2.3 -Hai scatenato un sogno-

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-Ehi, possiamo parlare?- Ramon mi si avvicinò, facendomi uscire dall'ampolla di protezione dentro alla quale mi ero lanciata
-Certo, dimmi.-
-Mi dispiace per il modo in cui è stato affrontato il tuo discorso oggi, se avessero fatto a me le stesse domande probabilmente mi sarei anche rifiutato di rispondere.- ammise il piccoletto con la testa china
-Nessuno ti ha mai chiesto nulla?- domandai quasi stupida
-No, vedi, credo che tra gay e lesbiche o, nel tuo caso bisessuali, tendano sempre a fare questa differenza netta, per cui con la ragazza viene più semplice chiedere, mentre il ragazzo lo si "capisce" e basta.-
-Sai, non avevo mai pensato che potesse esserci davvero tutta questa differenza. Comunque è ok.- sorrisi quasi forzosamente
-Davvero è tutto ok?- la mora sapeva sempre come fare un entrata d'effetto
-Si Fe, è tutto ok- e sorridendo appena, decisi che quella conversazione doveva chiudersi qui, mi spostai in cucina, cenai ed andai a letto, quasi allo stesso orario della sera prima.

Pov Federica
-Pace?- il Piccolo mi raggiunse non appena finite le lezioni, con il mignolo tirato in su ed un sorriso tanto innocente a cui non avrei potuto dire di no
-Pace- e pronunciando quest'unica parola mi ritrovai le sue labbra sulle mie, non mi fecero, però, l'effetto che desideravo
-Sai, penso che io e te siamo così tanto l'opposto che potremmo quasi risultare complementari in realtà- stava per partire uno dei suoi innumerevoli monologhi -io sono il buio, tu sei lettaralmente la luce, io sono quello che parla senza nemmeno pensare, tu sei un pò più razionale e decisamente troppo empatica, io sono le paranoie, tu sei leggerezza. Non credo ci siano parole giuste per dirlo, ma so che, per qualche assurdo motivo, il nostro essere totalmente diversi ci renda speciali, quasi come se avessimo bisogno l'uno dell'altra per poterci sentire interi. Quindi, vedi, mi chiedevo se volessimo ufficializzare la cosa. Anche se alcune volte sono un idiota- ammise quasi con vergogna- potrei essere solo il tuo di idiota?- quella domanda mi ricordò quasi quei bigliettini che si scrivono alle elementari, quelli con le crocette su, la cosa mi fece sorride e senza esitare lo baciai accorciando ancora una volta la distanza tra le nostre labbra
-Si, ma- vidi i suoi occhi sgranarsi per un istante - prima devi promettermi che almeno ci proverai ad essere un pò meno idiota- sorrisi coinvolgendo anche lui che, subito dopo seguii il mio gesto
-Quindi abbiamo fatto pace e, adesso posso anche dire che sei la mia ragazza?- fece spallucce
-Vuoi proprio sentirtelo dire? Già è finita la premessa per cui dovevi essere un pò meno idiota?!- esclamai fingendo incazzatura
-Ma dai Feee, dillo e basta- mi pizzicò il ventre a mo di solletico
-Sono- avvicinai il mio volto al suo -la ragazza- lo baciai a mezza luna -di Piccolo!- esclamai per poi allontanarmi all'istante e vederlo ridere di gusto
-No, ma quindi state insieme adesso? Ufficiale, ufficiale?- Cricca spuntò dal nulla cogliendo entrambi di sorpresa e mettendosi a saltellare per tutto il portico, sembrava essere quasi più felice di me.
Credevo davvero di aver fatto la cosa giusta accettando di ufficializzare la cosa con Giovanni, ma qualcosa dentro di me mi stava letteralmente tenendo sveglia. Forse, però, non si trattava di qualcosa, bensì di qualcuno che, per altro, era stesa proprio nel letto vicino al mio. Mi girai verso di lei, guardandola dormire beatamente, teneva un braccio al di sotto del cuscino, mentre il suo corpo assumeva quasi una posizione a cucchiaio, era girata di spalle, per cui non potevo vederla in viso, ma avrei giurato che dormisse anche con il sorriso steso sulle labbra, quello che non si ostinava mai a togliere, quel sorriso che sapeva conoscermi. Avrei voluto stendermi al suo fianco e sentire il suo respiro sulla mia mano, mentre con l'altra le avrei accarezzato i fianchi, forse, solo all'ora, avrei potuto addormentarmi in maniera tranquilla; ma la cosa era impossibile e innaturale, lei aveva un ragazzo e, adesso ne avevo uno anche io.
Le assegnazioni per la puntata continuavano ad arrivare e, tra un testo ed un altro mi imbattei in una traduzione di, una canzone che probabilmente avrei cantato qualche puntata più in là. Eravamo soliti preparare le canzoni con largo anticipo, in modo da essere del tutto pronti a qualsiasi evenienza.
La canzone in questione era Never Enough di Loren Allred e, c'erano queste parole
*Hai scatenato un sogno con me, diventando più forte ora, puoi sentire questo rieccheggiare? Prendi la mia mano, condividerai questo con me?[..]Queste mani potrebbero reggere il mondo, ma non sarà mai abbastanza per me.*
"Hai scatenato un sogno", e lei, lei aveva decisamente scatenato qualcosa, qualcosa per cui Giovanni, non sarebbe potuto essere abbastanza, ma nella vita bisogna accontentarsi, giusto?
Non potevo rischiare di buttarmi in qualcosa che non conoscevo, trascurando la sicurezza che avevo dall'altro lato. E no perché pensassi di non piacere ad Angelina, o comunque di poterle piacere, ma perché non ero pronta ad ammettere a me stessa la verità.

Pov Angelina
Era passata appena una settimana dalla mia entrata in casetta e, finalmente era arrivato il giorno della mia prima registrazione da allieva ufficiale.
Questa cosa mi metteva un pò di panico, ma al tempo stesso mi rendeva felice. Non avrei mai permesso a niente e nessuno di distrarmi dalla mia esibizione, ogni volta che salivo sul palco, l'unica cosa a prevalere era la mia innata sicurezza, cosa che decedeva sicuramente al di fuori di queste, per non dire che non esisteva proprio.
La registrazione iniziò e, come ad ogni puntata, Maria annunciò una gara. Il fatto di dover essere in "competizione" con Fede un pò mi dispiaceva, ma dopo aver appreso la bella notizia del suo "fidanzamento" con Piccolo avevo deciso di voltare pagina e non infognarmi ulteriormente. Ma il mio pugno di ferro cadde subito dopo averla vista cantare Me too, una dei giurati le disse che aveva fatto sua la canzone mettondo su un pizzico di "sexitudine" che possibilmente mancava nella versione originale, non potevo assolutamente essere più daccordo con le sue parole. Mi mordevo le labbra da sola a sentirla cantare in quel modo, ma avevo deciso, non dovevo pensarci.
Durante la pausa andai in bagno di corsa, avevo assunto forse così tanti liquidi da sentirmi un'anziana dalla forte incontinenza, bussai alla porta del bagno che evidentemente era occupato, una voce familiare mi rispose
-Esco, esco, un attimo- era lei, figurati, chi poteva essere fra tutti se non lei?
-Oh, sei uscita, si devo andare, grazie.- accennai una conversazione praticamente con me stessa, indossando sul viso una vergogna che andava oltre l'inverosimile.
Uscita dal bagno trovai lei ancora lì, con le spalle contro il muro, come se stesse aspettando me. Decisi comunque di ignorarla e dirigermi al lavandino per lavarmi le mani, ma lei continuava a seguirmi con lo sguardo.
-Perché mi fissi?- non so dove trovai il coraggio
-Mi sentivo osservata sul palco, quindi volevo farti sentire cosa si prova- quelle parole mi fecero serrare la mandibola, deglutii
-E cosa ti fa pensare che fossi io ad osservarti?- mi voltai verso di lei tenendo ancora le mani poggiate al lavandino
-Sai, mentre canto ho questa orrenda abitudine di guardare i monitor. Quindi si, mi fissavi, non puoi negarlo- la cosa mi spiazzò all'istante
-Hai cantato bene, ma poi io guardo tutte le esibizioni, mica mi faccio i fatti miei in puntata.- dissi tutto in modo talmente serio che quasi ci credetti anch'io, la mora, in compenso, restò a bocca aperta per un istante
-Pensavo di piacerti- quell'affermazione mi aveva distrutto lo stomaco, lei chinò la testa ed io non potei fare a meno di avvicinarmi per poi prenderle incosciamente la mano
-Mi piace davvero tanto come canti.- affermai, sperando che questa fosse la risposta che tanto desiderava ricevere
-Anche a me piace come canti tu- il viso della mora si sollevò ed i suoi occhi color miele si infognarono nei miei, creando quasi un esplosione di colori che non avrei saputo riconoscere, il mio viso si avvicinò al suo e le nostre fronti si toccarono, la vidi chiudere gli occhi protrarre le sue labbra contro le mie, ma non potevo permetteglielo, mi staccai velocemente
-Dovremmo ritornare- le dissi porgendole la mano, non l'afferrò nemmeno, semplicemente mi passò avanti e tirò dritto, quasi come se, per qualche assurdo motivo che non mi spiegavo, io l'avessi delusa.

*Spazio Autrice*
Ho aspettato l'intervista di Fede a Verissimo per poter pubblicare questa ultima parte del secondo capitolo. Non so voi, ma vederla parlare di Ange e poi di Piccolo in quel modo mi ha dato troppo fastidio (😅) Comunque il terzo capitolo l'ho già iniziato, se riesco domani ve lo pubblico direttamente per intero. Ancora una volta spero che la storia vi piaccia, io ho sempre scritto poesie, quindi scrivere in prosa mi viene sempre molto più difficile, spero di non deludere le aspettative di nessuno, cerco il più possibile di non risultare troppo "elementare".
Bacini (di Fede) per tutti ^*^
Ps. Se avete tempo riguardate le esibizioni delle ragazze, in particolare quella di Ange del 20 novembre, il cameraman aveva già capito tutto!

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora