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Narratore's pov

Terrore.
Una sensazione con cui Cheryl aveva imparato a convivere, o per meglio dire, sopravvivere.
Quell'ansia improvvisa che si scatenava ogni volta che il suo telefono squillava, ogni volta che metteva piede nella propria dimora o che semplicemente pensasse al dolore che avrebbe potuto provare.

Cheryl viveva una vita nella totale agonia e speranza che un giorno tutto si sarebbe risolto.
Che un giorno sarebbe stata libera, che la sua gabbia sarebbe stata aperta.

La rossa non voleva false speranze: lo sapeva che stava male e che quella situazione si sarebbe risolta molto lentamente.
Aveva, ormai, imparato a convivere senza i propri spazi, nelle menzogne e nelle preoccupazioni.
Quei giorni in cui le veniva da vomitare al solo pensiero di ciò che aveva subito, e la nausea che le provocava uno sterno quasi rotto.
Il terrore che le potesse accadere qualcosa di peggiore, la sua vita estremamente controllata e l'obbligo di restare in silenzio.

L'ansia che provò dopo aver rivelato a Toni cosa subiva quasi ogni giorno, la portò a non chiudere occhio quella notte.
La preoccupazione che Toni potesse rivelare qualcosa presa dalla sua rabbia incontrollata, che per quanto l'apprezzasse in quanto dimostrava di volerle bene, poteva diventare un problema.
Sperava che Toni le avesse lasciato la totale libertà di restare in gabbia, per sempre.

Quella mattina, Cheryl si alzò con un sorriso.
Le farfalle nello stomaco all'idea che avrebbe visto Toni a breve ed il pensiero corrotto di non saper come comportarsi.
Non sapeva se salutarla, se sorriderle, se abbracciarla oppure darle un bacio di nascosto.
Sapeva solo che entrambe provavano qualcosa che non potevano reprimere, e che lei stessa si stava innamorando per la prima volta nella sua vita.
Toni era l'esatto esempio di amore.
Quell'amore che le aveva dimostrato restando sveglia con lei fino a tardi distraendola con i suoi buffi messaggi.
Forse era davvero la persona giusta, ma non si sarebbe di certo fidata troppo.

Arrivò quindi a scuola con l'idea di essere sopravvissuta a quella mattinata, che si trovava fisicamente ancora nella struttura e che aveva la fortuna di mettere i piedi a terra.
Ma, soprattutto, aveva la fortuna che suo padre fosse in trasferta per una settimana, e che vivere da sola la rendeva molto più tranquilla.

La rossa arrivò a scuola con il cuore che premeva sulla sua cassa toracica, intravedendo Toni entrare dalle porte d'ingresso.
Sospirò e la seguì, osservandola poi chiaccherare con Jughead agli armadietti.
Odiava il corvino, come odiava il resto delle persone, d'altronde.

Si avvicinò quando separarono i loro destini, posando una mano sulla spalla di Toni, attirando la sua attenzione.
-"Ciao, Toni." disse nervosamente, con un sorriso più o meno sincero ed uno sguardo preoccupante.
La rosa sembrava aver capito.
-"Ciao, Cheryl." sorrise, avvicinandosi di poco per un abbraccio, per poi ritrarsi avendo cambiato idea.

In poco tempo, si ritrovarono nei bagni con le proprie labbra unite, lasciandosi cullare dalla loro volontà.
Cheryl ancora non sapeva cosa fare e non avrebbe imparato dopo un giorno, ma sicuramente stava imparando da Toni che sembrava invece molto esperta.

Le mani della rossa erano tra i suoi capelli rosa, attirandola maggiormente a sé, mentre le mani di Toni circondavano la sua vita.
La rosa sospirò nel bacio e separò le loro labbra, facendo poi scivolare le sue mani in quelle della più alta.
-"Hai dormito bene, alla fine?" domandò sottovoce, scrutando il suo viso e sperando che non mentisse.
-"Sono stata meglio, ammetto." sorrise.
-"Ma ero piuttosto preoccupata."

Toni si sentiva un po' in colpa per non averla aiutata abbastanza.
Per non aver fatto in modo che quella notte riuscisse a dormire, assicurandola di mantenere il segreto il più a lungo possibile.
Mantenerlo finché lei avrebbe voluto che lo mantenesse.

-"Cheryl, perché non ti fidi di me?" domandò sconsolata, abbassando lo sguardo a terra.
-"Non mi fido di nessuno Toni, è questo il problema."
-"Non mi hai neanche detto cosa è successo quindi...non capisco cosa potrei dire." la rosa sospirò.
-"Perché sei arrabbiata?" le domandò Cheryl, posando una mano sulla sua guancia, sollevando poi il suo viso.
-"Non sono arrabbiata."
-"Sei estremamente arrabbiata." ridacchiò.
-"Non devi fartene una colpa." continuò.
-"È che sto facendo del mio meglio per te ma...sembra che non ti basti."
-"Sai meglio di me che le cose positive che accadono all'essere umano, molte volte, risultano soltanto infatuazione."
Toni inarcò un sopracciglio confusa, non capendo se fosse seria o meno.
-"Non voglio fidarmi di te soltanto perché mi fai stare bene, Toni.
Voglio fidarmi di te per la vita."

Alla fine tutti abbiamo bisogno di qualcuno che rimanga nella nostra vita per sempre, che sia il nostro punto debole e che ci faccia del bene. Che ci faccia stare bene.
Quel qualcuno che ci migliori, ci faccia sorridere, dimenticare dei traumi vissuti.
Ed infine, qualcuno da saper amare, e che ci aiuti ad amare noi stessi.

Toni si limitò a ringraziarla con un timido bacio, provocando quella sensazione di benessere nello stomaco di Cheryl.
Soltanto dopo si rese conto delle sue mani sudate ed il suo battito cardiaco accelerato, rendendosi conto di essersi totalmente immersa in quella famosa e spaventosa trappola: innamorarsi.

La rossa uscì prima dalla cabina del bagno e si lavò le mani prima di uscire, sorridendo a Toni che segretamente uscì poco dopo.

Uscì quindi definitivamente dal bagno, riconoscendo davanti a sé Reggie Mantle.
Era seduto sul divano della sala relax posta davanti a Cheryl, mentre strizzò l'occhio nella sua direzione e con un'espressione sensuale provava a mandarle un segnale, di qualsiasi genere fosse.
La rossa si maledì immediatamente per aver riferito una menzogna simile alle sue compagne di classe, rendendosi conto che avrebbe dovuto mettere tutto in chiaro con Reggie, sia per se stessa che per la ragazza dai capelli rosa attualmente al suo fianco.

-"Perché...fa così?" domandò disgustata, inarcando un sopracciglio quando notò Cheryl non far altro che continuare a fissarlo.
-"Non sarai gelosa." ridacchiò, incatenando i loro sguardi.
-"No, certo che no.
Solo...è strano, ecco." rivelò, sollevando entrambe le sopracciglia.

La rossa sospirò, sapendo che non poteva dire la verità a Toni in quel momento.
Avevano tante cose di cui parlare, ed adesso questo non sarebbe stato un problema.

-"Quindi non hai una spiegazione?" Toni insistette.
-"Non ti fidi di me?"
-"Non stiamo parlando di te adesso, Cheryl."

La rossa alzò gli occhi al cielo divertita, incitando la più bassa a seguirla in aula.
Quest'ultima era ancora vuota, si sedette su un banco, ed attirò la rosa a sé dopo aver posato le proprie mani sui suoi fianchi.
-"Devi avere un po' più di fiducia in te stessa, senza pensare che gli altri siano sempre pronti ad abbandonarti."
-"Non è questo il punto..."
-"Penso che sia evidente che ci tengo a tutto questo." la interruppe mentre la timidezza colorò le sue guance ed alterò la propria voce, assorbendo la felicità che emanava quando sorrise timidamente.
Toni posò una mano sulla sua guancia e passò delicatamente il pollice sulla gota arrossata, rendendosi finalmente conto che non avrebbe dovuto sentirsi insicura.
In fondo, anche se sbagliato, fidarsi di qualcuno può fare del bene.
-"Spero sia evidente anche per te."

Nota autrice
we all need someone to stay

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora