Cap11.4 -un'ultima volta-

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*Ascolta la canzone in alto*

-Wax, pensi che si possa davvero risolvere?- Il mio sguardo appiattito si fiondò sugli gli occhi del ragazzo di fronte a me, non avrei mai pensato di chiedere consigli a lui, ma era un punto di riferimento per Angelina all'interno della scuola, quindi, mi trovai "costretta" a farlo.
-Io penso che lei tenga davvero tanto a te, altrimenti non avrebbe reagito in quel modo prima.- Ammise lui.
-Si, ma sai quanto Angelina possa risultare maledettamente buona. E se si sentisse talmente tanto in colpa nei confronti di Valeria da auto convincersi che sia più giusto ritornare su i suoi passi?- Era questo il problema che mi aveva annebbiato la mente sin dall'inizio.
-Avrebbe senso, se lei non avesse costruito qualcosa con te. Ma adesso ci sei anche tu nell'equazione. E lei è troppo buona per pensare anche solo di ferirti, no?- Dare così credito a Wax era da folli, ma continuava ad avere ragione. Il suo, era un punto di vista che non avevo considerato.
"E se per non ferire me lasciasse andare il suo vero amore?"
Mi sentii ancora più confusa di prima. Avrei dovuto lasciarla andare al suo vecchio destino o l'avrei dovuta tenere stretta a me impedendole di recuperare una storia che, a quanto pare, non sarebbe mai dovuta finire?

I ragazzi continuarono a parlare tra loro cambiando totalmente argomento, ciò mi fece riflettere e capire che loro avevano una vita al di fuori dei miei problemi sentimentali con Angelina. Questo significava solo una cosa: avremmo dovuto risolverla tra di noi.
Così, presa da una vena di coraggio, decisi di cercarla per darle la possibilità di raccontarmi ogni cosa.
Una volta rientrata in casetta mi diressi subito verso la sua stanza, la trovai lì, stesa su un letto sonnolente. Mi avvicinai con cautela cercando di non svegliarla in modo bruto. Poggiai letteralmente le mie natiche sul suo letto e con una mano le spostai una ciocca di capelli che aveva finito per coprirle il viso. Guardarla dormire era una cosa che mi mancava e, il solo pensiero che qualcun'altro, anche se solo per una notte, l'avesse fatto al posto mio, mi fomentò rabbia e agitazione.
I suoi occhi chiusi di marcatura scura verso il basso mi fecero, però, capire quanto in verità quella situazione non facesse bene neanche a lei. Avrei dato il mio mondo per riuscire anche solo a proteggerla da quel caos, ma non ne avevo il potere e la cosa mi faceva sentire sempre estremamente impotente. Lei meritava la luna, ma io riuscivo solo ad arrivare alle stelle.
Quando il suo naso iniziò a storcersi in un gesto buffo capii che si stava per svegliare, vedere i suoi occhi aprirsi leggermente, poi, me ne diede la totale conferma.

-Ehi- Le sussurrai.
-Ehi- La voce impastata dal sonno la rendeva ancora più piccola e appetibile di quanto già non fosse solitamente.
-Posso stendermi accanto a te?- A quella richiesta mi fece spazio sul suo letto. Le diedi la schiena poiché continuare a guardarla negli occhi mi avrebbe fatto troppo male. Il suo braccio mi avvolse all'istante in una stretta che parve dire "non ti lascio più andare"; sperai fosse vero.
Ci addormentammo così, cullate dal silenzio e dalle mie mille paure. Finalmente, però, riuscii a dormire, speranzosa del fatto che, una volta sveglia, lei fosse ancora lì al mio fianco.

Pov Angelina
Dopo il rifiuto della mora, risvegliarmi con la sua mano sul viso mi diede speranza. Avremmo dovuto parlare. Avrei voluto confrontarmi con lei su ogni cosa. Era la mia migliore amica, la miglior complice che potessi desiderare. Quella persona da cui cerchi una carezza quando stai male e, la stessa che cerchi tra gli sguardi quando qualcosa ti fa ridere tanto. Quando però mi spezzò i piani chiedendomi di farle spazio sul letto decisi di assecondarla e di stringerla a me così forte da poterla sentire ancora per una volta mia.
Sentire il suo respiro sulla mia mano farsi sempre più pesante mi fece pensare a come aveva dovuto dormire la notte prima dopo che i ragazzi le avevano fatto porta e rapporta dei miei movimenti: mi sentii da schifo.
L'orologio della stanza continuava a contare i minuti mentre i miei occhi non potevano fare a meno di restare spalancati, andando alla ricerca di risposte a domande che nemmeno riuscivo a comprendere più.
Fallire in amore, per me, era sempre stata un'arte, ma non volevo fallire con lei.

Quando il bacino di Fede si protrasse contro il mio capii che, finalmente, si era svegliata. Si voltò un attimo dopo. Vederla a due millimetri dalle miei iridi mi rasserenò il cuore, volevo solo amarla.
-Non hai dormito?- Disse la mora scrutando a pelle la mia vivacità.
Feci oscillare la testa in segno di negazione.
-Perché no?-
-Non avevo sonno.- Ammisi omettendo parte della verità.
-Mm.- Continuò a squadrarmi subito dopo aver emesso quel piccolo suono.
-Cosa c'è?- Domandai d'un tratto.
-Questo devi dirmelo tu.- Mi accarezzò il viso con la mano sinistra mentre con la destra stava ancora ferma sui miei fianchi.
-Non mi ha mai tradita.- Degluitii pesantemente abbassando subito lo sguardo.
-Immaginavo fosse così.- La sua voce rimase impatta e ferma nonostante la timbrica bassa.
-Ci siamo solo addormentate Fede, questo devi saperlo.- Puntualizzai ritornando a cercare il suo contatto visivo, ma le sue pupille spente mi diedero sconforto.
-È tutto ok Angelina. Il problema adesso è solo uno.- Vidi i suoi occhi sobbalzare rapidi sulle mie labbra.
-Ovvero?- Domandai capendo già a dove volesse andare a parare.
-Chi scegli?- Quella domanda mi spiazzò. Così, prendendo tempo, le morsi il labbro inferiore.
-Io ti amo, lo sai questo?- Continuai a stuzzicarle le labbra.
-Sta per arrivare un "ma" grosso quanto una casa, non è vero?- Le sue labbra si spostarono dalle mie per poi decidere di pizzicarmi il naso.
-Ma non avrei dovuto lasciarla.- Quella frase, quella verità tanto nascosta, mi provocò paura. Non avevo ancora compreso il potere di Federica nel riuscire a tirarmi sempre fuori tutto, prima ancora che io lo ammettessi a me stessa.
-Non avresti dovuto.- Mi baciò le labbra a semiluna socchiudendo appena gli occhi.
-Cosa devo fare Fede?- Cercai conforto nei suoi gesti impuri.
-Prendiamoci una pausa.- Le sue guance iniziarono a rigarsi di lacrime e di rimando, le mie, seguirono lo stesso gesto. -Hai bisogno di capire se la persona che hai ora davanti- si stava riferendo a Valeria -è la stessa persona di cui eri innamorata e che non avresti lasciato se non fosse stato per un inganno della tua mente non agevolato affatto dalle circostanze che ne sono seguite.- La sua vena da "psicologa" venne del tutto fuori, la trovai sexy, matta, assurdamente empatica. "Ma perché mi stava lasciando andare ancora una volta?"
-E se non è la stessa?- Domandai tra i singhiozzi.
-Io sarò sempre qua. Al tuo fianco.- La sua mano si fece calda.
-Non voglio farti sentire un ripiego.- Ammisi scrutandola. Ed era la completa verità.
-È il contrario, mi sento un ripiego così. Se continui a stare con me nonostante i mille interrogativi che hai con lei.- Io amavo quella donna, ancora una volta, era stata in grado di stupirmi. Fino a che punto si sarebbe spinta per vedere la mia felicità?
-Fede.- Mi interruppe subito baciandomi di sbieco.
-Non lo dire.- Sentii le sue mani toccarmi con ancora più passione.
-Un'ultima volta.- Sussurrai chiudendo gli occhi.
-Un'ultima volta.- Ribadii sfilandomi la maglietta.

*Spazio Autrice*
Non voglio peccare di presunzione, ma penso che questa parte e, in generale questo capitolo, sia quello che mi è uscito fuori al meglio. Comunque, io in realtà, oggi, volevo usare questo spazio per ringraziarvi. Non siete rimast* in molti, ma dopo i miei mesi di assenza, vedere che c'è ancora qualcuno interessato alla mia storia mi fa davvero piacere per non dire che mi fa proprio bene al cuore. Per dirlo in breve, siete un motivo per cui non sentirsi totalmente una fallita nell'arco di una giornata e, di questo, ve ne sarò per sempre grata.
Ri-comunque, se non lo avete ancora fatto vi invito a leggere il primo (e sicuramente ultimo) spin-off di scivola: il Sangue di Calliope; penso che il titolo vi possa già dare un'idea sulle protagoniste. Vi mando tanti baci, al prossimo capitolo!<3

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora