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Narratore's pov

Un cielo azzurro, limpido, e con qualche nuvola a riempirlo, a farlo sentire meno solo.

Toni lo osservava.
Passava gli interi pomeriggio a fissarlo, battendo raramente le palpebre.
Non esisteva un motivo ben preciso, semplicemente la faceva stare bene.
Liberava la sua mente da qualsiasi cosa potesse turbarla, lasciava il suo cuore a riposo per qualche istante, ed improvviso si sentiva galleggiare.
Come se fosse leggera, come se stesse volando e stesse diventando un tutt'uno con con quell'immensità di colore.

Non sapeva perché le piacesse così tanto, cosa un semplice cielo potesse migliorare dentro di sé.
Ma semplicemente, se una cosa ci fa stare bene, non ha senso smettere di farla.

Toni aveva imparato ad amarsi, o quasi.
Forse aveva semplicemente amato cosa i suoi libri di psicologia le avevano insegnato.

Quando ti addentri nella psicologia, scopri che tutto ciò che la tua salute vuole, è un po' di amor proprio.
Richiede pazienza, tempo e tanta consapevolezza.
Consapevolezza che ciò che hai, di come sei, è normale.
Sei tu, devi amarti.
Prima te stesso, poi gli altri.

Ed in due anni di psicologia, ogni volta che il suo libro menzionava quel concetto, se lo prometteva: si sarebbe amata.

Ed amarsi, per Toni, significava anche dimenticare o accettare ciò che nel tuo passato ha aperto il tuo cuore.
Ciò che ti ha provocato cicatrici e ti ha ridotta così, in mille pezzi.

Amarsi, per Toni, significava dimenticarsi dell'assenza dei propri genitori, di quanto poco amore avesse ricevuto, e della solitudine interna che le avevano lasciato.
Significava dimenticarsi della cattiveria dei suoi familiari nei suoi confronti, nei confronti della propria famiglia.
Significava accettare i continui litigi dei propri genitori, che al solo ricordo le provocavano ansia mista a sofferenza.
Significava smetterla di pensare a quanto si sentisse diversa rispetto ai propri coetanei, smetterla di ricordarsi il motivo per cui era diventata così spenta.
Amarsi significava prendersi una pausa, prendersi un po' di tempo per sé stessi e non per ciò che la tua vita ti ha presentato davanti.

Alzava gli occhi e vedeva il cielo, ed immediatamente la pace calmava il suo irrequieto stato d'animo.
L'irrequieto stato d'animo che governava la sua vita in quel momento.
Quasi preferiva non provare emozioni.

Poi voltò il proprio viso a destra, incrociando lo sguardo di Cheryl e sorridendo leggermente, dimenticandosi nuovamente a cosa stesse pensando.
Quest'ultima teneva un braccio attorno alla sua vita ed il capo appoggiato sulla sua spalla.

Ed ancora, dopo ormai sei mesi mesi, non capiva come fosse possibile.
Non capiva come una sola persona potesse migliorarle l'intera esistenza.

Cheryl, come già spiegato, era diversa.
Era diversa dagli altri perché riusciva a capirla da un solo sguardo, da un risata poco sincera oppure dal poco affetto che dimostrava.
Riusciva a capire il suo stato d'animo da una singola parola, ed era indubbiamente il suo primo posto, in qualsiasi cosa.
Era la sua persona preferita, la sua migliore amica, la sua meta e la sua metà. Anche se, in realtà, non sapeva se fossero davvero la loro metà.

-"A che pensi?" domandò Cheryl, piegando il gomito a novanta gradi e tenendo il proprio capo su una mano.

Si trovavano allo Sweetwater, sdraiate su una coperta mentre il freddo di fine inverno si manifestava intorno a loro.
Le guance fredde, il cielo più o meno limpido e la brina presente sull'erba fresca.
Toni amava quel momento ma, forse, amava più la ragazza alla sua destra.

-"A...niente." sospirò, stringendo le spalle e posando una mano sulla sua.
La rossa assottigliò gli occhi non convinta da tale risposta, cominciando a disegnare dei cerchi immaginari sul suo addome.
-"Da quando menti?" sorrise.

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora