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Toni's pov

-"Il fatto, dottoressa, è che non riesco a superare realmente le cose negative che accadono nella mia vita." iniziai, abbassando lo sguardo a terra.

-"Non è una cosa semplice superare i traumi, Toni: per questo siamo qui.
Forse può aiutarti pensare che devi accettare il fatto che i traumi saranno sempre una parte della tua vita, per sempre.
La differenza è che non condizionano la nostra intera esistenza." spiegò con quel tono di voce soave e gentile.
-"Di che traumi stiamo parlando?" continuò con un sorriso furbo, come per istigarmi a dirle finalmente qualcosa.

Forse sarebbe stato il momento di dirle tutto.

-"Quando avevo dodici anni hanno abusato del mio corpo.
Da quel momento ho cominciato ad essere una persona diversa, meno solare, più triste, sempre stanca, sgarbata ed a volte molto disubbidiente.
Ho litigato spesso con mia madre perché lei diceva che non le parlavo.
Pretendeva che io parlassi con lei ogni giorno, che le raccontassi come andasse la mia vita o come semplicemente mi approcciassi con lo studio.
Solo quello per lei era importante.
Non ha mai saputo di questo mio...trauma, perché non l'ho mai considerata una persona che avrebbe avuto il privilegio di saperlo.
Forse sbaglio io a dargli troppa importanza, ma per me deve rimanere un segreto."
-"Non hai mai provato ad andare da uno psicologo prima di venire qui?"
-"Sì...avevo problemi di rabbia repressa credo, e quindi sono stata da uno psicologo a Riverdale, ma poi ho sospeso la terapia."
-"Hai sospeso la terapia?"
-"Sì...non so come spiegare il motivo, ma semplicemente credevo che non fosse importante e che sarei riuscita a salvarmi da sola.
Ero convinta che svegliarsi ogni notte con il bisogno di graffiare instancabilmente la propria pelle non fosse poi così grave, e che rimanere chiusi in se stessi fosse normale.
In più, volevo essere la psicologa di me stessa.
Avevo questo bisogno di salvarmi perché non riuscivo a fidarmi di chiunque ci provasse. Ed è ancora così, non sono qui per superare questo.
Ed è...tutto, credo, o forse ho smesso la terapia perché il mio psicologo era il padre della ragazza che ha rovinato la mia vita."

Vedevo Juliet in difficoltà.
Non voleva mostrarsi sorpresa o stupita, piuttosto voleva dimostrarmi che a lei interessava realmente.
Prese un respiro profondo e cercò le parole da utilizzare, sbattendo velocemente le palpebre.

-"Hai detto che non sei qui per superare questo, giusto?
Perché allora hai finalmente deciso di venire?"
-"Per Cheryl, dottoressa."

Lei si prese una pausa, accavallando le gambe e facendo un sospiro.
-"Credo che per superare traumi secondari, bisogni prima superare quelli più...difficili."
-"Ma per me non è lo è, lo giuro.
Ho imparato a convincerci e sto bene ormai, mi manca solo la felicità che ricevevo ogni giorno."

La mia dottoressa fece un sospiro di sconforto, prese il suo taccuino e cominciò a prendere appunti.

-"Vuoi raccontarmi di come sono andate le cose con questa Cheryl?"

Volevo rifiutare.
Non me la sentivo di parlare per la prima volta nella mia vita di Cheryl.

D'altronde era anche il momento per sfogarsi.
Forse non avrei mai più avuto il coraggio di farlo e sarei rimasta segnata a vita.

Troppe domande senza risposta, oppure, troppe risposte che non avevano un senso interconnesso tra loro.

Sospirai pesantemente, abbassando lo sguardo a terra non avendo il coraggio di guardarla negli occhi.

-"Non voglio mentire e dire che le cose andassero male già da tempo, perché non era così.
Credo che ad andare male fossi semplicemente io."

Inizio flashback

-"Ti sei seriamente arrabbiata per questo?" Cheryl le chiese, inarcando un sopracciglio confusa.

Toni strinse la mascella, continuando a guardare un punto indefinito della stanza.
-"Sarebbe strano il contrario."
-"Reggie mi ha riaccompagnata a casa perché Veronica non era disponibile.
Tu piuttosto, perché non sei venuta?"
-"Perché non mi va di uscire con Reggie dopo che tutta la scuola sa che ti piace." la rosa sospirò, stringendo le spalle.
-"È successo più di un anno fa, Tee-Tee.
Ho come l'impressione che il problema non sia questo." obiettò, posando una mano sulla sua spalla.
-"Non ti piaccio più?"

𝘈𝘳𝘦 𝘺𝘰𝘶 𝘭𝘰𝘴𝘵? «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora