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Narratore's pov

Toni non era molto propensa ad uscire di casa.
Si sentiva in difetto, a disagio ed estremamente in colpa.
Ma, in fondo, qualcosa avrebbe dovuto fare se avesse voluto riallacciare i rapporti almeno in amicizia.
Non voleva ammetterlo, ma Cheryl era una di quelle persone capaci di farti dimenticare qualsiasi cosa accadesse.
Topaz la invidiava. Invidiava il suo essere così bella, gentile con le persone giuste e riservata.
Amava la sua compagnia ed avrebbe voluto ottenere quel minimo di fiducia che le spettava.

Toni si trovava in piedi davanti alle macchinette della sala relax, mentre parlava con Jughead e gli esponeva tutti i suoi problemi. Era un rito, ormai.
-"Mi dispiace di non essere stata molto... disponibile, sabato."
-"Non fa niente, hai comunque rispettato il patto e la tua compagnia mi fa sempre piacere."

La rosa non voleva dirglielo ma, se Cheryl avesse ricambiato il bacio, probabilmente sarebbe restata con lei mentre moriva per l'ossigeno mancante che due labbra unite non danno possibilità di assorbire.

-"Grazie, Jugh.
Anche per me." mentì.
-"Quindi? Perché eri così giù?"
Toni alzò gli occhi al cielo cercando le parole più semplici per spiegarlo.
-"Mh...sai, quando ti piace qualcuno speri sempre che ci sia quella scintilla tra di voi, e che soprattutto anche l'altro ne abbia bisogno.
Io...avevo bisogno della scintilla che Cheryl mi mostrava e...l'ho baciata, ma è andata male."
-"Male?" il corvino ridacchiò.
-"Vi ho viste insieme due volte ed avevo già capito che non fosse soltanto amicizia. Cosa stai dicendo, Toni?"

La rosa sorrise segretamente, sentendo le farfalle nello stomaco, evitando poi di tornare a farsi castelli in aria.
Non si sarebbe più fatta carico di tutte quelle menzogne che il suo cervello progettava.

-"Sto dicendo che ha rifiutato, Jughead."
Il corvino sembrava mortificato: le sopracciglia corrugate dal dispiacere e gli angoli della bocca rivolti verso il basso.
-"Mi dispiace." rispose, posando una mano sulla sua spalla.
-"No, non fa niente.
Non mi interessa più di tanto."
-"Sei davvero...pessima a mentire, Topaz."

Toni sembrava confusa.
-"Per chi è allora la merenda che hai in mano?"
La rosa la nascose dietro la schiena arrossendo notevolmente, sorridendo nel modo più falso possibile.
-"Per lei, forse?" continuò, indicando un punto dietro le sue spalle.

Toni si voltò e sentì il proprio cuore in arresto quando la vide camminare nei corridoi.
La schiena dritta, i capelli sempre perfetti, la mascella contratta, gli occhi scuri e vuoti, il suo zaino allineato perfettamente alle sue spalle ed una velocità costante.
A Toni non piaceva la perfezione, ma per qualche motivo, desiderava qualcuno che di difetti non ne possedeva.

-"Si, è proprio per lei.
Devo immediatamente andare in aula informatica dato che ci va sempre prima delle lezioni per prenotarsi il computer migliore, ciao Jugh." rispose tutto d'un fiato, concludendo la frase quando era già tra i corridoi.
Il corvino alzò gli occhi al cielo, voltandosi ed avendo un particolare scontro con Veronica Lodge.
Probabilmente non avevano mai parlato durante la loro conoscenza.

-"Perché sei così infastidito?"
-"Perché...ho bisogno di fare colazione."
-"Quindi non è per Toni, giusto?"

Il corvino inarcò un sopracciglio.
-"Per Toni?"
-"Non ti dà fastidio che ti stia trascurando per una cotta, giusto?"
Jughead corrugò le sopracciglia.
-"Veronica, non so proprio di cosa tu stia parlando.
Ti consiglio di parlarne con lei se hai questo tipo di problemi." concluse, voltandosi e dirigendosi verso la propria aula.
Veronica era spacciata: non avrebbe mai saputo nulla riguardo Cheryl e Toni, ed avrebbe dovuto farsene una ragione.

Nel mentre, Toni era già arrivata in aula informatica, osservandola di nascosto mentre organizzava i propri oggetti.
La rosa si sentiva in ansia, le mani sudate e il cuore martellare nel letto.
Fece un sospiro e si decise a bussare un paio di volte sullo stipite della porta, dopo essersi accertata che la stanza fosse vuota.

Cheryl alzò prontamente lo sguardo, non aspettandosi nessuno a quell'ora della mattina.

-"C'è permesso?" domandò con le sopracciglia sollevate, entrando una volta che il sorriso di Cheryl acconsentì.
-"Come mai sei già a scuola?" domandò la rossa, facendo caso al fatto che per una volta non fosse in ritardo.
-"Mh...dovevo portare una cosa ad una persona ma...non l'avrei trovata davanti al suo armadietto oggi." rispose, posando sul tavolo il sacchettino bianco contenente la merenda.
-"Ti sei ricordata che oggi avevo informatica?" Cheryl ridacchiò.
-"È un giorno difficile per me se non posso vederti prima delle lezioni, quindi...è facile ricordarlo."

Cheryl la guardava con le pupille dilatate ed un sorriso senza mostrare i denti.
Una fossetta sulla guancia ed il viso rilassato.
-"Ti sei persa per caso, Cheryl?" citò la rosa, rendendosi conto che non fosse il momento adatto.
-"Stavo...notando che è tardi." mentì, spostando lo sguardo sull'orologio posto alle spalle di Toni.
La rosa si voltò, provando a decifrare quelle lancette che da sempre le sembravano un taboo.
-"Mancano venti minuti."
-"Bene, non so ancora leggere l'orologio allora." Cheryl sorrise imbarazzata.
La rosa sorrise.
-"Nemmeno io."

-"Grazie per la merenda, comunque." la rossa cambiò discorso, sperando che Toni non interferisse ancora sulla vicenda.
-"Non preoccuparti Cheryl, lo sai che è sempre un piacere." sorrise.

-"Invece...hai visto Veronica, da qualche parte?" continuò, provando a distogliere i loro sguardi incatenati da tempo.
-"No, la odio in qualsiasi modo tu potresti pensare.
E poi...sei ancora sua amica?"
Toni abbassò lo sguardo a terra.
-"Siamo amiche, non avrebbe senso troncare i rapporti ora."
-"Maturare non significa essere in ritardo, Toni."

Il tono di voce di Cheryl era irritato, nervoso e con quel briciolo di rabbia che si insedia nel tuo corpo dopo qualsiasi delusione.
Cheryl non era delusa da Toni, piuttosto, era delusa dalle persone che facevano parte della sua vita.
E se solo avesse avuto il coraggio, avrebbe voluto portarla in un mondo dove il male non esisteva, farle dimenticare il suo dolore e donarle un nuovo cuore.
Avrebbe voluto farla sentire amata, farla sentire sicura di sé stessa.
Far si che potesse guardarsi nuovamente allo specchio, ricordandosi di quanto fosse bella e quanto, soprattutto, non meritasse ciò che aveva subito.
La Blossom non si era più soffermata sul suo diario, poiché lo sentiva privato, un qualcosa che non avrebbe potuto capire.
Ma, in fondo, se Toni glielo aveva donato un motivo c'era.
Forse, il motivo, era quello di farsi conoscere, di gridare aiuto, di chiedere indirettamente una mano a rialzarsi.
Cheryl avrebbe fatto di tutto: avrebbe fatto le valigie e sarebbe volata in un altro stato, avrebbe esaurito tutto il suo ossigeno se un bacio l'avrebbe fatta stare meglio, ed avrebbe assorbito il suo dolore piuttosto che farla sentire in quel modo.
La vedeva, la osservava da tempo: i suoi movimenti lenti, la rabbia che si insediava nel suo corpo ad ogni piccolo errore, i suoi occhi spenti e quel sorriso che manifestava ad ogni nuova persona soltanto per farla sentire a suo agio.
Riconosceva, inoltre, il suo tentativo di non chiudersi in se stessa, mentre rischiava e si immergeva nelle situazioni imbarazzanti. Lo riconosceva mentre si presentava a chiunque ed invitava qualsiasi nuovo individuo a far parte del loro gruppo.
Lo vedeva perché provava a fare del buono quando, dentro di lei, il buono proprio non c'era. Esisteva del dolore, dolore represso oppure mascherato.
Esisteva la sua estrema bontà e gentilezza, ma per lei, il buono, non era mai esistito. Nessuno glielo aveva mai dimostrato, e nessuno aveva mai fatto nulla per farla stare meglio.
Se soltanto Cheryl fosse stata coraggiosa, avrebbe potuto migliorarle la vita per quei pochi minuti della giornata che passavano insieme.
Se soltanto Cheryl non continuasse ad odiarsi così tanto, forse l'avrebbe salvata.
Avrebbe salvato quella creatura indifesa che ancora giaceva nella pudica anima di Toni Topaz.

-"Mi dispiace, Cheryl.
Lo so che non dovrei accontentarmi, ma non ci riesco." sospirò.
La rossa posò una mano sulla sua, sorridendo per poi stringere le spalle.
-"C'è tempo, Toni.
C'è tempo per cominciare ad amarsi."

Nota autrice
From strangers to friends, friends into loveeeeerssss
Capitolo 15 come il numero di volte che ho pianto dato che la tipa di cui ho parlato l'altra volta mi odia, probabilmente
COME SI FA AD ODIARE ME?
A parte gli scherzi, auguro a chiunque di trovare il tempo per cominciare ad amarsi💘

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora