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Narratore's pov

Uno, due, tre: respira.

Era la scelta giusta.
È stata la scelta giusta.

Questo era ciò che Toni si ripeteva da anni, mentre colpiva quel solido sacco presente nel suo garage.

Un pugno dopo l'altro tratteneva il respiro, la tensione che si insediava all'interno del suo corpo, per poi scaricarla quando l'ossigeno era assente.

Con un strappo tolse i suoi guantoni, gettandoli a terra.
Si sedette sulla piccola panchina attaccata al muro, tenendo la testa tra le proprie mani.

Uno, due, tre: respira.

Ancora una volta.

Asciugò il sudore presente sulla propria fronte con un panno bianco, dando un'occhiata all'esterno ed accorgendosi che era già buio.
Troppo buio per essere pomeriggio, ed era consapevole che tutta la cittadina era già sotto le coperte.
Quella era la sua campanella di fine allenamento, ricordandole che era ora di andare a dormire anche per lei.

Non è facile dormire, non è facile.
Questo è quello che le persone hanno bisogno di normalizzare, di renderlo un problema per quei comuni mortali a cui viene condizionata la propria vita.
Non è facile.

Dopo una doccia fredda era già sotto le proprie coperte, rendendosi conto che, la mattina seguente, sarebbe stato il suo compleanno.

Uno, due, tre: respira.

-

E come ogni giorno della sua vita, sbadigliava davanti ai cancelli della scuola.
Fangs che indossava degli occhiali da sole per coprire le occhiaie, e Jughead con uno stuzzicadenti tra le labbra.
Toni non ne aveva mai capito l'utilità.

Eppure erano i suoi migliori amici da sempre, ed avrebbe dovuto approvare qualsiasi cosa avessero fatto.
Come per esempio utilizzare degli occhiali da sole mentre piove, oppure tenere uno stuzzicadenti al lato della bocca.
Respira, il suo cervello le ripeteva, respira.

Quando la campanella suonò, raccolse il suo zaino da terra e lo mise in spalla, dirigendosi verso l'entrata.

Tutte quelle persone, Toni, le odiava.
Quell'ammasso di persone che camminavano velocemente verso le porte d'ingresso, come se non vedessero l'ora di entrare in quella struttura risalente probabilmente al medioevo.
Come se non vedessero l'ora di passare un'altra orribile giornata.

Ma, d'altronde, era orribile soltanto per Toni.

-"Togliti quegli occhiali." Toni sorrise a Fangs, mentre teneva la schiena appoggiata sugli armadietti ed attendeva che lui prendesse i suoi libri.
-"Non vuoi davvero vedere la mia faccia."
-"È il mio compleanno." sorrise sarcasticamente.
Ed ogni tanto funzionava.

-"Come se ti piacesse questo giorno." obiettò, mentre li riponeva nella propria custodia.

-"Sei pazza? Ti vesti così il giorno del tuo compleanno?"

Quella voce, ironica ma fastidiosa, Toni l'avrebbe riconosciuta a distanza di chilometri.
Era già pronta a dover subire le sue torture.

-"Piove, Veronica."
-"Fa parte del ciclo vitale, è normale.
Non sono normali i tuoi vestiti, piuttosto."

Ed in meno di un minuto, si ritrovava già nel bagno della scuola, mentre la corvina spargeva dei cosmetici sul suo viso.
Ovviamente, ciò che aveva già messo, non era sufficiente per il giorno del suo compleanno.

-"Cos'hai oggi?" le domandò, concentrata sulla tinta labbra che stava applicando.
-"Mh?"
-"Bene, c'è qualcosa che non va."

E come al solito, non riusciva a reprimere i suoi sentimenti.
Ogni volta che stava un po' peggio, lo dimostrava senza volerlo.

È un bene, o così un giorno le disse sua nonna. È bene saper parlare delle proprie emozioni.

-"Va tutto bene." sorrise.
-"Ottimo, ci vediamo a lezione?"

Non fece in tempo ad annuire che si ritrovava già da sola in quel freddo ed umido bagno. Naturalmente andava bene così.

Esistevano poche cose che Toni odiava, e tra queste era presente la solitudine.
Quanto odiava quella dannata solitudine che si insedia nel tuo corpo e divora il tuo cuore.

Per non pensarci troppo strisciò i piedi a terra ed uscì dal bagno.
Si diresse velocemente alla stanza del Blue&Gold, prima che la lezione di storia iniziasse.

Bussò un paio di volte sullo stipite della porta, attirando l'attenzione di Betty Cooper che lavorava ad un caso stomachevole.

-"C'è permesso?"

Betty oscillò semplicemente lo sguardo nella sua direzione, per poi riportarlo verso la lavagna di sughero appesa al muro.

-"Scusa, se disturbo esco."
-"Perdonami Toni, sono solo concentrata.
Tutto bene?" la bionda fece il giro del tavolo, sedendosi sulla sedia davanti alla rosa.
-"Oh...e buon compleanno" continuò.

-"Parli come se non ci vedessimo da giorni." ridacchiò.
-"Sai a cosa mi riferivo...
Ti sei ripresa dall'incontro di sabato?"

Una caratteristica di Toni Topaz era sicuramente che odiava perdere.
La competizione scorreva nelle sue vene e la vittoria era la sua unica fonte di gioia.
Tutti dovranno trovare l'estasi della propria vita, sbaglio?

-"Anche ai migliori capita di sbagliare, quindi...no." sorrise.
-"Smettila Toni, o sarai troppo modesta." ridacchiò la bionda a sua volta.
-"E Archie? Lo hai più visto?" continuò.

Toni sospirò.
Era convinta stesse uscendo con qualcuno, ma non poteva rivelarlo a Betty, la persona più innamorata sulla terra.

-"Mh...no, non è più venuto in palestra, credo non stia molto bene." mentì.
-"Va bene, ma ricordati di parlargli di me."
-"Certamente, avrò sicuramente tempo di parlargli di te mentre ci staremo facendo a pezzi." sorrise sarcasticamente.

La bionda alzò gli occhi al cielo.
-"Me lo hai promesso."
-"Infatti non ho mai detto che non lo farò.
Ci vediamo Betty." concluse, uscendo dalla porta ed imbattendosi su Josie McCoy, la star della Riverdale High.
-"Che piacere vederti, Josie." Toni mostrò il sorriso più vero potesse mostrare.

La bruna le passò accanto, non degnandole nemmeno uno sguardo.
Naturalmente era colpa di Toni se suo fratello lasciò la palestra. Naturalmente.

Ed infine, finalmente arrivò nella propria classe.
Così desolata, triste, cupa.
Semplicemente il posto peggiore in cui Toni potesse trascorrere il proprio tempo.

-

-"Bene, ho finito di aggiustare i freni."

Il padre di Jughead si alzò in piedi con le mani sporche, pulendole con un panno e sorridendo a Toni.

La rosa guardava la sua moto con un sorriso, sapendo che sarebbe stata l'unica che non l'avrebbe mai lasciata.

-"Ma devi andarci piano, okay?"
-"Fp, non posso non usarla."
-"Ho detto che non devi superare il limite di velocità, non che non puoi usarla."
-"È la stessa cosa." sbuffò.

Toni guardò Fp entrare nella propria roulotte, senza averle dato una risposta.
Sospirò, avrebbe dovuto davvero andarci piano.

Un problema di Toni era quello di non riuscire mai a stare bene senza superare il limite.
Era continuamente in lotta contro il tempo, ed aveva costante bisogno di adrenalina.
Forse doveva trovare qualcos'altro che l'avrebbe fatta stare meglio.

Notò il tramonto che ancora illuminava leggermente il Southside, addentrandosi nella propria roulotte, respirando odore di sigaretta. Una delle sue peggiori dipendenze.

Toni aveva troppi vizi e dipendenze, che però le stavano salvando la vita.

Prese poi il borsone dalla propria stanza, lo mise in spalla ed uscì nuovamente dalla roulotte.

Quella serata l'avrebbe passata nel suo garage di fiducia, quella sera più che mai.

Nota autrice
giuro che a sto giro sarò costante lol

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora