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Narratore's pov

Toni non sapeva quali mostri ostacolassero la vita di Cheryl, però sapeva di aver fatto un errore, e questo la faceva sentire terribilmente in colpa.

I sensi di colpa sono ciò che prosciugano la tua vita, ti fanno sentire inadeguata, ansiosa, ingiusta.
E proprio per questo, Toni voleva liberarsi da tutti quei sensi di colpa che quella notte non le avevano lasciato chiudere occhio.
Archie sembrava arrabbiato, più del solito.
Sembrava come se ci fosse un qualcosa di più grande, che probabilmente non poteva immaginare.

Proprio per questo gli aveva mandato un messaggio, domandandogli l'indirizzo di casa della Blossom.
In pochi minuti, il rosso glielo fornì, come se stesse apprezzando il suo gesto.

Di conseguenza Toni si ritrovava già sulla propria moto, sfrecciando nelle strade di Riverdale.
L'ansia le scorreva nelle vene, e la voglia di premere l'acceleratore al massimo era troppa. Ma se voleva che la propria moto non finisse nella discarica, era meglio che ci facesse attenzione.

E forse, era stata una pessima idea.
Era un'idea davvero pessima presentarsi a casa di Cheryl senza alcun preavviso, soprattutto perché la rossa la odiava.
Ma piuttosto che restare in conflitto con sé stessa, conveniva farlo.
Conveniva scusarsi, supplicare perdono.

Si ritrovava quindi davanti al suo portone di casa.
Una casa piuttosto grande, tenebrosa ed inquietante.
Un giardino che abbracciava Thornhill ed un cimitero piuttosto visibile in lontananza, ed ancora una volta, Toni si domandava perché fosse qui.

Suonò al campanello, ritrovandosi una Cheryl diversa dal solito ad aprire la porta.
Aveva un viso pallido, spaventato e sull'attenti.
Come se fosse vigile e stesse scappando da qualcosa.
I stessi panni che indossava sempre e, al posto dei tacchi, delle pantofole.

Spalancò gli occhi sorpresa di vedere lì la rosa, che torturava le proprie dita dietro la schiena.

-"Toni?" domandò con il suo tono placato ed infastidito, chiudendo di poco la porta.
-"Ciao Cheryl, posso entrare?" domandò, facendo qualche passo in avanti.

La rossa spalancò gli occhi intimorita, si guardò intorno uscendo di casa, chiudendo poi il portone dietro di sé.
-"No, esco io."

Improvvisamente, una sensazione di imbarazzo devastò la rosa, assumendo un'espressione poco sicura di sé.

-"C'è qualcosa che devi dirmi?" domandò frettolosamente, stringendo le braccia al petto.
-"A dire il vero...sì, ma se sei impegnata passo un'altra volta."

La curiosità di Cheryl, un giorno, l'avrebbe uccisa. Sperava solamente che quel giorno non sarebbe stato oggi.

-"Non qui.
Seguimi." disse sottovoce, portandola nel retro di Thornhill.
E se per Toni tutto questo le sembrava assurdo, per Cheryl era più che la normalità.
Piuttosto, si stava preccupando che fosse proprio lei ad essere entrata in questo lato della sua dimora.

-"Bene, ti ascolto. Purtroppo." la rossa si sedette su una panca di legno, picchiettando un paio di volte sul posto vicino al suo.
-"Volevo solo scusarmi." sospirò una volta essersi seduta.
-"Scusarti?" Cheryl sembrava confusa.
-"Si...ieri ti ho rovinato la serata, eri in compagnia di Archie, ti ho fatto domande scomode e...si, mi dispiace."

Cheryl Blossom aveva diciassette anni, ed in tutta la sua vita non aveva mai percepito così tanta bontà venir fuori da una persona.
E soprattutto, non se lo aspettava da Toni.
In un mondo dove viene dimostrata soltanto cattiveria, cresciuta con cattive maniere e menzogne, lei le sembrava in qualche modo più genuina.
Era più genuina in quanto in palestra le aveva teso la mano nonostante fosse la solita scorbutica, perché era arrossita quando le aveva detto semplicemente di fare attenzione al suo polso, perché la osservava spesso quelle rare volte che la incontrava e perché era l'unica che, dopo tutti i suoi cattivi atteggiamenti, era rimasta, o comunque ci stava provando.
Toni, secondo Cheryl, era l'esatta dimostrazione di tenacia e bontà.

La rossa le sorrise come se fosse la prima volta che lo facesse nella sua vita, scuotendo la testa e sospirando.
-"Non ci stavo neanche pensando, non è colpa tua."
-"Si ma...non avrei dovuto intromettermi."
-"Eri solamente curiosa, non è stato nulla di grave.
La mia reazione non è stata causata da te."

Un peso si liberò dal cuore di Toni, posandone poi un altro in quanto Cheryl le stava dicendo tutte frasi a metà.
Non era difficile parlare, ma per la rossa sembrava un abisso.

-"Beh...non dico di esserne contenta, ma mi hai tolto un peso." sorrise.
-"Ti ho disturbata, comunque?
Sembri andare di fretta." domandò preoccupata, sperando di non aver recato ulteriori danni.

Cheryl si soffermò ad osservarla.
Quella delicatezza, quell'interesse genuino e curiosità spropositata.
E quante cose avrebbe dovuto sapere, ma una menzogna rende più facile la vita altrui.

-"No, non mi hai disturbata, davvero." si limitò a rispondere, per poi deglutire a fatica e dare un'occhiata alla propria villa.

Toni fece finta di crederle. Non avrebbe continuato a farle domande, soprattutto se non avrebbe voluto rispondere.

Si limitò semplicemente ad annuire e ad alzarsi dalla panca.
-"Grazie per la tua disponibilità e comprensione, Cheryl."

In risposta, la rossa le sorrise forzatamente, accompagnandola fino al cancello di Thornhill.
La salutò con un cenno della mano, per poi velocemente tornare al proprio portone di casa.

Un brivido le percorse la schiena, fece un sospiro e tornò nella sua bolla d'aria come ogni giorno.
Chiuse lentamente la porta dietro di sé, cercando di fare il meno rumore possibile mentre si diresse verso le scale.

-"Dove sei stata, Cheryl?" la voce di suo padre la fece pentire immediatamente di essere restata a parlare con Toni.
Se forse non le fosse interessata così tanto, adesso sarebbe ancora nella propria camera a continuare i compiti di letteratura.
-"Ho...fatto visita alla nonna." mentì, salendo di qualche gradino.

E se Cheryl non credeva nella fortuna, quello era il suo giorno fortunato: suo padre non aveva continuato a fare domande, e quel timore presente nel suo stomaco si affievolì con il dovuto tempo.

Chiuse la porta della sua stanza a chiave e tirò un sospiro di sollievo, prosciugò le lacrime che minacciavano di rigare il proprio volto e si risedette davanti alla propria scrivania.

Se non siamo mai stati pronti per superare i traumi, è meglio fingere, perché la verità non è mai piaciuta a nessuno.

Nota autrice
voglio complimenti dato che sto aggiornando sempre

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora