Christian non si mosse di una virgola, dopo lo breve scambio di parole con Mattia, eppure dentro di sé avvertiva solo e soltanto confusione.
Non avrebbe dovuto bere, ma alla fine gli era sembrato così stupido non versarsi un bicchiere, che ne aveva ingurgitati almeno quattro, nel giro di un'ora, fomentato da Albe, e Alex appiccicato a Cosmary.
Non avrebbe voluto essere lì, e ce l'aveva con Dario per aver insistito tanto, al punto da mobilitare Sissi, che quando si impuntava su qualcosa era capace di insistere per giorni, fin quando non cedi per sfinimento.
Si era impegnato per girare quanto più lontano possibile da proprietario di casa, senza poter far molto quando inavvertitamente lo trovava in cucina ad offrire cibo e bevande, o a ridere e scherzare sul divano con Dario e Sissi. Nemmeno chiudendosi nel bagno, da non così sobrio, gli occhi azzurri gli avevano lasciato scampo.
Non ricordava nemmeno cosa si fossero detti, solo l'eco delle risatine non trattenute di Mattia.
Da ubriaco diventava incredibilmente logorroico e propenso a dire stronzate. Si passò una mano sulla fronte sudata, e pensò che avrebbe fatto meglio a sedersi sulla prima sedia e non muoversi da lì per l'intera serata.
Iniziava a far freddo sul balconcino, complice l'umidità post-pioggia e il vento delle prime luci del mattino, eppure non aveva assolutamente voglia di rientrare. Non dopo le sollecitazioni di Mattia, che era sì padrone di casa, ma che non riusciva a farsi rispettare.
Peggio per lui.
Doveva però riconoscergli la bella casa - più che altro, concedergli -, tenuta in ordine e situata in un punto in cui non giungevano rumori. Veicolava tranquillità, e ci avrebbe volentieri passato una nottata da sobrio.
Le montagne del bergamasco gli erano da sempre piaciute, sin da quando suo padre lo portava con sua sorella a fare scampagnate, a vedere il lago, o a passare la Pasqua stesi su un telo da pic-nic. Per il bel mare, in estate almeno una settimana la passavano in Salento, ma anche lì in ammollo nell'acqua salata, il fresco delle montagne gli mancava.
Per permettersi una casa di quel tipo, gli Zenzola dovevano essere ricchi da far schifo.
Una villa, così grande, con tanto di piscina, non era spesuccia da niente.Ripensò a sua madre. Gli aveva detto che Mattia era stato campione mondiale di danze latino- americane da piccolo. Si immaginò un bambino dai ricci biondi e gli occhi azzurri tornare da una gara e dire ai propri genitori che avrebbe regalato loro una villa. Lui, un bambino, ai propri genitori.
Scoppiò a ridere dandosi del cretino mentalmente e lasciando che la testa ciondolasse da una spalla all'altra, intorpidita.Sentì gli occhi stanchi e non gli sembrò affatto una cattiva idea appisolarsi lì sul balcone, al fresco. Si lasciò avvolgere dall'atmosfera calma e rilassante, al punto da non far caso nemmeno al fatto che fosse proprio lì ad un passo dall'addormentarsi, fin quando qualcosa non ridestò i suoi sensi.
Si stropicciò lievemente gli occhi, e come prima cose vide il cielo dipinto dai colori dell'alba. Intontito si ridiede un contegno, sentendo gli accenni di quelli che se avesse dormito un po' di più sarebbero stati postumi. E pensò di esserselo immaginato o che fosse il verso di qualche uccello.
Poi lo risentì.
Un verso troppo sottile per appartenere ad un animale. Un verso che proveniva da dentro casa.Si passò nuovamente la mano in mezzo ai ricci, scompigliandoseli, e a passi lenti e incostanti - temette di svenire da un momento all'altro - rientrò., dimenticandosi anche di non volerla dare vinta a Mattia.
Non chiuse nemmeno balcone e zanzariera, lasciando che il fresco rianimasse la casa, sebbene tutti fossero troppo stanchi e in balia dell'alcol per rendersene conto in un primo momento.
Poi ancora quei versi.
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Nessuno vuole essere Robin
Fanfic"La verità è che sei bravo a illuderti, Christian, e a convincerti che tutti gli schemi che ti sei auto-imposto siano la cosa più giusta per te. Mi dispiace, allora, avvisarti che, la mia verità non è quella che a te piace raccontarti" E così dicend...