46

317 17 28
                                    

Cheryl's pov

Rimpianto.
Impara a conviverci.

Tutti abbiamo rimpianti, che siano per qualcosa di futile o meno.

Non avrei mai ammesso di averne, piuttosto mi sarei lasciata andare nella più totale desolazione.
Troppo orgogliosa in un mondo dove l'orgoglio lascia la tua anima morire.

Il dolore che il rimpianto ci provoca non ha pietà nei nostri putridi confronti.
Avrei sperato che il rimpianto non mi perseguitasse, ma rivedere Toni nel suo abito elegante me ne fece rendere conto: ero perseguitata dal totale sconforto e prigionia in un mondo di umani imperfetti.

-"Cheryl?" Archie disse, posando una mano sulla mia spalla.
-"Mh?" risposi annoiata, mentre continuavo ad osservare l'esterno della mia vetrata.
Time Square, quanto l'avevo desiderata.

-"Mi stai ascoltando?"
-"No, Archie...io...perdonami."

Il rosso sorrise, perdonandomi come era solito a fare.
-"Ti stavo dicendo che potremmo tornare a Riverdale-"
-"Non metterò piede all'interno di quella città." lo interruppi, stringendo la mascella e rivoltandomi verso la vetrata.
-"Cheryl...sono passati quasi dieci anni dall'ultima volta che ci sei stata."
-"E non ti fai due domande, Archie?
Credi che se mi fosse piaciuta non sarei ancora lì?" domandai retoricamente, penetrando il suo sguardo.
-"Dio...a volte sembra come se ti fossi dimenticato di chi ero."

Mi alzai velocemente dal divano su cui eravamo seduti, dirigendomi a passo svelto nella mia stanza.

Avevo bisogno di silenzio, tregua per i miei pensieri ed una brusca doccia gelida.

Soltanto al pensiero di Riverdale, potevo ritrovarmi nuovamente adolescente, in fin di vita sul pavimento della mia camera da letto.
Il trucco disciolto sulle mie guance, nausea costante ed un dolore atroce proveniente dal petto.

Non ho mai capito di cosa si trattasse, se fosse dolore fisico o mentale.

Ripensandoci, però, il dolore fisico non nuoce così gravemente la tua salute.

Riverdale era tutto ciò che un essere umano non avrebbe dovuto vivere.
Tutti, in quella città, vivevano situazioni impossibili.
Nulla poteva essere considerato normale o a norma, e nessuno riceveva vero amore.

La realtà, ahimè, è che il dolore cambia le persone.
Non puoi decidere chi essere e tornare al passato, cercando di ritornare ad essere la persona che eri.

Se un cambiamento non è voluto, sei cambiato per sempre.

Ci avevo lavorato con il dolore, ed ero arrivata ad un patto: avrebbe potuto  cambiarmi se mi avesse fatta rimanere quella di sempre per chi ricevevo amore.
Le persone tali, non meritavano del dolore causato da situazioni che a loro non appartenevano.

Però, c'è sempre qualcosa che non puoi controllare, come la manipolazione.
Avevo provato a cercare un accordo, senza pensare che il dolore avrebbe trovato un modo per infrangerlo.

Per quanto io ci avessi provato, ero cambiata anche per coloro che mi dimostravano amore.

Provavo rimpianto, rimpianto per non aver chiesto aiuto quando ero in tempo, per aver allontanato chi a me ci teneva e per aver gettato spazzatura su chiunque non lo meritasse.

D'altronde, ero cambiata ancora.
Non ero tornata la Cheryl bambina, ero più una versione alternativa.
Quella versione rude e poco gentile ma di cui potrai sempre fidarti, o magari quella versione differente che non scoprirai mai.

Cheryl era una persona da scoprire, da conoscere, e se ancora non ero riuscita a farlo io, mi domandavo come ci sarebbe riuscito qualcun'altro.

La realtà?
Semplicemente dovevo condannarmi ad un malinconico destino.

