8

627 29 30
                                    

Narratore's pov

Cheryl era seduta sul pavimento della palestra della scuola, con la propria schiena appoggiata al muro, mentre ascoltava le conversazioni delle proprie compagne di classe.

-"Lui è davvero bello." esordì Josie, voltando il proprio telefono e mostrandolo alle sue compagne di squadra.
Cheryl lo osservò e riconobbe Chuck Clayton, il mostro della Riverdale High, o così si divertiva a definirlo.

-"È un pervertito." la rossa parlò, beccandosi diverse occhiatacce da parte delle sue compagne.
-"Però è bello." Midge si intromise.
-"Rimane comunque un coglione pervertito."
-"L'importante è che sia attraente, Cheryl." Midge ridacchiò.

La rossa fece un sospiro, distanziandosi un po' dal gruppo per evitare di rispondere.
-"Per me l'aspetto fisico è tutto, non mi metterei mai con qualcuno che non mi attrae esteticamente."

Cheryl avrebbe preferito essere sorda.
Avrebbe preferito non udire tali parole provenire dalla bocca di Josie e continuare normalmente la sua vita.
Era questo ciò che la differenziava dalle sue coetanee, il suo pensiero.
Non avrebbe neanche sprecato una parola per ribattere, per far valere il proprio pensiero, perché tanto nessuno l'avrebbe capita.

Mentre le sue compagne di squadra continuavano quell'errato discorso, Cheryl posò segretamente lo sguardo su Toni.
Era seduta per terra mentre faceva degli addominali e Veronica teneva le sue caviglie, ridacchiava e respirava affannosamente.

Si domandava come una persona potesse essere attratta da un'altra soltanto per il suo aspetto fisico, senza soffermarsi su particolari come quelli della sua risata, la sua postura, quanto sapesse atteggiarsi o quanto potesse farti stare meglio.
Si domandava come una persona potesse amarne un'altra senza fare caso a come si vestisse, quanto fosse bella la fossetta al lato del suo sorriso, quanto la propria intelligenza potesse farti riflettere oppure come riuscisse a cambiarti in meglio.

La rossa se lo domandava, e continuava a domandarselo.
Continuava a domandarsi il motivo per cui al mondo esistessero persone così, e soprattutto il motivo per cui stesse ancora guardando Toni.
O meglio, il motivo per cui stesse incatenando i suoi occhi in quelli castani della rosa.
Li abbassò a terra subito dopo, deglutendo a fatica ed introducendosi nel discorso delle sue compagne di classe, cercando di non pensare alla figura imbarazzante che aveva appena fatto.

Dall'altra parte, Toni era confusa e felice allo stesso tempo.
Era confusa per la sua reazione, ma felice perché per la prima volta era stata lei a guardarla.

-"Toni..." Veronica la riprese.
-"Stai sempre in mezzo, Ronnie."

-

-"Devo andare in palestra, vuoi venire o ti accompagno a casa?"

Archie si stava prendendo cura di Cheryl da ormai mesi.
Si stava prendendo cura di lei perché aveva il terrore di lasciarla da sola, il terrore che potesse fare qualcosa di sbagliato oppure che semplicemente non avrebbe saputo come amarsi.
Il rosso amava Cheryl come una sorella, la vedeva come la sua gemella separata alla nascita.
Avrebbe ucciso per lei, avrebbe fatto qualsiasi sacrificio pur di farla stare meglio un singolo secondo.
Proprio per questo, ogni pomeriggio la invitava ad uscire, a cenare al Pop's o semplicemente a vedere un film.
Ed ogni volta che dovevano tornare a casa, la domanda era la medesima: "devo andare in palestra, vuoi venire o ti accompagno a casa?"

Cheryl, a tale domanda, rispondeva sempre positivamente, senza pensare al reale motivo per cui lo facesse.
Semplicemente, stare in compagnia di Archie la faceva stare bene, ma vedere Toni la faceva stare meglio.

Ed ancora una volta, si domandava come una persona non potesse essere attratta da quella sensazione di benessere che chi ti piace può darti.
Ma in fondo, nessuno l'avrebbe capita, né oggi né mai.

-"Si, vengo in palestra." la rossa rispose, osservando Archie sterzare il volante e dirigersi verso la vecchia struttura del southside.

Quel rilassante rumore che la macchina manifesta, faceva sentire Cheryl su un altro pianeta.
Sarebbe rimasta in un veicolo per sempre, soltanto per poter stare bene.
Ma ancora una volta, non avrebbe potuto spiegarlo a nessuno, perché nessuno avrebbe capito.

-"Com'è andata lunedì?" domandò il rosso, spezzando il beato silenzio in un cui Cheryl si era immersa.
-"Lunedì? Che cosa intendi?"
-"Toni è venuta a casa tua, no?"
La rossa alzò gli occhi al cielo, doveva immaginarselo.
-"Beh...è andata.
Non capisco che cosa tu voglia sentirti dire."
-"Come la trovi? È simpatica?"
-"Non mi interessa, Archie. È una persona come le altre che ha semplicemente fatto una buona azione.
La vedo per strada e penso le stesse cose che penserei se vedessi uno sconosciuto: niente."

Il rosso rimase in silenzio, per poi cominciare a ridacchiare.
-"Non capisco perché tu stia ridendo." la rossa inarcò un sopracciglio verso la sua direzione.
-"È che ti ho fatto una domanda e mi hai letteralmente parlato di cose che non c'entravano nulla, e questo mi fa capire che non è poi così indifferente."

E forse, Archie era l'unico ragazzo che era riuscito a tenerle testa nella propria vita.
Non a caso vivevano praticamente in simbiosi.

La rossa sospirò, alzando gli occhi al cielo e rilassandosi sul sedile.
-"È...diversa, penso.
Se la incontrassi per strada penserei che è decisamente più intelligente rispetto agli altri."

Archie sorrise, spegnendo la macchina una volta arrivato nel parcheggio.

-"No, Archie. Non sorridere.
Ho solo detto che è una persona diversa, non qualsiasi altra cosa potresti pensare."
-"Continuo a dirti che stai facendo tutto da sola, Cheryl."

-

Toni si divertiva a far scorrere nelle proprie vene l'adrenalina, il pentimento, il rischio.
Si divertiva a trovare qualsiasi mezzo pur di dare il massimo e raggiungere il limite.

Proprio per questo, dopo aver bevuto lattine di Red bull, si ritrovava a fare delle trazioni ed a tirare su pesi.
Lo faceva senza provare alcuna stanchezza, nessuna voglia di fermarsi o un briciolo di pentimento.
Al contrario, apprezzava faticare in quel modo, vedere il proprio sudore scivolare giù dalla propria fronte ed il suo muscolo contrarsi.
Era forse l'unica cosa che riusciva a farle provare qualcosa, qualsiasi cosa essa fosse.

Portava le cuffie mentre una playlist per il workout rimbombava nelle proprie orecchie al massimo volume.
Il volume era così alto che non si accorse neanche che altre due persone erano entrate, e lo capì soltanto quando vide una sagoma piuttosto riconosciuta recarsi in bagno.

Spalancò gli occhi e cominciò a sentire il proprio cuore battere più velocemente, togliendosi le cuffie di dosso e posando il peso a terra.

Si alzò in piedi e camminò velocemente verso i bagni, con la mano tremolante mentre tirava giù la maniglia della porta.

Entrò e ci fu subito uno scontro ravvicinato con la persona per cui aveva interrotto il proprio allenamento.
Aggiustava il proprio trucco davanti agli specchi posti sopra i lavandini, spostando lo sguardo sulla figura dietro di sé.
-"Ti ho già detto che non devi perseguitarmi."
-"Devo lavarmi le mani." rispose prontamente, avvicinandosi al lavandino.

-"Comunque io sono Cheryl." disse improvvisamente, tendendo una mano verso di lei, una volta che Toni stava per lasciare il bagno.
La rosa inarcò un sopracciglio confusa, tendendo a sua volta una mano titubante.
-"Non ti seguo." ridacchiò.
-"Mi sto presentando come tu hai fatto con me."

Il cuore di Toni sembrava in conflitto mentre lottava tra il disinteresse e l'ossessione.
E ritrovarsi in un bagno mentre Cheryl si smaschera e ti dimostra totale pentimento, fa si che tu scelga l'ossessione.

Toni le sorrise scuotendo la testa, stringendole finalmente la mano, reputandola finalmente una sua conoscente.
Per alcuni potrebbe sembrare banale, ma era senz'altro una vittoria.

Nota autrice
la mia vita di merda è paragonabile al trailer di Riverdale 7

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora