Capitolo Ventuno|| Risvegli

630 59 70
                                    

"Chri, svegliati"

...

"Christian" Un leggero tocco sulle sue guance "Christian"

...

Silenzio.

"CHRISTIAN E CHE CAZZO"

Improvvisamente la sensazione di fresco lo colse, facendogli spalancare gli occhi all'improvviso, spaurito. Giusto in tempo per vedere sua sorella Alexia con in mano un bicchierino bianco di plastica, vuoto, e il suo naso cominciare a sgocciolare acqua.

La ragazza, vittoriosa, sorridendo si sedette accanto suo fratello, con fare apprensivo, mentre questo ancora nel pieno del sonno mentale, poggiava sulla spalla di lei la propria testa.

Gli lasciò qualche carezza sui capelli riccioluti, mentre sbuffava qualche lamento sul buongiorno appena ricevuto, i dolori che sentiva lungo tutta la tempia e la fronte, e il fatto che gli avesse anche bagnato il letto.

"Stavi facendo un monologo di tre ore su piscine, droga e succo all'ace nel sonno, non ti si sopportava più"

Christian alzò leggermente - perché quando i dolori si fecero più forti tornò a sotterrarsi dietro i capelli di sua sorella - la testa, con fare confuso.

Succo all'ace, piscine e droga.
Cos'era, l'ultima canzone trap del momento?

"Boh" Sbuffò "Mi ricordo ma non mi ricordo"

Alexia stette per rispondere, ma si interruppe, continuando a dare sollievo ai malesseri di Christian.

"Hai fatto uso di droga?" Se ne uscì poi lei.

"Ma sei rincoglionita?" Sbottò quello in risposta.

Alexia lo conosceva, in primis perché le loro prime volte le avevano sempre passate insieme, e non era assolutamente mai stata una loro curiosità dedicarsi a droghe, che fossero leggere o pesanti. Gli faceva schifo anche solo l'idea.

Ivan li prendeva in giro entrambi, a suo parere nascondendo l'ansia, dicendo che magari qualcuno avrebbe potuto mettergliela di nascosto nei bicchieri senza che se ne fossero accorti, visto l'aumento di notizie di quel tipo.

Già pensare di essere ritenuto da suo padre così stupido da farsi buttare roba nel drink come se fosse cieco, lo offendeva, ma sentirsi dire da Alexia che avrebbe potuto farne uso consapevolmente lo allibiva, il doppio.

"Ma che ne so, droghe, piscine e succo all'ace!?" Questa alzò la voce, già acuta, portandolo a storcere il naso dal fastidio.

"Il succo all'ace l'ho bevuto" Affermò.
Ne sentiva ancora il sapore, mischiatosi a qualcos'altro, in gola.

"E ti sei ubriacato con il succo all'ace, ma davvero?" Trattenne una risata.

"No" Si lasciò un po' trascinare "Ma non c'era nessuna piscina, e non parliamo della droga"

Eppure se li sentiva ancora premere alla tempia, insieme al dolore, quei due vocaboli senza alcun contesto intorno. Non aveva idea del perché, eppure doveva essere successo qualcosa durante la serata.

Nel dubbio avrebbe chiesto ad...Alex.

Magari avrebbe chiesto a Sissi, ecco sì, lei andava bene.

"Ma tu che ci fai qua?" Chiese poi ad Alexia "Non hai lezione con mamma oggi?"

La ragazza scoppiò a ridere.
"Sono le due passate, Chri" Non smise di sorridere "Te la sei presa come si deve la sbronza"

In risposta la spinse via, poggiandosi con la testa al muro.

Ogni volta finiva in quel modo, avrebbe dovuto smettere una volta e per tutte.

Nessuno vuole essere Robin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora