-Fede.-
-Si?-
-Perché mi fai sempre questo effetto?- Nina divenne seria, così mi staccai dalla sua sedia e la invitai a sedersi, feci lo stesso.
-Che effetto ti faccio?- La scrutai attentamente cercando di non staccare mai il contatto con i suoi occhi.
-Mi togli il fiato.- Ancora seria.
-Dai Engy, non tirare fuori queste frasi fatte, sai fa di meglio.- Cercai di sdrammatizzare.
-Ci sarà pure un motivo se queste frasi girano da secoli, no?- Sorrise.
-Dimmelo a parole tue che ti tolgo il fiato.- Cercai di stuzzicarla, era raro sentirla parlare in modo così aperto, non volevo perdermene l'occasione.
-Come te lo spiego.- Fece una faccia buffa, quasi a volersi sforzare di pensare. -Hai presente quando tiri aria da un palloncino gonfiato ad elio? La voce ti cambia. Tu sei il mio palloncino ad elio.-
-Sono un palloncino?- Questa volta fui io a serrare la mascella in segno strano.
-Non uno comune. Uno ad elio.- Continuò a sottolineare la cosa.
-Uhm. Continua.- Misi una mano sotto il mento aspettando di ascoltarla, potevo stare ore a sentire quelle buffe metafore che sapeva inventarsi solo lei.
-Ti è mai successo di restare a piedi con la macchina?-
-Avoja, ma cosa c'entra adesso?-
-Sai cambiare la ruota se si guasta?- Annuii.
-Perché?-
-Io non so farlo.- Si fece piccola come a provare vergogna.
-Quindi?-
-Quindi io non sono in grado di muovermi se la macchina resta ferma, ma se tu sei con me, anche solo a lato passeggero, io posso star tranquilla perché non potrei mai restare a piedi.- Questa volta la schiaffeggia.
-Ma dove ti escono ste cavolate?- Non mi trattenni dal ridere.
-Volevi che esprimessi a parole mie quello che sei per me, lo sto facendo, non arrabbiarti.- Il finto broncio mi aveva spiazzata.
-Non fare la bambina. Ti amo soprattutto per questo.- Sorrise.
-Si?-
-Si, però continua.- Arrossì.
-Uhm.- I suoi occhi si alzarono al cielo come a cercare qualcosa sul soffitto, stile quei bambini delle elementari che, non appena si trovavano difronte ad una domanda con una risposta a loro sconosciuta, iniziavano a guardare il tetto nella vana speranza di un'illuminazione, spoiler: non arrivava mai, ma ad Angelina sembrava essersi appena accesa la lampadina.
-Quindi?-
-Eccomi. Allora. Tu mi togli la morte.- La mia faccia restò impassibile per almeno un minuto buono.
-Che?-
-Mi togli la morte. La mia vita è stata una perenne presa di coscienza sulla morte e sul nulla, sull'inettitudine causa dalla mancanza di volontà. Tu mi togli la morte, vuol dire che me la fai scordare, con te vicino penso a tutto eccetto che alla possibilità di restare sola. Sei qui, giusto?-
-Sono qui Engy.- Mi fiondai sulle sue braccia, non volevo più ascoltare altro, solo sentirla e farle sapere che ero lì con lei, con noi.I nostri respiri incrociati erano diventati qualcosa di immensamente poetico, come quelle poesie che scrivi, ma che non avresti mai il coraggio di condividere con nessuno, quei segreti sul diario di una 14enne innamorata o, la paura.
Io avevo avuto spesso paura in vita mia, ma con Angelina, nonostante tutto, riuscivo a sentirmi al sicuro.
Forse si era svegliata, forse l'ingresso di Diego, in fin dei conti, non era stato un evento tanto catastrofico, forse era questo che le serviva a sbloccarsi.I giorni passarono ed i miei momenti con Nina erano sempre più frequenti. Continuavo comunque a giocare su due fronti, a sentirmi libera da ogni costrizione sociale parlando con chiunque senza censure. Stavo facendo ciò che mi aveva detto mamma e che, in precedenza, aveva detto perfino Engy.
Se questa vita è una, ed è breve, io avrei smesso di sprecarne anche un singolo giorno.
Non avevo il tempo di ributtarmi a terra, di farmi film o paranoie, volevo solo che le cose continuassero ad andare nel verso che era stato prestabilito.Mancavano pochi giorni all'ultima registrazione del pomeridiano. Nina aveva preparato una cover, non sapeva però se fosse il caso di cantarla, così, come da prassi, mi costrinse a seguirla in sala pronta a farmela ascoltare.
Pov Angelina
Scavalcare Diego e Fede intenti a parlare era l'unica mossa a mia disposizione dopo la bella storiella che avevo raccontato ad entrambe.
Cercare di essere matura anche solo la metà di quanto lo fosse Fede era estremamente difficile, quasi estenuante. Una persona come me non era in grado di gestire bene la gelosia, anzi, se la viveva come qualcosa di così grande da, quasi, farsi sovrastare da questa, ma per Fede dovevo imparare a dare un controllo ai miei impulsi.
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Scivola nelle mie Mani vuote
FanfictionE se le nostre fantasie fossero realtà? Ecco come l'ho immaginata io.