9.4 -Insegnami-

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Sentivo gli occhi della bionda starmi pesantemente addosso. Continuai a camminare in maniera lenta aspettando di sentire i suoi passi avvicinarsi ai miei. Odiavo il modo in cui mi stava facendo penare. Una volta giunta alla porta del bagno mi voltai nella speranza di vederla, non la trovai.
Girata la manovella mi feci spazio tra la porta color legno che separava il corridoio dal bagno. Entrai sempre a passo lento richiudendomi, poi, la porta alle spalle. Iniziai ad alzare la maniglia della doccia per poi giocarci spostandola a destra e a sinistra per regolare il getto dell'acqua calda, una volta giunta la temperatura giusta mi bloccai fissa sulla porta. Non potevo credere al fatto che davvero mi stesse appendendo così. Quindi decisi di iniziare a spogliarmi iniziando dal levarmi la felpa, la maglietta sottostante, i pantaloni della tuta ed infine l'intimo. Mi infilai in doccia maledendo Angelina.
Decisi per quella sera di non lavare i capelli, non avevo proprio voglia di far lo shampoo, tanto, in ogni caso, non erano nemmeno sporchi, era semplice fissazione mia il fatto di doverli lavare ogni giorno con tanto di messa in piega inclusa.
Così, finiti i 5 minuti di riflessione muta sotto il getto d'acqua calda, decisi di prendere in mano il bagnoschiuma e di velocizzare il tutto, ma proprio mentre stavo iniziando ad insaponarmi senti la manovella della porta girate, mi maledii pensato di averla lasciata aperta solo per quella scema di Angelina che non si era nemmeno fatta viva.

-Sto in bagno io!- Urlai da sotto la doccia intenta a farmi sentire.
-Fai silenzio!- Mi zittì Angelina varcando la porta del bagno e chiedendola subito dopo. Sentii la chiave girare nella serratura.
-Ah. Sei tu.- Biascicai senza nessun tipo di esclamazione.
-Aspettavi qualcun'altro?- Non potevo guardarla in viso, ma immaginavo già la sua espressione imbronciata.
-Dato quanto ci hai messo ad arrivare.- Sbottai per poi continuare. -Mi sa che la prossima volta invito davvero qualcun'altro.- Ringhiai appena sentendola sbuffare.
-Non potevo entrare in bagno con te. Sarebbe stato strano.- Ammise lei facendomi riflettere su una cosa a cui, realmente, non avevo pensato. Dentro la casetta sapevano ormai tutti di noi, chi più chi meno. Ma fuori di qui? Sarei stata pronta a far sapere di me ed Angelina nel mondo reale?

-Forse, per la prima volta, hai ragione.- Ammisi io sbuffando. Non mi piaceva sbagliare.
-Hai già fatto in doccia? Mi dovrei lavare?- Volevo strozzarla, giuro.
-Non esco finché non entri.- Sbottai incazzandomi leggermente per poi sentire ridere la piccola Engy di rimando. -Cazzo ridi?- Continuai a rimanere seria anche se in realtà trovavo davvero tenero tutto ciò, il suo imbarazzo e la sua delicatezza nel far le cose. Così, in ogni caso, decisi di prendere l'iniziativa affacciando la testa dal box doccia. -Se non entri, esco e ti vengo a prendere io.- La fissai in un modo che stava tra il minaccioso ed il provocante.
-Esci.- Incrociò le braccia in segno di sfida. Non me lo feci ripetere due volte. Aprii completamente il box doccia lasciandomi nuda davanti a lei. Vedendo la sua espressione sorpresa, questa volta, non potei fare a meno di ridere.
-Sei completamente bagnata.- Osservò lei facendomi notare le pedate sul pavimento del bagno.
-Stavo in doccia. Mi volevi asciutta?- Io nervosa.
-No.- Deglutì pesantemente.

-Engy. Quella inesperta in queste situazioni dovrei essere io.- Ammisi avvicinando il mio corpo al suo, per poi prendere la sua mano e poggiarmela sui fianchi. -Insegnami.- Sussurrai. Lei, di rimando, iniziò a mangiarsi le labbra a morsi. Continuava a guardare i miei occhi come se il suo sguardo si rifiutasse di andare giù. La sua mano iniziò a muoversi dai miei fianchi lungo tutta la mia schiena. La guardai fissa per poi levarle la maglietta. -Insegnami.- Sussurrai ancora una volta avvicinando la mia bocca al suo orecchio sinistro. -Insegnami.- Le sfibbiai il reggiseno per poi vedere i suoi seni nudi davanti ai miei sfiorarsi leggermente. Le sbottonai il Jeans per poi fiondare la mia mano al suo interno lungo il suo fondoschiena. Le nostre labbra a pochi millimetri erano eccessivamente vogliose di baci che non tardarono ad arrivare. Quando, poi, le labbra di Angelina si staccarono dalle mie per scivolare giù sul mio collo, una sensazione di piacere mi fece inarcare, inevitabilmente, la schiena. La strinsi ancora più forte a me. Volevo sentirla mia. Così, mentre lei continuava a mordicchiare piano piano il mio collo io decisi di spostare la mia mano, una volta sul suo sedere, sulla sua intimità. Volevo giocare con lei nello stesso modo in cui lei stava giocando con me. Con l'altra mano la spinsi in direzione della porta per permetterle di appoggiarsi su quest'ultima ed assumere una posizione più comoda della precedente. Sentire le mie mani bagnate al contatto con la sua pelle mi fece sorridere. Iniziai a giocare con il suo clitoride per poi scendere sempre più in basso sulle sue labbra. Aprii leggermente anche quelle. La sentii gemere di piacere. Le sue labbra si spostarono ancora una volta, facendole assumere ancora una posizione più ristretta sui miei seni piccoli. Quando iniziò a tirarli a se tra le labbra, la mie dita non potettero fare a meno di iniziare ad entrarle dentro lentamente. Per un'attimo mi sentii inadeguata alla situazione, ma sentire i suoi piccoli gemiti di piacere mi rassicurò all'istante. -Insegnami.- Con la mano libera spostai la sua mano sulla mia intimità, ricercando anch'io quel contatto, mentre le mie labbra, sempre più fredde, andarono alla ricerca delle sue. Quando le sue dita sfiorarono appena le mie labbra, sentii l'umidità colarle addosso. La niña strofinò più volte due dita su quest'ultima, per poi sollevarle lentamente e poggiarle al di sopra della sua bocca, vederla assaggiare il mio sapore mi imbarazzò. Una volta aver inumidito le dita con le sue labbra riscese sulle mie. I piccoli movimenti circolari sul mio clitoride sembravano già essere necessari al mio crollo. -Aspetta.- Sussurrò lei. -Fermati un attimo.- Mi bloccò la mano che stava ancora giocando, ormai, con le sue piccole labbra. Mi fece voltare di schiena. Il mio sedere sul suo ventre. Le sue labbra di nuovo sul mio collo e le sue dita, sta volta, dentro di me. Sentire quel movimento orizzontale trapelarmi dentro mi fece urlare di piacere. -Shh.- Mi zittì lei poggiando l'altra mano al di sopra della mia bocca in un gesto estremamente tenero e delicato. Annuii iniziando a mordermi le labbra per trattare i miei sospiri rumorosi. Il mio corpo iniziò a muoversi alla stessa velocità delle sue dita facendomi sentire i suoi jeans ancora addosso. -Cazzo.- Biascicai finalmente venendo e girandomi di scatto pronta a baciarla. -L'attesa ne è valsa la pena.- Le sorrisi sulle labbra. -Ma adesso.- Le tirai il labbro superiore tra i denti. -Lascia finire me.- Tornai seria facendola spogliare completamente. Incrociai le mie gambe alle sue costringendola ad aprirle. Riposizionai la mano sullo stesso posto di qualche minuto prima. Imitai i suoi gesti. Lei imitò i mie. Sentirla venire sulle mie mani fu ancora più soddisfacente.
-Adesso ho bisogno di una doccia.- Rise di gusto Angelina facendo ridere anche me.
-Sei proprio scema.- Vedere i suoi occhi lucidi fissare i miei mi riempiva di gioia.
-Anche tu un po' lo sei.- Biascicò. -Solo che non lo ammetterai mai!- Esclamò facendo una piccola smorfia che mi fece sorridere ancora.
-Dai che ti lavo.- Dissi seria.
-Non ti è bastato?- Continuò a ridere lei.
-Quanto sei maliziosa! Voglio solo fa na doccia. Non ci dormo con te così sudata.- La guardai male riprendendo la Federica acida che avevo abbandonato per qualche istante.
-Quindi dormi con me?- Mi sorrise continuando a tenere le sue braccia ancorate alla mia vita.
-Si.- Assunsi un'espressione da cucciolo, un po' atipica secondo i miei standard e, annuii per poi lasciarle un bacio casto sulla bocca. -Però lavati!- Sbottai.
-Risciacquati tu ed esci. Così nessuno pensa male.- Disse lei tornado seria. -Mi aspetti a letto, ok?- Mi baciò sul naso.
-Ok.- Sorrisi per poi fare come aveva detto lei.
Una volta risciacquata l'aspettai in camera sua.

Pov Angelina
Vedere Federica lasciarmi a palo sul corridoio mi mise a disagio. Volevo seguirla in bagno, ma prima avrei dovuto trovare il coraggio per farlo. Così, dopo la sua resa, fumai un'ultima sigaretta cercando un motivo valido per non fiondarmi in doccia con lei: inutile dire che non lo trovai.
Finita la sigaretta pensai subito che quell'attesa poteva essere giustificata tranquillamente dal fatto di non voler dare nell'occhio. Cosa a cui, effettivamente, non avevo pensato fino a quel momento.
Così, mi diressi nel bagno nella speranza di trovarla ancora dentro. Quando vidi la porta chiusa, ma non a chiave, un mattone allo stomaco iniziò a sprofondare tra le viscere. Con Fede era tutto diverso e, senza ombra di dubbio, lo sarebbe stato anche far l'amore con lei.

Quando la sbruffona (finta apatica) mi si presentò nuda davanti, non potei fare a meno di notare la perfezione dei suoi seni, del suo fondoschiena, delle sue spalle asimmetriche, del suo corpo, dei piccoli nei sulla sua pancia che disegnavano costellazioni mai viste.

Vedere il modo in cui aveva preso l'iniziativa mi lasciò a dir poco senza fiato. Era stata brava in tutto. Era stata vera. Non potei fare a meno di sentirmi bella anch'io sotto la sua stretta.
Quando poi restai sola in doccia feci scivolare via ogni preoccupazione. Volevo continuare a sentire lei dentro di me. Nient'altro. Il fatto che si fosse mostrata, forse per la prima volta, totalmente vulnerabile davanti ai miei occhi, era stata sicuramente la cosa più bella di tutto ciò. L'avevo spogliata dalle sue insicurezze e lei mi aveva spogliata dalle mie.
Asciutta, pulita e già in pigiama, mi diressi verso il mio letto dove trovai Federica intenta ad aspettarmi già sotto le lenzuola, sembrava essersi addormentata, ed un orologio che segnava l'una di notte ticchettava i secondo in modo insistente.
Feci attenzione ad infilarmi su quella piccola svolta che era rimasta aperta.
Una volta stesa iniziai a guardarla per poi farle scivolare le mani sui capelli.

-Sei qui.- Vidi i suoi occhi dipinti spalancarsi davanti ai miei.
-Non volevo svegliarti.- Ammisi continuando ad accarezzarle i capelli.
-Sei bella Engy. Sei davvero bella.- Ammise completamente assonnacchiata provocandomi un sorriso sincero.
-Sei tu che mi rendi bella.- Ammisi io calandomi sul suo viso e baciandola sul naso.
-No. Sei bella Engy. Sei bella tu.- E pronunciando queste parole richiuse gli occhi facendo poi un gesto buffo con la bocca: segno che aveva bisogno di dormire. Così la lasciai fare e, lentamente, seguii Morfeo insieme a lei: Lasciandomi cullare dal suo sguardo piccolo e dalle sue labbra sorridenti.

*Spazio Autrice*
Seguo Fede ed Engy e vado a dormire anch'io! Buonanotte ^*^

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora