finalmente di casa e guardai a destra e sinistra per vedere se arrivasse qualche macchina. Non c'era problema: Upper Slaughter era sempre vuota, circondata dal verde e isolata. Era sempre tutto tranquillo, soprattutto la sera, quando il sottofondo delle cicale che cantavano offrivano un'atmosfera per certi versi onirica e inquietante. Attraversai lentamente la strada per arrivare alla villetta di Eco. Era da tanto che non passavo vicino a quella casa. Sulla cassetta della posta, il nome "Green" era stato sostituito da "Trevisani", un cognome tipicamente italiano. Anche se, da quel che avevo capito dalla conversazione nella sua auto, sua madre era francese. Il tragitto, seppur piuttosto breve, era un'ansia ad ogni passo.

Girl ~Billie Eilish~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora