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Narratore's pov

Cheryl era appena tornata a casa dopo  lunghe ore passate nelle braccia di Toni.
La rossa odiava l'affetto, ma Topaz riusciva in qualche modo a farglielo amare.

Doveva ammetterlo: amava le mani di Toni sul suo corpo, posate sulle proprie guance, o le loro dita intrecciate.

E forse, era per questo che, ogni volta che stavano insieme, non riusciva ad evitare di fare discorsi profondi seguiti da grandi risate per via delle battute della rosa.
Non riusciva a non sorridere e neanche a stare male.
Ed in più, non riusciva a non darle un bacio ogni volta che se lo meritava, quindi la maggior parte del tempo che trascorrevano insieme.

Cheryl sorrise mentre stava entrando dal portone di casa, tastando le proprie labbra con i polpastrelli delle dita, ricordando le dolci parole che Toni le aveva dedicato.

Nessun sarebbe riuscito a farsi amare da Cheryl più di quanto amasse Toni.
Il motivo? Entrambe non erano presenti su una classifica.

Chiuse la porta porta dietro di sé, si tolse il giubbotto e si diresse verso le scale che portavano alla sua stanza.
Quasi corse sugli scalini, non vedendo l'ora di rispondere ai messaggi che la rosa le aveva appena mandato.

-"Perché non sei stata da tua madre questo weekend, Cheryl?" la voce di Clifford congelò l'anima di sua figlia, che si voltò istintivamente rimanendo immobile sul posto.
-"Perché sono stata da Archie ed i suoi amici." rispose, deglutendo a fatica, sentendo il proprio sangue congelarsi nelle vene.

Clifford posò il bicchierino di rum che teneva nella mano destra, salendo qualche gradino e rimanendo poco lontano dalla rossa.

Si tolse gli occhiali da vista e li ripose all'interno della custodia che teneva nella tasca, per poi farla tornare nella precedente posizione.

Sospirò, ridacchiando sarcasticamente mentre Cheryl sembrava terrorizzata, alla ricerca di una via di fuga.

-"Credevo che, durante questi anni, avessi imparato la lezione..." rispose, sollevando le sopracciglia nella sua direzione.
-"Mai mentire a tuo padre." continuò.

La Blossom odiava quando Clifford utilizzava questa parola per descriversi.
Lui non era un padre, era una sottospecie di abominevole dittatore.
Cheryl avrebbe voluto gridarglielo in faccia fino a quando le proprie corde vocali non si sarebbero smaterializzate e lei con esse.
Avrebbe voluto avere uno scontro equo, dove l'affilatezza delle parole erano l'unico metodo per poter infliggere dolore.

Il dolore fisico è meno doloroso di quello mentale, Cheryl aveva imparato.
Eppure, le mani di suo padre sul suo corpo erano molto più dolorose dei tagli che infliggeva quotidianamente sul proprio braccio.

-"Non ti ho mentito, chiedilo anche a lui." rispose, provando a resistere, senza che delle lacrime potessero ostacolare la sua recita.

Clifford sorrise di nuovo.
-"Ho voluto...fare una visita a Fred, questo pomeriggio.
Sai, da buoni vecchi amici."

Ed ecco che la rossa si condannò al suo destino, con la piccola speranza che per una volta la risparmiasse.

In fondo, però, non era pentita del suo sbaglio, qualsiasi esso fosse.
Lo aveva fatto per Toni, lo aveva fatto perché voleva Toni, e ciò era più che sufficente.

Deglutì quindi a fatica, attendendo che suo padre continuasse.
-"Ho domandato semplicemente dove fosse Archie, ed ha risposto dicendo un qualcosa che non mi aspettavo...
Ha detto che era in gita scolastica, e che sarebbe tornato lunedì."

Cheryl, come hai potuto? Domandava a se stessa, mentre capì di essersi tradita autonomamente.
Come poteva essere così ingenua da non essersi accertata che Archie fosse a casa durante il weekend?
E poi? Ne era consapevole che la sua classe avrebbe tenuto una gita in Quebec quella settimana.

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora