Capitolo Dodici || Tutti Frutti. Poi il dolce

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Uscito dalla scuola di danza, si era fatto una doccia, preparato e infilato in macchina con Alex, in direzione della casa di Sissi, poi di Albe e Leonardo. Si era messo un jeans semplice e una camicia che sua madre gli aveva regalato l'anno prima, molto semplice, riempendosi di profumo, Alex, allo stesso modo, altrettanto semplice, indossava un pantalone nero e una maglia bianca, con il ciuffo sistemato.

Da quando Alex aveva preso la patente, in quanto migliore amico, il posto nella sua macchina era riservato, in attesa che sostenesse l'esame pratico anche lui. Spesso il migliore amico lo aveva accompagnato nelle esercitazioni il pomeriggio, insieme a suo padre e sua sorella, ed era stato spettatore di sbattimenti, frenate improvvise, parcheggi storti, insulti da parte di altri guidatori e quasi investimenti.

Avrebbe preso la patente a luglio, se tutto fosse andato per il verso giusto. Già sapeva guidare la moto, e il foglio rosa lo aveva preso immediatamente il mese successivo al suo diciottesimo compleanno, aveva deciso di aspettare un po' di più perché sua madre si era trovata in difficoltà con la scuola, e fargli sostenere anche le lezioni di guida si sarebbe rivelato costoso e inutile.

In fondo aveva ancora Alex a scarrozzarlo ovunque.

Sentiva un po' la mancanza di una propria indipendenza. Del dover chiedere a suo padre un passaggio, nonostante questo fosse più che disponibile, o non potersi muovere se nessuno si fosse offerto di accompagnarlo.
Non vedeva semplicemente l'ora di poter prendere e andare senza chiederlo a nessuno.

Alex accostò di fronte casa di Sissi, la loro prima tappa di quella serata.
"Chiamala e dille che siamo qui fuori" Ordinò, prendendo il cellulare e passandolo al migliore amico.

Christian, senza dire niente, eseguì, ricercando il numero di Sissi nella rubrica di Alex, salvata con un semplice cuore fucsia. Aspettò, e dopo qualche squillo, la ragazza finalmente rispose, e senza dargli il tempo di parlare lo avvisò di essere pronta e di stare uscendo di casa. Dopodiché, chiuse la chiamata, riponendo il cellulare tra le mani di Alex.

"Tutto apposto a ballo?" Si interessò poi il castano, spegnendo la macchina, resosi conto di non vedere Christian da quella mattina. Conoscendo Sissi, prima di mezz'ora non si sarebbe fatta vedere fuori dalla propria abitazione.

L'altro annuì, distrattamente.
"Mi ha fatto un cazziatone il maestro sull'alcol che non hai idea, Ale" E a dirla sul momento, gli venne anche da ridere, sebbene quel pomeriggio non lo avesse fatto. Per niente. Le conseguenze le aveva sentite tutte nella propria danza, cosa che assolutamente odiava. Il ballo non doveva essere intaccato dalle proprie angosce personali -cit. Sua madre -.

Alex, contagiato dal ridere del migliore amico, si lasciò andare ad un risolino accompagnato dalle proprie marcate fossette sulle guance. "Ci credo Chri, non riuscivi manco a camminare diritto un altro po'!"

Christian si animò il doppio, al ricordo di essere più volte inciampato nel tentativo di salire i tre gradini contati di casa propria, per cambiarsi e prendere il borsone. Aveva rischiato di rompersi una gamba e spaccarsi la testa, come un vero idiota, ma l'auto-ironia era assolutamente il suo pezzo forte.

"Mi ha tenuto a ballare tre ore, finché non è venuta perfetta"

"Ed è uscita bene?"

"Sì, va solo aggiustata ma il grosso è fatto"

"Dai, alla prossima ti vengo a vedere" Promise, mentre con la mano destra si portava alla bocca la sigaretta elettronica, cacciando via il fumo subito dopo. Aveva preso da poco il vizio, sebbene non fosse propenso ad ammetterlo. Christian, infastidito, aprì il finestrino.

Nessuno vuole essere Robin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora