Cap11.3 -

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Pov Angelina
Una volta sveglia mi ritrovai il braccio di Valeria intorno al busto, mi rimproverai da sola per essermi addormentata nello stesso letto suo, ma ormai il danno era stato fatto.
Con cautela decisi di spostarle il braccio e provai a sollevarmi lentamente in modo da non svegliarla, inutile dire che fu un tentativo vano.

-Dove vai?- A quella domanda socchiusi gli occhi trattenendo un'imprecazione.
-Quello di cui abbiamo parlato ieri fa comunque parte del passato Vale, ho sbagliato a dormire qui.- Ammisi voltandomi per guardala negli occhi, le dovevo almeno questo: la verità detta in faccia. Il suo volto, però, sembrava non accettare.
-E se Federica fosse la Valentina di turno?- Quella domanda mi fece rabbrividire. Perché stava parando proprio lì?
-Che vuoi dire?- Domandai seriamente perplessa.
-Lo sai. Lei era il tuo chiodo schiaccia chiodo a quello che pensavi essere stato il mio tradimento.- Abbassò lo sguardo.
-Fede è molto di più.- Ammisi.
-Ne sei sicura?- La sua mano avvinghiò la mia in una stretta tale da farmi quasi provare dolore.
-Si.- E così, decisi che era giunto il momento di alzarmi e di lasciare quella conversazione. Non era giusto per me, né per lei, ma soprattutto non era giusto per la mia mora.

Una volta lasciata la camera rosa decisi che era più che doveroso andare a fare una doccia fredda, una di quelle che ti sveglia del tutto e che ti fa assimilare tutti i pensieri che, fino a quel momento, avevi represso.

Una volta aperta l'acqua mi lasciai andare sotto il getto sminuzzato, i pensieri tornarono a galla, ma non erano davvero in grado di sistemarsi da soli.
Dormire con Valeria dopo aver saputo tutta la verità, mi riportò addosso emozioni che avevo creduto spente da ormai tanto tempo.
"Chissà come sarebbe andata fra noi se io non l'avessi lasciata per il nulla."
Possibile che, adesso, staremmo ancora insieme?

Uscita dal bagno imboccai una scorciatoia per la camera di Fede, avevo bisogno di parlarle prima che ascoltasse voci esterne; la verità, però, era che mi sarei trovata di fronte a fatti totalmente diversi.

La camera, ancora priva di luci, presentava due piccole figure stese su un letto, Fede e Madda dormivano ancora e, vederle in quella posizione mi fece pensare al male che avevo provocato a quella piccola ragazza lasciandola da sola e al modo in cui Maddalena riusciva ad esserci sempre, in ogni circostanza, per la mora.
Con il magone allo stomaco e le lacrime in gola, allora, decisi che era meglio lasciarle dormire e che, forse, parlare prima con Wax, sarebbe stata la cosa giusta da fare.

Così mi diressi fuori, sicura di trovarlo con una sigaretta in mano ed un caffè nell'altra.
Una volta uscita sul portico la scena rispettò a pieno la mia immaginazione, eccetto per il fatto che non fosse del tutto solo. Tommy era alla sua destra e Mattia alla sua sinistra.

-Fra, ieri Fede era una cosa allucinante.- Sentii Tommy parlare rivolgendosi a Mattia.
-Che vuoi dire?- Lo interruppi sbucandogli di fronte. A quella mia domanda notai Wax deglutire pesantemente.
-Nina è il caso che tu ti segga.- Il rossiccio mi indicò la sedia di fronte a lui invitandomi a prendere posto, cosa che feci all'istante.
-Che succede?- Guardai tutti e tre con aria nervosa.
-Sapevo che l'avresti fatta soffrire.- L'affermazione di Tommy mi provocò ribrezzo e sconfitta al tempo stesso. Wax lo fulminò con lo sguardo.
-I ragazzi mi stavano raccontando di ieri sera.- Cominciò a parlare Mattia capendo la brutalità della situazione. -Quando Fede ti ha lasciata andare invitandoti a parlare con Valeria- si fermò un attimo cercando lo sguardo di Wax che chinando il capo gli diede il "permesso" di continuare a parlare. -I ragazzi e Madda volevano provare a distrarla e a consolarla, quindi hanno messo una bottiglia di vino di lato e l'hanno uscita solo quando necessario.- Pensai ad una Fede astemia bere vino, mi stavo già scaldando tanto.
-Comunque, per farla breve- Intervenne il rosso. -Fede non era affatto consolabile e quando io le ho detto che effettivamente eri andata da Valeria e, Tommy poi le ha detto che stavate dormendo sullo stesso letto, la sua reazione fu alquanto penosa.- Il "penosa" usato dal mio amico mi fece salire letteralmente il sangue in testa.
-E voi questo lo chiamate consolare?- Urlai alzandomi istintivamente dalla sedia e guardando Tommy con aria di sfida. -Dovevi proprio giocare sporco, eh?- Lo fissai nera di rabbia.
-Ange calmati.- La voce di Maddalena mi fece ritornare alla realtà.
Quando era arrivata? E perché Federica non era con lei?
-Devo anche calmarmi? Non avevano il diritto, le avrei parlato io oggi.- Sbottai rientrando in casa e scavalcando la figura della bionda che stava ancora ancorata alla porta di ingresso.
Perché avevano dovuto incasinare così tanto le cose? "Perché qui dentro nessuno si fa mai i cazzi propri?"

Una volta in cucina, ci misi un po' per realizzare il tutto e mettere a fuoco la figura minuta della mora che stava fissa di fronte l'isola. L'occhio mi cadde subito sulla sua mano fasciata. Quando alzai lo sguardo, il colore assente dei suoi occhi mi fece rabbrividire. Mi fiondai subito addosso a lei provando ad abbracciarla, cosa che, però, non mi riuscii poiché allontanata all'istante da quest'ultima.
-No.- Disse solo.
-Fede.- Cercai di prenderle il viso tra le mani. Vano anche questo.
-No.- E così si voltò seguendo la sua amica fuori e lasciandomi lì immobile, proprio come aveva fatto la sera prima.
Cosa voleva che facessi? Era stata proprio lei a mandarmi da Valeria. Perché parava avanti quando non sapeva neppure tutta la storia?

Pov Federica
Passare la notte insonne era una cosa che non potevo permettermi all'interno della scuola di amici, questo mi fece riflettere tanto. Stavo perdendo il focus, il reale motivo per cui io mi trovavo lì dentro, lo stesso motivo per cui, inizialmente, non volevo creare nulla nemmeno con Giovanni. Non potevo permettermi di perdermi. Ero lì per la mia musica e non per stare dietro a persone che avrebbero solo potuto causarmi dolore.
Non avrei mai osato immaginare che quella ragazza all'apparenza tanto dolce e buona, avrebbe potuto mandarmi in questo stato. Avevo riservato troppa fiducia in Angelina e nella sua bontà d'animo, così tanta che, alla prima occasione non avevo potuto fare a meno di perdere completamente il controllo delle mie azioni e, la mano pulsante sotto le garze non faceva altro che ricordarmelo.

Erano appena le 7 del mattino quando vidi Angelina sbriciare fuori da camera mia, continuai a fingere di dormire proprio come avevo fatto per tutta la notte, non ero pronta ad affrontarla, non sapevo nemmeno cosa volesse da me arrivate a questo punto.

Una volta alzata decisi di andare a fare colazione, ma le voci provenienti da fuori mi misero imbarazzo e mi fecero sentire ancora più piccola di come non mi fossi già sentita la sera prima. Avevo sentito tutto. Dal racconto di Mattia all'arrampicata negli specchi della signorina Mango.

-Fede, penso sia il caso di interrompere il teatrino adesso.- Madda continuava a dirmi questa frase dall'inizio, ma la costrinsi a rimanere dentro con me, finché le urla di Ange non la costrinsero a correre fuori.

Vedere la mia Nina rientrare mi provocò emozioni così forti da decidere di stopparle, mettere un punto a qualsiasi cosa io stessi provando il quel momento. Non volevo sentire nulla, non ero pronta a farlo. Così, contro la mia stessa volontà, la rifiutai, scegliendo di uscire fuori dai ragazzi piuttosto che parlare con lei.

-Fede.- Lo sguardo di Tommy nel vedermi si fece cupo.
-È tutto ok.- Tranquillizzai il ragazzo.
-Ho sbagliato.- Ammise il moro.
-Abbiamo sbagliato.- Lo corresse Wax. -Va da lei. Doveva essere lei a raccontarti le cose nel modo giusto.- Il rosso aveva avuto, per una volta in vita sua, ragione. Doveva essere lei a raccontarmi tutto.

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora