Ero ricoperta da insane sensazioni e disfatte paure che non riuscivo a scollarmi di dosso. Quel casino, quell'enorme casino, mi stava oscurando, proprio come fa l'ansia quando ti assale. Mi sentii persa, cadente, debole di parole. Procrastinare era stato ancora una volta la mia rovina, adesso mi toccava aggiustare nuovamente qualcosa di rotto. Farlo con me stessa, aggiustarmi ad ogni rottura, era ormai facile, ero abituata a farlo, ma questa era una situazione ancora più grande di me.
-Devi dirglielo.- Le parole di Fede mi colpirono al petto. Dover pensare ad una possibile conversazione con Valeria mi destabilizzava, mi appendeva letteralmente ad un filo dal quale non sapevo tirarmi giù.
Come potevo parlare? Come potevo continuare a far finta che non mi avesse ferita a morte? Come potevo spiattellarle in faccia la mia situazione con Federica quando non ero nemmeno mai stata in grado di chiudere davvero la nostra?*Inizio Flashback*
-Milano ti ha ospitata.- Il vuoto sotto il balcone di casa sembrava essere sempre più profondo, le ringhiere sempre con più ruggine, e gli occhi di Valeria sempre più distanti dai miei.
-Milano mi ha ospitata.- Sospirai quasi, ripetendo a pappagallo le sue parole.
-Davvero tieni a me?- La ragazza dai capelli corvini allontanò il suo corpo dal cornicione del balcone, per poi avvicinarlo al mio.
-Perché questa domanda?- La guardai alla ricerca di una risposta che, però, non sapevo trovare.
-Ti sento distante.- I suoi occhi caddero sulle mie labbra mettendomi in forte difficoltà.
-Non lo sono.- Dissi smentendomi nell'esatto momento in cui decisi di allontanarmi dal suo corpo.
-L'hai fatto di nuovo.- Colpita e affondata, non potevo smentirmi ancora, così riaccorciai le distanze.
-Non sono distante.- Cercai di trovare sicurezza e, solo dopo, la baciai.
Le nostre labbra continuavano a muoversi con velocità lenta, i suoi occhi chiusi non riuscivano a coinvolgere i miei. Valeria era troppo tutto, questa cosa mi metteva pressioni che non volevo avere addosso.
-Lo sei.- Questa volta a staccarsi fu lei.
-Ho paura.- Ammisi abbadando il capo.
-Di cosa?- Sbottò quasi con rabbia.
-Ho paura che tu sia troppo per me. Ho paura di affezionarmi sul serio a te. Ho paura di starci male.- La relazione con Clara non mi aveva dato molto credito sull'amore, nonostante io fossi un'inguaribile romantica.
-Nina, perché continui a sottovalutarti così tanto?- Mi prese per il braccio e mi trascinò dentro in camera mia, per poi bloccare i nostri corpi proprio davanti allo specchio. -Guardati. Vorrei che tu potessi vederti con i miei occhi. Vorrei che fossi in grado di apprezzare quel tuo amabile sorriso e quelle piccole fossette che ti si creano ai lati della bocca.- Poggiò le sue mani proprio sul mio viso, tirandomi appena un sorriso in su con le dita. -Vorrei che potessi vedere la bellezza dei tuoi occhi e della luce di cui si colorano quando qualcosa ti fa bene. Vorrei che tu potessi sentire il sapore del tuo collo.- Scese con la bocca proprio su quest'ultimo, mentre il suo corpo continuava a rimanere ancorato al mio da dietro. -Vorrei che tu potessi vederti bella, perché lo sei.- Quel sussurro appoggiato alla mia pelle mi fece rabbrividire. Così mi voltai all'istante pronta a baciarla, ma questa volta sul serio. Non riuscivo ancora a sentirmi bella, ma sentivo che era giunto il momento di sbloccarmi dalle mie innumerevoli paure. Avevo solo voglia di vivere, nonostante le possibili conseguenze.
*Fine Flashback*-Ange che fai qui tutta sola?- La giornata era trascorsa in fretta, ed una volta rientrata dalle lezioni pomeridiane mi parse utile restar fuori sul portico, avevo ancora bisogno di pensare, ma questa volta avrei dovuto accelerare decisamente i tempi. L'occasione mi si presentò davanti quando Valeria rientrò in casetta passando per il portico.
-Avevo bisogno di riflettere.- Ammisi facendole segno di prendere posto accanto a me, cosa che fece all'istante.
-Su cosa dovevi riflettere?- La ragazza dagli occhi cerbiatto mi scosse nuovamente l'anima.
-Sul come esporre quello che sto per dirti.- Ero estremamente nervosa, ma cercai di rimettere in ordine i pensieri. Assunsi una posizione più comoda mettendomi quasi retta sui divanetti. Valeria di rimando mi fece cenno di continuare. -Non ho mai saputo cosa realmente sia successo tra te ed Arianna, e non mi interessa nemmeno più saperlo. Però voglio dirti questo: Grazie.- Le parole mi si bloccarono in gola quando vidi la sua faccia assumere un'espressione di stupore.
-Non so cosa tu abbia sentito quel giorno, ma non è come- La interruppi prima ancora che potesse continuare.
-Valeria, non voglio sapere. Per favore, lasciami continuare.- Il suo viso si rattristì, ma nonostante ciò mi fece cenno di proseguire. -Volevo ringraziarti, perché grazie a te ho imparato che mettersi in gioco nonostante tutto ne vale sempre la pena.- I miei occhi iniziarono a luccicare ed i suoi imitarono quasi del tutto i miei, diventando ancora più scuri di quanto credevo possibile. -Volevo ringraziarti, perché essere una romantica che non ama è vano, ma con te non è stato così.- Sentii scendere la prima lacrima sul mio volto. -Volevo ringraziarti perché, a differenza di molte altre persone, non hai mai avuto pregiudizi che mi riguardassero. Volevo ringraziarti perché dopo di te non mi sono arresa, non ho smesso di amare.- Da una lacrima ne seguirono molte altre, il mio viso si era talmente tanto inumidito che mi servii delle mie mani per rimetterlo in sesto ed asciugarlo. -Volevo ringraziarti e dirti che qualsiasi cosa sia successa, io ti perdono.- Queste ultime parole coinvolsero Valeria nel mio pianto non programmato. -E che qui dentro ho finalmente trovato qualcuno che mi fa sentire bella per la prima volta in tutta la mia vita.- Alle lacrime si aggiunse una piccolissima risata isterica. Pensare a Federica mi provocava sempre tantissime emozioni contrastanti, emozioni che non riuscivo a controllare. Mi morsi il labbro al solo pensiero della mora e della possibilità di perderla.
-Federica.- Valeria mi riportò all'attenti. Annuii continuando a sorridere e piangere contemporaneamente. -Ho visto come ti guarda. Non lasciartela scappare, io non ti creerò alcun tipo di casino.- Mi sembrò sincera, nonostante il suo sguardo si fosse appena spento. Le feci un piccolo cenno con il capo, subito dopo liberò il posto accanto al mio.
STAI LEGGENDO
Scivola nelle mie Mani vuote
FanficE se le nostre fantasie fossero realtà? Ecco come l'ho immaginata io.