19.2 - è una persona di cui si ha bisogno -

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Cosa si fa quando la notte passa, ma i ricordi restano? Si resta. Anche se la notte passa e il cielo si fa chiaro, tu fingi che è ancora buio e che quella luce viene ancora dalle stelle e non dal sole che sta sorgendo.
Fingi, chiudi le tapparelle della camera e ti ributti nel letto saltando tutte le lezioni della giornata, ma non lo fai da sola, lo fai con lei. Con quella persona per cui faresti diventare tutti i giorni notte solo per poter stare più tempo con il suo odore addosso. Con quella persona che ti tocca sfiorandoti come se fossi di porcellana e come se avesse paura di poterti rompere da un momento all'altro. Con quella persona che ti spoglia con gli occhi e con cui fai l'amore con i baci che, non è affatto scontato. Con quella persona che ti fa stare bene e, tu di stare bene non ne puoi fare a meno.

Cosa fai quando il tempo poi passa? E dal
giorno tramutato in notte si ritorna alla notte vera? E poi arriva ancora il giorno e poi la notte e poi, poi arriva quel giorno che non puoi tramutare in notte perché devi registrare la quinta puntata del serale, con un minimo di preparazione e con la paura che si attacca alla gola.

-Siamo pronti?-

Avrei voluto rispondere di no, perché non ero pronta affatto. Mi aspettavo di uscire, ne ero quasi sicura e, vorrei dire che le mie previsioni son sempre sbagliate, ma è prettamente sempre l'opposto.

La registrazione inizia ed i cuori iniziano a rallentare battiti, ho ansia, il panico mi assale, sudo freddo, ma mi calmo un attimo dopo.
Ripenso ad Angelina e alle notti passate insieme, ai suoi sospiri sui miei capelli, a quel suo modo carino di russare e di parlare nel sonno, a come si stringe a granchio e si muove nel letto, alla sua bella testa e alla consapevolezza di farne ormai parte.

-Fede, devi cantare, ci sei?-
Arisa continua a svegliarmi dai miei pensieri, prendo il microfono in mano forse per l'ultima volta nella mia vita, canto, solo questo.

-Ragazze il guanto di sfida?-
Io contro Angelina e i nostri stupidi outfit scelti, la sua camicia bianca, le nostre passeggiate sul palco, la voglia di lei. La voglia di lei.

Si catapulta tutto in un secondo. Non vedo. Non sento, non ascolto.
Canto in romano, mi piace. Perdo la sfida, mi piace meno.

Io contro Ramon e il nostro rientro in casetta.
Mi sento nella stessa posizione della prima puntata, ma con meno speranza, vedo Nina distrutta, distruggere anche me.

Mi allontano per un attimo dal suo sguardo assente ributtandomi sul portico, mi siedo e accendo l'iqos, non ho voce, non riesco a parlare, ma Madda e Benny mi si avvicinano comunque.

-Tu non te ne vai Fe, tu non ci lasci sole.- Vedo gli occhi di Svizzera infettarsi pian piano di lacrime, mi trattengo dal seguire il suo gesto.
-Allora, se non piango troppo ti volevo dì na cosa, questa cosa che io voglio che tu sappia è che non farai mai più nessun altro lavoro, ok? E che io mi metto in prima fila ad ogni tuo concerto.- Benny riesce a farmi uscire una lacrima, appena una, quella della sconfitta che mi sento addosso.

-Fede? Andate un attimo in camera, che dite? Parliamo un po'?- La voce di Maria irrompe come una coltellata in pieno petto.
Mi sbrigo a seguire le istruzioni trascinando Engy con me.

