Cap13.2 - Ma non abbiamo fatto l'amore-

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Pov Angelina
L'ultima dell'anno era stata quella che avrei potuto, forse, definire la serata più assurda, strana, iconica, devastante di tutta quanta la mia vita.

Avevo perso tutto: dalla testa al cuore.
Avevo perso la ragione.
La discussione a senso unico con Federica non aveva portato a nessun risultato.
Avrei voluto che lei capisse il disagio che stavo provando; la paura che mi ero ricucita addosso ed i sensi di colpa che non mi mollavano erano solo l'emblematico ricordo di tutto ciò che poteva apparire misero e insensato nella mia inutile vita.
Non era colpa sua, ma del mio cervello mal funzionate, io ci avevo provato ad essere una persona normale, a vivere nel modo giusto ogni singola emozione, ma quando il passato ti bussa alla porta in modo così prepotente, seppur imbevuta di buona volontà, è difficile non ricadere negli stessi errori.
Io sapevo di amarla, lo sapevo anche quando le mie crisi con Valeria si stavano dimostrando ottimali a loro modo, però, l'amore, alcune volte non basta.
Lei voleva delle risposte che io avevo e che avrei potuto darle, ma a che pro? Se non mi fossi rimessa in sesto il nostro amore avrebbe perseguito ancora e ancora gli stessi sbagli, fino ad annientarsi da solo.
Mettermi a nudo davanti alla mora era la cosa che da sempre mi aveva terrorizzata, sai che è brutto perdere qualcuno, ma se lo perdi a causa tua e dei tuoi sbalzi d'umore la cosa rischia di distruggerti e di mandarti al "macello".
Le avevo aperto una porta all'interno della mia testa sperando, comunque, che lei potesse riuscire ad ambientarsi in quel disordine così lercio, ma il suo provare a mettere ordine, su qualcosa che non avevo mai saputo riordinare neppure io, mi faceva sentire vulnerabile: non potevo permettermelo.
Così, come una routine programmata già direttamente dal mio cervello, sapevo bene cosa fare e quale strada imboccare per non perdere nuovamente me stessa.

-Adesso hai una risposta?- La mora, ancora sopra di me, aveva del tutto cambiato atteggiamento e tono ritornando il più seria possibile.

-Si.- Ne avevo una, ma non avrei usato la verità. -Mi hai scopato.- Ammisi senza poter negare l'evidenza. -Ma non abbiamo fatto l'amore.- Sapevo che quella sarebbe stata una pugnalata per Fede. -Hai fatto tutto tu Fe, mi hai anche impedito di toccarti.- Ero consapevole del fatto che lo avesse fatto per punirmi, per avere il controllo su di me, ma dovevo usarlo a mio vantaggio.

-Sai perché l'ho fatto.- Si sollevò per poi mettersi seduta.

-È vero, lo so. Ma so anche che, in questo momento della mia vita ci sono troppe cose in ballo e, non posso, né per me, né tanto meno per te, farci questo.- Il discorso mi uscì così pulito che spezzò il cuore anche a me pronunciare quelle frasi con tutta quella freddezza addosso.

-Tu mi ami?- Non mi guardò neppure, ma potevo immaginarmi la condizione dei suoi occhi solo all' ascolto della sua voce.

-Ti amo così tanto che ti sto lasciando andare.- Mi strinsi alla spalliera del letto tenendomi immobili le ginocchia, non volevo che lei percepisse quanto fossi irrequieta in quel momento.

-Questo non è amore.- Questa volta si voltò alla ricerca del mio sguardo. -È solo una scusa.- Si alzò dal letto.

-Fede, aspetta.- Cercai di seguirla, ma non appena le afferrai il braccio mi strattonò via.

-Io ci sarò sempre per te, sei la mia migliore amica, la persona con cui non mi faccio problemi a parlare di nulla, la mia migliore confidente. È questo che eravamo noi Ange, almeno, io, mi ero illusa che fosse così per entrambe, che i tuoi casini potessero essere tranquillamente anche i miei- Chinò la testa mentre le sue guance iniziarono a colorarsi di rosso e sale. -Ma evidentemente mi sono sempre sbagliata. Hai così paura di mostrarti vulnerabile che rinunci ad una cosa bella e vera come questa!- Il suo stare male stava ricominciando, piano piano, a trasformarsi in aggressività. -Mi dispiace se la tua testa non funziona come dovrebbe. Anzi no, mi dispiace che per te sia un problema che la tua testa non funzioni come dovrebbe.- Riformulò la frase. -Perché per me, Ange, la tua testa è qualcosa di così tanto bello da essere addirittura la ragione per cui io mi sono innamorata di te. Non mi sono innamorata dei tuoi sorrisi, ma del modo in cui sorridevi nonostante non ci fosse un cazzo di motivo per farlo. Non mi sono innamorata del tuo coraggio estremo, ma della tua paura mascherata da coraggio. E non mi sono innamorata delle tue battute, ma dei tuoi silenzi quando ti sentivi così maledettamente a disagio da non saper cosa dire. So che per te è strano tutto questo, ma per me ha un nome, e sei tu, ed è l'amore. -Sentirle dire tutto ciò stava compromettendo, ancora una volta, le mie emozioni: avevo paura.- Quando non hai bisogno che tutto sia perfetto e, sai benissimo che non lo sarà mai, ma ti va bene lo stesso per il modo bello in cui ti fa sentire viva. I tuoi difetti mi facevano sentire così e, adesso, tu li vuoi mascherare, li vuoi nascondere, come se io non li conoscessi già tutti o quasi. E sai qual è la cosa che più mi manda in bestia? -Alzò il tono di voce quasi a volermele urlare quelle parole lì.- Non posso odiarti per quanto ti amo. Quindi vuoi i tuoi spazi? Ancora? Li avrai. Ma non metterci troppo, perché non ti aspetterò per sempre.- Così, si voltò lasciandomi senza parole, immobile, quasi pietrificata, non riuscì a muovermi, la lasciai andare.

Mi aveva nuovamente concesso del tempo nonostante io non lo meritassi, perché? Non riuscivo a capire. Ma il mio blocco emotivo era appena cominciato.

Senza Pov
-Che cazzo sta succedendo qui?- La scena che seguì fu esattamente questa: una Valeria incazzata nera che si dirigeva a passo svelto verso Ariete mollandole un ceffone.

Mattia, d'altro canto, si era appena diretto fuori, dove una Federica distrutta l'aveva raggiunto.

-Che diavolo è successo?- La mora cercò comunque di rimettersi in pari con la serata e, la presenza di Alessia al suo fianco le aveva solo che potuto conferire quella forza che stava, piano piano, perdendo.

-Credo che Maddalena sia andata a letto con Ariete.- Fede sgranò gli occhi sorpresa. -E credo che Valeria pensi la stessa cosa.- Concluse Mattia senza trasmettere emozioni di alcun tipo.

-Io penso però che Valeria sia stata con Wax in tutto questo.- Alessia non si era persa nulla.

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora