Pov Angelina
È snervante come il mio modo di approcciarmi alla vita debba per forza essere così delineato e, allo stesso tempo, sintetico.
Avevo questa parte razionale dalla quale non riuscivo a distaccarmi che, inizialmente, sembrava proteggermi, ma che adesso, con il senno di poi, mi stava solo imprigionando.
Non avevo mai trovato un equilibrio su questo oltre al mio continuo sorridere e far capire a tutti che andava tutto bene; spoiler: non era affatto vero, non andava per niente bene.
La notte di capodanno erano successe talmente tante cose che avevo deciso di prendermi il mio tempo per poter razionalizzarle tutte, non avrei dovuto farlo.
Quando alle seconda registrazione di gennaio venne fuori il disastro di quella notte, Valeria venne travolta dalle conseguenze delle sue azioni. Nonostante le avessi parlato poco dall'ora, non potei impedirmi di salutarla quando a vincere la sfida immediata non fu lei.
Così, subito dopo la puntata, me la ritrovai in sala relax con già le valigie pronte, avevo provato amore per quella ragazza e, nonostante tutto, la sua uscita dal programma non era una cosa che stavo reggendo bene.-Mi dispiace.- Le sussurrai quelle parole consapevole che Federica fosse nella stessa stanza e, che così facendo, mi stavo giocando male l'ennesima carta.
-Lo so, non fa nulla. Avrei dovuto prevederlo.- Valeria si voltò un attimo come ad assicurarsi che nessuno ci stesse ascoltando, poi continuò a parlare. -Angelina, non avrei dovuto farti riaprire così la porta del passato. Ti ho ferita e, non solo te.- Con la coda dell'occhio guardò Fede. -Sembra una brava ragazza, dovresti smetterla di pensare così tanto alle cose ed iniziartele a vivere. Ricordi il giorno in cui mi portasti al mare qui a Roma?- Sorrisi nel ricordare quel momento. -Vedi, io non te l'ho mai detto, ma quello fu il giorno più bello insieme a te. Eri libera, non pensavi ad altro se non a noi e alla tua musica. Tu non meriti la prigione dentro la quale ti sei auto convinta di stare. Meriti che il mondo conosca la parte più vera di te, quella che fa sorridere gli altri e se ne prende cura, quella che sa sempre cosa dire, ma anche quella che ogni tanto crolla perché non riesce a fare i conti con i pensieri che le martellano la testa. Tu sei questa Ange, non devi mai vergognartene e, da quel poco che ho visto, ti dico che a Federica, tu, piaci così come sei, altrimenti non si sarebbe messa in gioco così tanto, non credi?- Eravamo lì per lei, ma questo non la frenò dal dirmi tutto quello che pensava. Apprezzai molto il suo gesto, anche se ancora non capivo bene. I miei neuroni, di fatto, tendevano sempre a collegarsi qualche secondo dopo. Non parlai, ma per smorzare il silenzio la strinsi forte a me, ne avevamo bisogno entrambe: di un addio degno di essere chiamato tale.Una volta rientrata in casetta le parole di Valeria continuavano a martellarmi il cervello, come quando stai in apnea per troppo tempo e, senza volerlo, inizi a respirare sott'acqua, ma questa a un certo punto ti entra dentro e, piano piano inizi ad affogare, ci sono due modi per affrontare la situazione: ti lasci morire o reagisci.
Il mio mental breakdown stava continuando, ma questa volta avrei voluto reagire.
Quando però entrai in cucina mi ritrovai ad osservare una Fede sorridente, non la vedevo sorridere da così tanto che quasi avevo scordato la bellezza delle sue labbra quando si tiravano in su, quella, penso, fu la mia risposta: dovevo vivere, ma senza forzare le cose.
La lasciai lì con Madda e Samu e mi diressi in camera a scrivere, avevo così tanto bisogno di mettere i miei pensieri nero su carta che non contai neppure più il tempo, si era fatta già sera ed io non avevo neppure ancora cenato.-Ehi tu.- Quel "Ehi tu" solitamente pronunciato dalla bruna, questa volta, venne fuori dalla bocca di Wax.
-Ehi.- Ci guardammo per un istante come a non sapere come continuare quella conversazione, d'altronde non avevamo parlato tanto da quando avevo scoperto che era andato a letto con la mia ex.
-Scrivi?- Alluse al quaderno che tenevo in mano.
-Già.- Smorzai un sorriso controvoglia. Poi dovetti sollevarmi dal letto e fargli spazio.
-Come stai?- Quella era una domanda alla quale non avevo mai saputo rispondere sinceramente, ma con Wax decisi di farlo.
-Non sono arrabbiata con te se è questo quello che vuoi sapere.- Lui restò incartocciato nella sua espressione. -Detto ciò, ho davvero bisogno di un amico adesso, quindi smetti di fare il babbeo?- Gli pizzicai il braccio sperando in una sua reazione.
-Signorina Mango, a suo servizio.- Il suo mezzo inchino, più delle sue parole, mi fece sorridere di nuovo, ma questa volta in modo più sincero.
-Voglio smetterla di piangermi addosso.- Ammisi tornando seria.
-Sarebbe anche ora.- Lo guardai un po' male.
-Però con Fede- Alzai gli occhi al cielo come a cercare la forza per continuare ad esprimermi, non era facile per me. -Oggi l'ho vista sorridere, sai? Non la vedevo così da tanto tempo. Non voglio rifiondare nella sua vita se non sono ancora pronta a gestire bene la mia, capisci cosa voglio dire?-
-Si, lo capisco e lo approvo anche, ma sappiamo entrambi che lei non ti aspetterà per sempre.- Wax mi mise di fronte ad una verità che non volevo ammettere: il tempo cambia tutte le carte in tavola, le rimescola.
-E se già avesse smesso di aspettarmi?- Questa era la cosa che più mi terrorizzava.
-Chiediglielo, no? Perché vivere sempre nel dubbio. Al massimo restate amiche.- "Amiche".
-E se dovesse respingermi? Se la perdessi anche come amica?-
-Angelina, ascolta, in questo momento non siete completamente nulla, quindi se il peggio che può capitare è che voi restiate amiche allora che ben venga. Te lo farai bastare finché non riuscirai a riconquistarla.- Mi piaceva il modo in cui Wax riusciva a trovare una soluzione a tutto, invidiavo molto quel suo lato spavaldo, sembrava non avesse paura di nulla, anche se in fondo non era davvero così. I miei silenzi occuparono davvero troppo spazio, stavo ritornando a perdermi nei miei pensieri.
-Che ci fai ancora qui? Vai a prendertela.- Wax si alzò dal letto invitandomi a fare la stessa cosa. Non me lo feci ripetere due volte. Dovevo reagire e non lasciarmi morire ancora e ancora.
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Scivola nelle mie Mani vuote
FanfictionE se le nostre fantasie fossero realtà? Ecco come l'ho immaginata io.