-Eccoci qua.- Sento la voce di Maria rilassarsi un attimo.
-Come stai?-
-Male.- Ammetto, sento di poterlo fare.
-Però tieni botta dai.- Mi scuote Maria illudendo al fatto che non avessi ancora pianto.
-Si.-
-Si.- Replica.
-Angelina, io non so se lo sai, però Fede lo sa.- Questa frase mi spaventa.
-Cosa?- Chiedo cercando l'attenzione della voce in aria.
-Che ai casting di amici a luglio si nascondeva e siccome si nascondeva io gli ho detto "tu?" E lei "no no" e non scendeva.- Sorrisi al pensiero di quel periodo, un periodo in cui non mi sarei affatto aspettata di arrivare a tutto questo.
-Avrei tanto voluto vederla in quel momento.- Continuavo a stringere la mano di Engy come a cercare una sicurezza che neppure lei riusciva ad avere.
-Poi quando è scesa a cantare ha detto io canto sempre nella mia cameretta taglio e pettino i capelli punto, poi i provini sono andati avanti lei è andata avanti e ne ha fatto un altro; il giorno prima dell'ammissione alla scuola mi dicono "Federica se ne vuole andare" io la faccio salire e le dico "scusa ma perché una arriva fino al giorno prima di sapere se non entra o entra che se ne vuole andare" lei mi dice "no perché c'è uno che mi piace e sto iniziando ad uscire con questo qui e quindi vorrei continuare a uscirci per capire bene che cos'è " e io gli ho detto "mi sembri matta" e gli ho detto "beh se ti vuol bene ti aspetta no?" E gli ho detto "ma le hai detto a tua madre a tuo padre" e lei mi ha detto "no ho detto una balla a mio padre, gli ho detto che tu mi avevi chiamata e mi avevi cacciato" e gli ho detto "adesso mi dai il numero di tuo padre e lo chiamo" e l'ho chiamato, sì.- Sentire parlare Maria così era come sentire parlare una mamma difronte alla ragazza del figlio: sempre pronta a sputtanarti. Dovetti stringere con più forza la mano di Engy alle rivelazioni scottanti di Maria.
-E non sai quanto ti ringrazio.-
-Perché l'ho chiamato?-
-No perché, beh perché mi hai aiutato perché ero lì che cercavo di creare qualche scusa solamente perché in realtà avevo paura.- Ammettere questo dopo 7 mesi era stato come vincere un Grammy.
-Beh l'avevo capito eh- No ne avevo dubbi.
-Eh lo so.-
-E poi è iniziato tutto, sono iniziate le lezioni hai iniziato a cantare davanti a tutti.-
-Ti ringrazio veramente tanto.-
-Piantala.- La sentii ridere.
-Beh si, grazie per tutte queste possibilità tutte queste cose che non mi sarei mai immaginata di fare.-
-Angelina che tipo è Federica?- Arridaje
-Eh uhm- Furono gli unici versi ad uscire dalla bocca di Engy, vederla così in imbarazzo non poteva fare altro che farmi sorridere.
-Beh siete una bella coppia tra tutte e due.- Maria irruppe ancora una volta.
-Non riesco ad articolare bene- Ammise Nina.
-Ma va.- Maria amava prenderla in giro.
-Ultimamente.- Continuò Engy.
-Federica è, cioè ogni giorno io mi affeziono sempre di più, proprio è impossibile non affezionarsi a una persona così, oppure siamo compatibili non lo so.- Sentirle dire quella parola continuava a farmi sorridere e a riempirmi il cuore di gioia.
-Beh perché tutt'e due state ad ascoltare, tutto qua, è un po' raro trovare le persone che ascoltano, no?-
-Cioè ieri, ogni tanto la vedo, vado da lei e le ho detto "Fede mi manchi", ma perché non l'avevo vista da qualche ora, è una persona di cui si ha BISOGNO- Una persona di cui si ha bisogno..
-Beh è tanta roba dire "è una persona di cui si ha bisogno" non è una cosa piccola.- Costatò Maria.
-Te ne accorgi quando le hai lei cose dici "ah  ecco, ecco di cosa ho bisogno"- I suoi occhi sui miei avevano smesso di avere veli, solo per questo, penso, l'amavo ancor di più.
-Comunque è molto bello vedere quando cantate voi due o in gara o in sfida o per conto vostro vedere l'una che applaude l'altra.-
-Io sono una fan di Fede.-
-Io figurati.- Ammisi.
-Ok, andiamo in gradinata.- Fu questa frase ad apparire ascia.

-Non voglio perderti. Promettimi. Promettimi. Che comunque andrà, tu sarai in grado di aspettarmi, perché io ti aspetterei pure per tutta la vita.- Le parole di Nina iniziarono a pesare, ma mai quanto ai suoi occhi colmi di lacrime.
-Non ho bisogno di prometterti una cosa del genere, dovresti darla per scontato. Anche tu, Engy, sei una persona di cui si ha bisogno. Anzi, no. Rettifico. Sei la persona di cui io ho bisogno.- Mi poggiai di fronte sulla sua fissandole le labbra e accarezzandole il palmo delle mani. Riuscivo a sentire il suo respiro farsi sempre più pensare di lacrime trattenute male. Portassi le labbra, le sfiorai appena le sue.
-Dobbiamo andare Engy.-

-Esci tu Federica.- Senza peli sulla lingua, Maria, aveva messo fine al mio percorso all'interno della scuola.
-Me lo immaginavo.- Ammisi
-Grazie Maria.-
-Grazie a te.-
-Grazie davvero.-
-Baci Fede.-
-Ciao Mari.-
-Raga mi mancherete veramente tanto, tanto. Sono contenta di aver passato tutti questi mesi insieme a voi e voglio bene tutti. A tutti.- Continuavo a parlare meccanicamente, ma il mio sguardo era fisso su quello di Engy che non smetteva di piangere.
-Brava Fe.- Sentii parlare senza riconoscere neppure la voce.

Mi sollevo un istante dopo alla ricerca del corpo di Nina. Non avevo mai sentito il suo corpo così vicino come adesso. Sarà che dovremmo stare del tempo separate. Sarà che non sarà affatto facile abituarmi alla sua assenza. Sarà che la amo più di quanto io abbia letto nei libri.

-Ti amo tantissimo.- Le dico irrompendo tra le sue lacrime rumorose.
-Mi raccomando.-
-No tu mi raccomando.- Cerco la forza di consolare lei. Io avrò ancora tanto tempo per piangere.
-La fai la palestra?- Cerco di tirarle su un sorriso. Ci riesco.
-No cazzo.- Mi becco un ceffone sul braccio.

Poi mi stacco, è il momento di salutare le mie compagne di viaggio. In particolare Madda. La mia Alessia bionda.
Non so dove trovo la forza di mettermi a preparare la valigia, ma devo.

-Avete 10 minuti per salutarvi.- La voce di Maria riappare dal nulla come un ovale guasto, ma che, in quel caso, non guasta affatto.

-Cosa puoi lasciarmi di te in 10 minuti Engy?- La camera rossa si riempie dei nostri sospiri.

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora