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Jughead's pov

-"Questo è tutto quello che so, Frank." conclusi, spegnendo la sigaretta nel posa cenere.

Lui rise di gusto, guardando confuso John, seduto alla sua destra.
-"Non sono venuto fino a Riverdale per farmi raccontare una problematica storiella romantica, Jones."

Sbiancai. Non potevo vederlo ma lo sentivo dalla mia circolazione.
Le dita fredde, i piedi che formicolavano ed il battito cardiaco accelerato.

-"Mi hai chiesto quale fosse il punto debole di Topaz e...te l'ho detto: Cheryl." spiegai nervosamente.
-"Ricapitolando...
Fino ad adesso mi hai raccontato di un'inutile relazione facendola passare come un punto debole, Jones?
Ti ho chiesto come posso guadagnarmi il titolo di campione, come posso toglierla di mezzo, non chi fosse la sua cotta del liceo."
-"Cosa ti aspettavi che ti dicessi?" domandai, incrociando le braccia.
-"Ero convinto che mi parlassi di cose attuali, non cose successe poco meno di dieci anni fa."
-"Te l'ho già detto, Frank: non parliamo da quel giorno.
Tutto quello che so è che, per qualche motivo, Cheryl non è stata soltanto una cotta come dici."

Frank sospirò profondamente, probabilmente calmando la propria rabbia interiore, per poi alzarsi improvvisamente dal divano della mia roulotte seguito dal suo coach.
-"Torna a scrivere le tue fottute favole, torneremo qui tra un giorno a bruciare la tua roulotte se non ci verranno dati i soldi che ci devi.
Con te dentro, se sarà necessario."
-"Aspettate!" esclamai.
Non avevo di certo i soldi da dare.
Mi stavo sdebitando, avevo detto loro tutto ciò che gli sarebbe stato utile per una gloriosa vittoria pur di non farmi portare via l'unica cosa di mia proprietà.
-"Datemi una possibilità, vi prego."

Frank si fermò sul posto prima di uscire, inarcando un sopracciglio mentre pensava.
Forse voleva credermi.

-"Va bene, quattr'occhi.
Hai due mesi per dirmi tutto ciò che devi, sempre che ti piaccia vivere." concluse, chiudendo poi la porta dietro di sé.

Era davvero tutto ciò che sapevo su Toni.
Tutto ciò che riguardasse la sua vita e che potesse in qualche modo sabotarla.
Di certo, non avrei potuto inventarmi storie di qualsiasi genere.
Il motivo? Ero sprofondato nell'abisso, e senza Frank, sarei probabilmente morto.

-

Toni's pov

Non è poi così male.
La vita da pugile, intendo.
Campionessa mondiale da anni senza che ci credessi realmente, nonostante l'avessi lasciata da parte per un lungo periodo di totale rinascita.

Non c'è un motivo esatto per cui, ogni tanto, si debbano tralasciare i fattori validi della nostra vita.
Semplicemente, secondo la mia filosofia di vita, fa bene.
È un bene allontanarsi da ciò che ci fa stare bene per poi tornarci quando si è sul procinto di morire, di mollare. Sapete cosa intendo, tutte le anime hanno un cuore.

La boxe credo che sia l'unica cosa che nella mia vita mi abbia dato soddisfazione. L'unica cosa in cui non ho fallito e per cui ho dato la mia intera forza di volontà e determinazione.
Mi ha salvata, e di questo gliene devo essere grata.

Dopotutto sono nata per essere una campionessa, e lo sono diventata.
Non è stata una mia scelta.

Vivo a Los Angeles da cinque anni, in un appartamento piuttosto lussuoso situato nel piano più alto di un grattacielo.
Ho sempre amato la solitudine, soprattutto se in quest'ultima sono presenti i miei pensieri.
Restare lontana da tutti e da tutto, isolarmi all'ultimo piano di una struttura e vivere la mia vita circondata da amici falsi, fa si che cominci ad amare te stessa.

Forse è una cosa che non ho fatto per abbastanza tempo.
E, forse, avrei dovuto farlo molto prima.

Ero quindi seduta sulla sedia della scrivania del mio ufficio mentre digitavo sulla tastiera.
Muovevo velocemente le dita mentre stavo scrivendo un'email a Carl, il mio coach.
Gli stavo dicendo che quel pomeriggio sarei arrivata tardi in palestra per un imprevisto, e che avrei intensificato il giorno seguente.

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora