Capitolo Dieci || Staccati, Allontanalo e Corri

609 51 7
                                    

Sua madre, da piccolo, gli aveva raccontato che quando un bambino viene al mondo, ogni membro della famiglia è tenuto a fargli un regalo.

I padri regalano la forza e la bellezza, per esempio, rendendo il bambino più simile a loro. Le nonne e  i nonni donano la sapienza. La loro sapienza. Affinché il piccolo coltivi dentro di sé la conoscenza della storia, della matematica, delle lettere e di quel che fu, per non fermarsi alle apparenze.

Ma il dono più importante, gli aveva raccontato, lo  custodiscono le madri.

All'interno di ogni uomo, c'è un piccolo pulsante rosso brillante, intenso come il fuoco. Non è possibile vederlo o toccarlo, lo si può solo sentire. Un piccolo tasto rosso, che le mamme inseriscono ai bambini. Quel pulsante si chiama "coscienza", e aveva il compito più importante.

Nelle situazioni di pericolo, o di scelte sbagliate, avvisarlo per aiutarlo. La sua coscienza non avrebbe mai sbagliato, se lui fosse stato ad ascoltarla. Gli aveva spiegato che, le mamme, essendo troppo attaccate al bambino, installano questo "allarme" per sentirsi più sicure, e che quando si impara a riconoscerne il suono chiaro, loro si tranquillizzano.

Mattia aveva imparato ad ascoltare il proprio allarme, ma anche ad ignorarlo.

"Senti Ale, ti devo parlare"

Si staccò dalla stretta del più grande spostandogli le braccia, e si allontanò
Gli occhi di Alessandro saettarono verso la sua figura, confusi da quella improvvisa lontananza.

Provò a riavvicinarsi, ma questo con un sbuffo prese ancora più distanza.

Aveva ponderato il discorso nella sua mente e tenuto da parte per troppo tempo, auto-convincendosi che fosse solo un periodo e che si creasse problemi inesistenti. Si era fatto abbracciare preso dall'abitudine, anche quando non aveva assolutamente voglia. Si era messo da parte credendosi un pazzo e volendo aspettare il buon momento, senza capire che non esiste un "buon momento" per sganciare una bomba senza qualcuno ne rimanga colpito.

Ci aveva ripensato, e alla fine erano due ragazzi grandi e maturi. Si sarebbero capiti come sempre, e magari anche Alessandro avrebbe capito che come coppia stonavano.

Non voleva perderlo, si sentiva ancora schiavo dei piccoli gesti del castano, ma Giulia era stata sincera nel dirglielo: Sii chiaro con le persone che ami.

"È successo qualcosa?"

Fu allora la risposta disorientata dell'altro, che continuava a fissarlo senza capire cosa gli fosse preso da un momento all'altro. Avevano appena finito di fare sesso, ed era stato fantastico come sempre ai suoi occhi, Alessandro sapeva come farlo sentire a proprio agio, eppure...non gli era piaciuto.

Ed era capitato altre volte che non ne avesse voglia, e comunque non gli aveva fatto così senso come allora. Si sentiva in colpa. Magari anche lui lo aveva percepito, ma non lo voleva dimostrare così apertamente. Ma come so fa ad ignorare una sensazione così latente, diamine!

"Stavo pensando ad una cosa, io-" Il brivido che gli percorse la schiena, procurato dalle dita del castano, lo fece bloccare.

"Ascoltami" Si scostò, spingendolo dall'altra parte del divano.

Erano soli.
Le sue parole risuonarono diversamente tra le mura della casa di montagna.

"Ma ti sto ascoltando" Si lamentò l'altro, guardandolo basito e tornando imperterrito ad appiccicarsi come un mollusco al proprio fianco.

Sospirò, arrendendosi.
Non me avrebbe ricavato niente, e dopotutto alla sensazione di fastidio in quelle settimane si era abituato. Lasciò perdere il suo ragazzo, sperando che stesse a sentire sul serio, mentre continuava a baciargli il collo.

Nessuno vuole essere Robin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora