Capitolo Ventinove || Pressioni

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Luglio, 2022

Christian non aveva mai sopportato l'estate.

Troppo caldo, che inevitabilmente abbassava la sua voglia di vivere - già pari a zero - a sotto l'insieme N. Poi c'erano le zanzare, le meduse, il sale dopo il bagno al mare, la sabbia infilata nel costume e altre miliardi di cose che al momento non gli venivano.

Il caldo, più che il resto, lo rendeva pari ad un invertebrato anche nella danza, cosa che lo faceva arrabbiare e non poco.

Sua madre dopo giugno chiudeva i battenti, e salutava i propri studenti. Lo poteva comprendere, alla fine lavorava tutto l'anno, e almeno due mesi di vacanza le spettavano di diritto. Poi, Anna non se le godeva mica quelle giornate di stop. Continuava a pensare a nuove canzoni, nuovi passi, nuove storie da raccontare al rientro. E allora luglio e agosto volavano, per lei, e sostanzialmente era più stanca di prima.

Christian, invece, nel suo far niente, era perennemente esausto.

Aveva la fortuna di potersi allenare a casa, e per un consiglio o dritta aveva sempre sua sorella e sua madre a disposizione.
Però non era lo stesso.

Non quando ti devi preparare per un ballo in coppia, e non senti il partner da quattordici giorni.

Si era alla fine convinto che Mattia fosse rientrato nella sua vita con un solo obiettivo in testa: Complicargliela. E ci era riuscito, così facilmente che gli veniva la pelle d'oca.

In sole due settimane era tornato, ripresentandosi davanti lui ed Alex come amico di Dario e Sissi, era diventato uno studente di sua madre e suo compagno di danza. Erano usciti due volte, entrambe finite tragicamente, e, per chiudere in bellezza, lo aveva baciato.

Così. Perché gli andava.

E Christian non era certo un puritano, al punto da credere che un semplice bacetto potesse legare a vita due individui. Sapeva che non si sarebbero maritati e che fondamentalmente significasse niente, ma diamine! Due settimane senza poter almeno chiedere cosa volesse fare.

Lì per lì si era bloccato come un pesce lesso - gran figura di merda, col senno di poi - e non aveva fatto nulla, niente di niente! Né per impedirgli di agire, né per impedirgli di scappare a danno compiuto.

Era rimasto nel bagno per venti minuti, da solo, come un cretino, con un bacio incastrato in mezzo alle labbra, tremila pensieri diversi al minuto, e nessuno con cui poterli condividere.

Già, non lo aveva detto a nessuno.

Non per Mattia, ma si sentiva in soggezione ad ammettere a qualcuno quanto fatto.

Non era un tipo a caso, preso magari dalla discoteca. Era Mattia! L'ex di Alex! E parlarci era okay - anche se cominciava a sospettare non fosse più solo quello -, ma baciarlo, era decisamente troppo.

Ammettere di averlo baciato ed essere rimasto appeso, in bilico, per due settimane, era un po' come dare ragione ad Alex. Almeno, credeva.

Il suo migliore amico aveva sempre sostenuto che Mattia fosse bravo a giocare, a sbattere le ciglia un paio di volte e farti fare quello che vuole, e inizialmente ci aveva creduto. Poi, non sapeva come, aveva pensato di provarci, più o meno.

Insomma, compagni di ballo, compagni in sala, almeno lì dentro dovevano fingere di non odiarsi a vicenda.

Era necessario avere un rapporto in cui, okay magari non uscivano a braccetto la sera, ma almeno non sentivano la necessità di sputarsi in faccia a vicenda.

E che Alex non fosse d'accordo lo aveva capito, e lo comprendeva, da un lato. Dall'altro lo trovava esagerato. Non facevano niente di male se non ballare e bere succo all'ace - letteralmente -, non capiva tutta quella preoccupazione, nemmeno stesse frequentando un criminale.

Nessuno vuole essere Robin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora