Cap5 -Just fuckin' leave me alone-

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Quella giornata, iniziata già male, sembrava non volere finire mai. La ciliegina sulla torta era stata provare piacere in circostanze del tutto anomali, da una parte stavo iniziando a sentirmi in colpa anche nei confronti di Giovanni e, non solo perché a sua insaputa avevo baciato Angelina, ma anche, e soprattutto, perché non riuscivo a cacciarla fuori dalla mia testa. Stava diventando un grosso macigno del quale avrei dovuto sbarazzarmi.

Uscii fuori intenta a fumare, ma anche con la speranza di incontrare Ramon per poter riprendere la conversazione interrotta quella stessa mattina. Mi scrutai intorno: non c'era nessuno. Così, comunque, mi concessi il tempo di una sigaretta mentre me ne stavo tranquilla seduta sulla panca che dava di fronte al cancelletto esterno. Tra un tiro ed un altro di una sigaretta aromatizzata al mentolo, la mia testa non riusciva a calmarsi, mentre il mio cuore sembrava, invece, che stesse diventando esageratamente calmo. Segnava una di quelle calme che precede la tempesta e, così, il rallentare dei miei battiti volevan dire solo una cosa: un attacco d'ansia stava arrivando. Ero particolare pure in questo io. Anziché l'iperventilazione, inziavano ad arrivare dei lievi sospiri, la bocca perdeva salivazione, le mani iniziavano ad asciugarsi, gli occhi, i miei stupidissimi occhi, si scordavano di come si facesse a piangere: semplicemente, dunque, iniziavo a bloccarmi.
Rimasi fuori stringendomi appena l'addome, cercando invano di calmarmi e di riuscire a far emergere quelle emozioni che tentavo a tutti i costi di nascondere. Ero in piena crisi emotiva, non volevo, non potevo, sentire nulla. Il tempo sembrava essersi fatto infinito, fin quando il cancello si aprì trascinato dalla figura slanciata di Tommy.

-Fe che succede?- Il mio amico, vendendomi in quelle condizioni, si affrettò a raggiungermi.
-È tutto troppo- Riuscii a dire solo questo, mentre Tommy mi si inginocchiava davanti alla ricerca del mio volto chino.
-Cosa è troppo Fe?- Le sue mani cercarono di staccare le mie dal mio volto.
-Tutto- Ribadii accettando di farmi scoprire il viso.
-È per la gara? O è successo qualcosa con Giovanni?- Quando pronunciò quel nome, finalmente, i dotti lacrimali iniziarono a svolgere in maniera sana il loro lavoro, scoppiai in lacrime.
-Sono una persona di merda- Accennai tra un singhiozzo ed un altro.
-Addirittura?- Obiettò il mio amico cercando di capire la situazione, ma al tempo stesso di farmi riprendere da quella crisi che non riuscivo a controllare.
-Si, si Tommy. Continuo a far cazzate, non capisco cosa mi passa per la testa. Mi sta facendo uscire pazza- Gettai tutto senza nemmeno pensarci.
-Giovanni ti sta facendo uscire pazza?- Domandò lui cercando la mia mano.
-No. Ed è per questo che sono una persona di merda.- Non riuscivo a credere di averlo detto, lo sguardo del mio amico iniziò a farsi severo.
-Cosa hai fatto Fe?- Quella domanda fece cessare le mie lacrime, mi stavo incasinando il doppio.
-Angelina- pronunciai quel nome con quel poco di voce che mi era rimasta, calò il silenzio.
Tommy si alzò di scatto, per poi prendere posto accanto a me. Continuava a tenermi la mano, un gesto che trovavo rilessante. Feci scivolare la mia testa sulla sua spalla. E restammo lì fin quando non mi calmai del tutto. Dalla sua bocca non era nemmeno più uscita una parola, non potevo biasimarlo, anzi, sperai che dimenticasse di aver sentito il tutto o che, quantomeno, non avesse più preso l'argomento.

Rientrata in casetta mi fiondai davanti al frigo intenta a prendere una bottiglietta d'acqua. Notai che la stanza era quasi del tutto vuota, se non fosse stato per la presenza di Angelina e Mattia che stavano tranquillamente parlando seduti al tavolo della cucina. Ignorai tutto, ignorai lei.

Pov Angelina
Dopo aver fatto colazione decisi che era il caso di trovare una soluzione per la notte. Dovevo cambiare stanza, ma non potevo continuare a dormire nella camera gialla con Piccolo, Samu e Wax.
Girovagai per tutta la casetta in cerca di Isobel che, per altro, aveva fatto il suo ingresso nella casa proprio insieme a me.
Così mi diressi verso la camera arancione, ovvero la camera della mia amica.
-ISO, menomale che sei qui!- Esclamai vedendola stesa sul letto.
-Hi darling, what happened?- La bionda sobbalzò quasi, passò dall'essere distesa all'essere in piedi di fronte a me nel giro di un nano-secondo.
-Amore, in italiano- Quasi la rimproverai.
-Certo amore, in italiano!- Esclamò lei sfoggiando il suo iconico sorriso.
-Comunque, mi chiedevo- iniziai a giocherellare con le mani - tu qui dormi solo con Ludovica giusto?- La bionda mi scrutò per un secondo per poi rispondere.
-Si, perché?-
-Chiediamo a Ludo di passare in camera mia così io dormo con te?!- Feci la vocina dolce cercando di rendere quella proposta un po' meno indecorosa e più allettante.
-Amore dobbiamo chiedere a lei, per me va bene!- Esclamò abbracciandomi per poi staccarsi un attimo dopo. -Hai litigato con Federica?- Le sue mani stavano ancora appoggiate alle mie spalle, il suo sopracciglio si inarcò, era seria.
-Perché pensi che c'entra Fede?- sta volta fui io ad indossare uno dei miei migliori sorrisi, accompagnato da una piccola risata.
-Pensi che quel sorriso possa ingannare proprio me? Sono la regina dei sorrisi finti! Con me non puoi ingannare- Obiettò mantenendo ancora una volta un'espressione seria.
-Volevi dire che non ti posso ingannare?- Obiettai di rimando cercando di tirarle fuori un sorriso, che però non arrivò.
-Quindi?- Le sue mani si spostarono sui suoi fianchi, come se attendesse davvero una risposta a quella domanda, nonostante sembrasse già conoscerla.
-Non abbiamo litigato.- Ammisi sedendomi sul suo letto -ma non posso starle accanto- continuai.
-Lo sapevo!- Esclamò riappropriandosi del suo solito sorriso .- Sai che anche tu piace a lei vero?- Quell'affermazione fatta domanda mi fece male. No che non lo sapevo, come potevo sapere una cosa che non sapeva nemmeno Fede stessa?
-Reunion tra le nuove?- Ludo interruppe quella conversazione arrivando quasi di soppiatto.
-Sei qui!- Esclamai felice.
-Sono qui!- Puntualizzò lei cercando di capirci qualcosa.
-Senti ne ho già parlato con Isobel- Dissi rivolgendo il mio sguardo verso la bionda per poi riportarlo subito dopo verso di lei -Ti va se facciamo cambio di stanza?- Mantenni il volto sorridente, non volevo che anche lei iniziasse a fare domande su quella storia.
-Uhm, va bene- Quelle parole mi portarono sollievo, avevo amato il modo in cui Ludo aveva saputo prendere la cosa, nessun interrogatorio, solo un "va bene" che mi aveva decisamente migliorato la giornata.
Così, finita quella conversazione, aiutai Ludo a prendere la sua roba e a spostarla verso la camera rossa e, di rimando, lei aiutò me con le mie valige.

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora