46; CORPI VICINI, CUORI LONTANI

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BO

La notte sembra più lunga del solito, il letto più scomodo e pensieri incessanti.
Dopo che Alison mi ha medicato la ferita sono corso in camera e mettermi finalmente nel letto con la speranza di provare a dimenticare questa brutta giornata appena passata; nulla di tutto ciò sembra accadere.
Aveva la possibilità di parlarmi invece l'unica cosa che è stata capace di dirmi è che era dispiaciuta per la lite di oggi, ma questo poteva passare anche in secondo piano questa volta. In quel momento i sentimenti avevano la precedenza, invece, ha preferito evitarli.
Non riesco a staccare la testa, voglio che tutti questi tormenti che ci siamo creati finiscono presto; non aspetto altro.
Giro lo sguardo verso il letto di Luke nel buio della stanza, lui si che è riuscito a chiudere occhio senza muoversi di un millimetro. A questo punto tanto vale che mi giro dall'altra parte e provi a fare lo stesso.

Sento un scricchiolino che proviene dalla porta, il che mi fa pensare che sia proprio lei, le mie ipotesi sono confermate quando sento il materasso abbassarsi dietro di me. La sua mano delicata mi sfiora l'avambraccio scoperto, gesto che mi provoca la pelle d'oca, mi godo il tutto a occhi chiusi sperando che questo momento non finisca mai.
<<Forse stai dormendo o forse no, a ogni modo mi dispiace per oggi cioè per ieri. So che eri spaventato, e che ci tieni a me anche se delle volte fai in modo di non darlo a vedere, io lo sento. Sai quando abbiamo questi momenti di discussione mi arrabbio perché con te non riesco mai a mantenere la calma, ma allo stesso tempo mi sento al sicuro. Volevo che lo sapessi..chissà magari un giorno riuscirò a dirti tutto guardandoti negli occhi. Ora torno a letto, buonanotte!>>

Sento le sue labbra poggiare sulla tempia prima che si alzi, questa scena per un'attimo mi ha ricordato lo stesso gesto che avevo fatto io quando mi sono intrufolato in piena notte in camera sua.
Non siamo ancora in grado di guardarci negli occhi e dichiarare i nostri sentimenti, anzi, io si ma credo che la paura della sua reazione mi tiene fermo nella mia posizione.
Lo so che aveva capito del perché ho fatto quella sfuriata con lei, si sente al sicuro, quindi una parte del mio obiettivo è stato raggiunto. Piano piano mi sta concedendo di entrare a far parte del suo mondo.

Sposto le lenzuola e balzo dal letto con uno scatto e un'attimo dopo fuori dalla stanza, a correrle dietro nel tentativo di avere dei chiarimenti.
<<Alison, aspetta..non andartene.>>
La afferro per il polso e la faccio appoggiare al muro con delicatezza così da avere il suo viso davanti e il suo sguardo che riflette nel buio dell'abitacolo, il colore dei suoi occhi sembra essere più profondo del solito e rivela senza dubbio quello che sta provando in questo momento.
<<Bo, che stai facendo? Così svegliamo tutti. Torna in camera e io andrò nella mia..sono stanca.>>farfuglia confusa.
<<Alison per quanto vuoi continuare a evitarmi? Ti sei dimenticata che abitiamo sotto lo stesso tetto?>>
Appoggio le mani al lati della sua testa, al muro senza smettere di guardarla.
A questo punto non credo nemmeno io di sapere quello che sto facendo, riesce sempre a farmi perdere il controllo di me stesso.

<<Ho sbagliato, non sarei dovuta venire da te, dovevo farmi gli affari miei.>>afferma non convita delle sue parole, la cosa non mi sorprende.
<<Come hai sbagliato a dirmi che capivi del perché mi sono arrabbiato con te, e di come nonostante tutto ti faccio sentire al sicuro?>>Alzo un po il tono della voce.
Sposta lo sguardo senza dire nulla, non posso fargliela passare anche questa volta. Stringo forte la mascella cercando di placare il nervoso che il suo silenzio pesante mi provoca in corpo e che trasmette risposte false.
<<Hai sentito tutto? Ma non è quello che credi. Buonanotte!>>
Con le sue mani le appoggia al mio petto, subito reagisce al suo tocco, mi spinge per poi sfuggire alla mia presa e chiudersi in camera.

Raggiungo la cucina e apro una bottiglia di birra, ormai il sonno sembra essersi dissolto del tutto.
Tra poche ore io e Luke dobbiamo essere di nuovo in corsa con il Generale per Sabato, non so in che stato ho intenzione di gareggiare con la mancanza di sonno ma la corsa mi servirà di sicuro a distrarmi.
Credo che l'unico modo per rimettermi in carreggiata è limitare i rapporti con Alison, anche se sarà praticamente impossibile ma non c'è altra soluzione.
Sono stanco di essere sempre io a cercare di farmi avanti, è evidente che lei non vuole lo stesso quindi perché non troncare prima ancora che inizi?!

In fondo non ci sono mai stati sentimenti del tutto sinceri tra noi, ci stiamo solo prendendo in giro senza nemmeno uno scopo preciso.
Guardo la mano ancora fasciata, è stata lei ha fasciarmela quando mi ha visto con la mano insanguinata, l'ultimo gesto dopo la tempesta. Devo stargli lontano, essendo in libertà condizionata non potrei mai dargli la felicità che lei cerca e che merita.
Non potrei mai essere la sua felicità, lei non merita di vivere nel mio turbolento presente.
Ora ho una corsa da fare, niente può farmi perdere la mia adrenalina per Sabato.

Lei, lei sempre lei. Un pensiero fisso che proprio non vuole cessare.
Porto la bottiglia alle labbra e continuo a sorseggiare il liquido che scende per la gola, le bollicine mi provocano prurito.
Gli occhi pizzicano e sento una strana morsa allo stomaco, un nodo in gola ma non intendo lasciarmi piegare alle emozioni questa volta. Lei pensa di potermi raggirare con le sue continue menzogne, invece sono io che glielo permetto.
Dopo Simon lei non vuole far entrare nessun'altra nella sua vita, non si fida e conoscendo il mio stile di relazioni con le ragazze, e le precedenti azioni avvenute con Scerily diciamo che fin dall'inizio gli ho dato molti motivi per non farlo.

Ora ne sto pagando le conseguenze!






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