Toni's pov

-"Mancano solo dieci giorni all'incontro." Carl iniziò, avanzando verso di me.
-"Ti senti pronta?"
-"Mi sento...mh, più che pronta.
Non sarà lui a battermi."

Carl alzò gli occhi al cielo pensieroso, come se non ne fosse convinto.
-"Non dico che sia più forte di te Toni, ma...potrebbe non essere semplice come immagini."
-"Il peggio che possa capitare è un occhio gonfio, non credi?"
-"Certo ma...allenati, okay?"

Non avevo voglia di allenarmi, condurre uno stile di vita sempre attivo e farmi trasportare dalla continua competizione.

Sapevo che avrei vinto, perché nessuno avrebbe potuto resistere alla mia rabbia che si scaricava su qualsiasi persona fosse pronta per subirla.

Era una scelta, non un obbligo.

Non bisogna mai essere troppo sicuri di se stessi, e quell'ansia ed adrenalina che viaggiavano nel mio corpo mi facevano intendere che anch'io temevo l'avversario, ma non lo avrei mai ammesso.

Il motivo?
La boxe era l'unica cosa che mi permetteva di eccellere rispetto agli altri.

-"Certo, coach.
Come sempre."
-"Ottimo, iniziamo?"
-"Ehm..." temporeggiai, alla ricerca di una scusa plausibile.
-"Fangs è in città ed è meglio che stia con lui."
-"Bene, domani?"

Sbuffai mentre mi alzai dalla panca della palestra su cui ero seduta, facendo scivolare le maniche del mio giubbotto sulle mie braccia, voltandomi nuovamente dopo poco.

-"Ti chiamo io, va bene?
Ciao Carl."

Non attesi una sua risposta, la mia decisione andava più che bene.

-

-"T...non hai mangiato niente." Fangs mi fece notare, portandomi a posare il mio sguardo nel suo.
-"Non ne sento il bisogno."
-"Credo che tu ne abbia, però."

Alzai gli occhi al cielo infastidita, incrociando le braccia.

-"Che succede?"
-"Cheryl si sposa ed io sono ancora qui, ferita dalle sue azioni."
-"Si sposa? Non ti crederò mai." ridacchiò.
-"Non mi credi?
Si sposerà con Archie, e ne è più che convinta."

Fangs rimase degli attimi in silenzio, posando la forchetta che teneva alla sua destra, facendo un sospiro.
-"Sai...quando qualcosa ci tormenta è un bene lasciarlo andare.
Se l'avevi lasciata andare, non vedo perché devi trattenerla ora."
-"L'ho lasciata andare, Fangs.
Mi sento solo presa in giro, ancora."
-"Presa in giro? Toni, ti aspetti che rimanga da sola per tutta la vita?"
-"Non me lo meritavo.
Non mi meritavo il suo silenzio e lo sappiamo entrambi.
Non meritavo di essere tagliata fuori dalla sua vita e neanche di farmi spezzare il cuore da persone così insensibili."

Mi alzai dalla sedia sospirando, sentendo il mio mento tremare ed il mio battito cardiaco accelerare.
Odiavo parlarne e ricordare il passato, ma d'altronde ne sentivo il bisogno.

Forse la terapia serviva a qualcosa.

-"Non ho detto questo, sappiamo tutti che non sei tu nel torto."
-"Allora Fangs...perché ne stiamo parlando?"
-"Perché, dato che non lo meritavi, non è un tuo compito rimanere in silenzio." rispose, alzandosi e dirigendosi verso di me.

-"E ricorda che...tutti meritano seconde possibilità."

Sospirai, lasciando che la sua mano si posasse sulla mia spalla e che il mio cuore si arrestasse.
Strinsi la mia mascella ed abbassai lo sguardo, arrivando ad un pensiero che mai avrei pensato di confessare e né di cambiare.

-"No...lei no, non ne merita in alcun modo."

Nota autrice
Aggiornamento: ci siamo abbracciate tre volte❤️
Gli ultimi due giorni sono stati i più belli della mia vita probabilmente

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora