Cap10 -Te lo prometto-

1.3K 67 50
                                    

Passare la notte con Federica era stato un modo come "nessun altro" per sentirmi viva. La freschezza dei nostri sorrisi, la finta leggerezza di quel momento insieme, i nostri corpi in perenne collisione come se fossero stati creati apposta per ancorarsi l'uno all'altro: due pezzi rotti di un puzzle che, però, sembrava essere giusto.

-Buongiorno Engy.- Mi svegliò con un casto bacio sulla guancia.
-Buongiorno.- La baciai subito dopo essermi voltata.
-Un bacio per ogni tuo pensiero.- Pronunciò lei ridendo modificando appena un famosissimo detto.
-Mi piaci.- Mi baciò il naso. -Mi fai stare bene.- Le sue labbra mi sfiorarono l'angolo della mia bocca. -Rifarei l'amore con te altre mille volte.- Le sue labbra si incollarono alle mie.

Quella mattina iniziò così bene che smisi, obbligatoriamente, di pensare a tutto il resto. C'era solo lei. C'eravamo solo noi.

La mattina passò svelta come una delle tante, ad eccezione del fatto che, quel giorno in particolare, mi sentii viva per la prima volta dopo tanto tempo. Era merito suo e, questa cosa, un po', mi spaventava, ma mi faceva anche tanto bene al cuore.

-Angelì! Oggi stai tra le nuvole!- Una voce maschile mi richiamò all'attenti.
-Eh?- Biascicai voltandomi verso il mio amico dai capelli rossi.
-Dobbiamo iniziare a preparare il cenone di Natale! Ti sei dimenticata che giorno è?- Mi indicò il calendario appeso proprio accanto al frigo in cucina: "24 Dicembre".
-Cazzo! Oggi è la vigila!- Esclamai ricordandomi della promessa di aiutarlo con la cena fatta qualche giorno prima a lui e a Samu.
-Caspita, è la vigila!- Esclamò prendendomi palesemente in giro.
-Simpatico.- Biascicai.
-Devo sapere niente?- Aggrottò la fronte scrutando la parte inferiore del mio volto.
-Che sono un po' tonta!- Ammisi ridendo e grattandomi il capo.
-Spiritosa.- Mi citò.
-Dai, che dobbiamo cucinare? Samu dov'è?- Cambiai discorso.
-Stava chiamando Valeria.- Sgranai gli occhi davanti a quella affermazione. Wax se ne accorse.
-Wax.- Sbottai.
-Angelina.- Le sue mani, prima aggrappate all'isola della cucina, adesso stavano fisse davanti al mio volto.
-Sei più tonto di me.- Sbuffai.
-Dai, Fede non si arrabbia.- Capì la situazione. -Anzi, chiama anche lei.- E così feci.

Andare alla ricerca di Fede non era mai semplice, ma dopo 5 minuti di camminata estrema lungo tutta la casetta la trovai. Stava fuori dalla stanza gialla intenta a parlare tranquillamente con Giovanni e Ramon.

-Fede!- La chiamai per nome stando ancora immobile davanti alla porta che dalla camera portava all'ingresso posteriore della casa, mi aggrappai con una mano sola allo stipite sollevando appena una gamba come a spiare una situazione che non tanto mi piaceva, forse mi aveva immischiato la gelosia.
-Oh!- Si girò verso di me, anche Ramon e Giovanni imitarono il suo gesto.
-Vieni un secondo?- Le domandai vedendola però sbuffare leggermente, nonostante ciò mi seguì dentro.
-Che succede?- Mi prese la mano rimanendo davanti a me.
-Avevo promesso a Wax di aiutarlo con il cenone di Natale, ma sta venendo anche Valeria a dare una mano.- Le sue labbra assunsero un'espressione strana. -Vieni?- Con Federica era meglio prevenire che curare, anche se la cura della sera prima non mi era affatto dispiaciuta, anzi.
-Va bene.- La mora mi stupii con una risposta secca e priva di ira. -Aspetta che chiedo anche a Ramon e Piccolo di venire, così facciamo prima.- Era decisamente troppo tranquilla.

Una volta chiamati i ragazzi che ancora stavano fuori, andammo tutti in cucina intenti a dare una mano ai due chef improvvisati, in realtà, uno ancora più improvvisato dell'altro: Wax.

-Quindi? Sta sera che mangiamo?- Domandò Fede prendendo subito le redini della situazione e puntando il suo sguardo su Valeria che era arrivata palesemente da poco.
-A casa mia, per il cenone, di solito si mangia pizza e sfincione!- Esclamò Samu sollevando un pacco di farina da terra con evidente sforzo per poi poggiarlo sul bancone dell'isola.
-Quindi.- Wax iniziò a fare la sua solita televendita iniziando a gesticolare con le braccia. Cosa che mi faceva sempre strappare un sorriso. -Oggi ci improvviseremo pizzaioli!- Braccia in giù. -Farina?- Sollevò anche lui un pacco di farina da terra guardando Valeria fisso.
-Farina.- Biascicò la ragazza dai lunghi capelli corvini iniziando a sollevarsi le maniche della felpa.

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora