Erano passati quattro giorni, e stava vivendo ufficialmente la fine della sua prima settimana di vacanza.
Si era svegliato tardi, anzi tardissimo per i suoi standard, con l'odore di ragù in giro per la casa e la sua nipotina saltellante sul letto, per richiamarlo.
Aveva vissuto una settimana carica di emozioni positive, e non poteva esserne più che felice. I ragazzi lo avevano coinvolto in qualsiasi cosa organizzassero - dal fare la spesa, ad un uscita in macchina o una passeggiata sul lungomare - e si sentiva seriamente parte di loro.
Gli sembrava di esserci sempre stato.
Di aver sempre preso parte alle pause sigaretta di Luigi, che continuava ad offrirgli una sigaretta pur sapendo che non fumasse.
Di essere sempre stato seduto al centro tra Cristiano ed Elena, che lo facevano tornare a casa con le lacrime agli occhi dalle risate e il cuore più leggero.
Di aver sempre ricevuto grattini e coccole da parte di Carola, che da quando aveva smesso di parlare con la propria in seguito a quella chiamata, aveva preso il posto di sua mamma.
Di aver sempre improvvisato latino con Leonardo, e di fingersi bresciano imitando l'accento particolarmente marcato di Albe.
Di aver sempre riso con Cosmary e Serena di Alex e del suo essere testardo e scontroso a volte.
Di aver sempre nuotato con Christian.
Gli sembrava di trovarsi in vacanza da ben più di una settimana, e questo aveva notevolmente influito sul proprio umore. Si sentiva propositivo, carico, ed energico anche nel fare qualcosa di stupido e noioso tipo buttare la spazzatura.
Aveva ormai preso il colorito aranciato del mare ed entrato nel pieno mood estivo, con le infradito perennemente incastrate ai piedi, la lattina di Thè in mano e le storie su Instagram al tramonto.
E a proposito del mare, alla fine Christian si era dimostrato più disponibile del previsto. Non c'era stato giorno in cui in spiaggia il moro non lo avesse preso da parte, per aiutarlo ad entrare almeno alla riva.
Gli teneva la mano, gli ricordava di muovere gambe e braccia e gli sussurrava frasi di incoraggiamento quando la paura lo assaliva.
Quando le onde si facevano più alte, arrivavano a toccargli la punta del naso e si sentiva travolto dalla paura, allora Christian era lì, a tenerlo per le spalle e ricordargli che non sarebbe affondato.
Ancora non riusciva a trascorrere più di due secondi sott'acqua senza sentirsi di nuovo catapultato in quel terribile ricordo, ma il moro non gli metteva fretta, e tantomeno se la metteva da solo.
La cosa che lo terrorizzava, era il dover chiudere gli occhi una volta immersi.
Il non poter vedere cosa lo circondasse - che non poteva essere più di qualche pesce, le rocce, l'acqua e la sabbia - lo faceva sentire instabile. In balia di qualcosa che non poteva controllare.
E poi aveva paura di non riuscire a risalire, come se qualcosa lo bloccasse giù da un momento all'altro.
E quando lo aveva esternato a Christian, con cui ormai aveva raggiunto una certa sintonia in mare, questo non aveva detto proprio nulla.
Gli aveva solo detto che andava bene, che era una cosa comune avere timore dell'ignoto. C'era chi lo manifestava con la paura del buio, chi degli spazi chiusi.
Che male c'era a vivere la stessa cosa di tutti gli altri nel mare?E allora si era sentito compreso.
Il moro gli ricordava che tutti, chi più e chi meno, avessero qualcosa che li rendesse più fragili. Solo, non è da chiunque riuscire a manifestarlo.
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Nessuno vuole essere Robin
Fiksi Penggemar"La verità è che sei bravo a illuderti, Christian, e a convincerti che tutti gli schemi che ti sei auto-imposto siano la cosa più giusta per te. Mi dispiace, allora, avvisarti che, la mia verità non è quella che a te piace raccontarti" E così dicend...