Cap10.4 -Presupposizioni-

559 27 12
                                    


Pov Angelina
Dopo la notte passata con Federica e la registrazione di Natale, non mi sarei mai aspettata di assistere ad uno spettacolo così poco dignitoso.

Dopo cena ci riunimmo tutti nella sala comune pronti a scartare i regali, io avevo regalato a Fede dei brillantini per il make up ed una cavigliera a cui tenevo particolarmente tanto, lei, di rimando, mi aveva regalato uno di quei cinturini che amo indossare al di sopra dei jeans.
Quando ad aprire i regali fu Valeria, invece, la sorpresa nel vedere il contenuto del pacchetto datogli da Piccolo G mi spiazzò: era lo stesso identico bracciale che le avevo preso a Roma, quello che non le avevo mai dato, ma che, a detta mia, era rimasto ancorato nell'asfalto e, soprattutto, nel passato.

Una volta aperto il regalo anche Valeria parve essere sorpresa e notai subito il modo in cui iniziò a cercare il mio sguardo, Fede, di rimando, si era invece attaccata a me proprio come un Koala all'albero, pensai che avesse capito qualcosa.
In ogni caso, vedere l'espressione sorpresa di Valeria mi fece pensare, "possibile che lei quel bracciale l'avesse pure visto?" Possibile. Ma stava diventando una coincidenza troppo assurda. Giovanni stava iniziando a diventare un cazzo di peso.

-Grazie, è bellissimo.- La voce della bruna balbettante mi riportò all'attenti.
-Giovanni, hai cambiato corsa?- Tommy pizzicò il Piccolo iniziando a ridere, ma si beccò solo una fulminata da parte di quest'ultimo.
-Pensate sempre a quello.- Intervenne Federica stringendo con maggiore forza la mia mano.
-Te a che pensi scusa?- Sta volta fu Wax a prendere parola.
-Raga vi prego.- Madda la Svizzera stava cercando di risollevare quella situazione, ma allo stesso tempo sembrava essere più curiosa del solito.
-Comunque non devo dare conto e ragione su quello che faccio nel mio tempo libero.- Piccolo rispose a Tommy, ma mantenne lo sguardo fisso verso la mora.

Vedere Piccolo concentrato su Federica mi fece sospettare della sua buona fede nei confronti di Valeria, così, nonostante la presa ferrea della mora sul mio polso, decisi di alzarmi e lasciare la stanza.

-Angelina aspetta.- La voce di Valeria mi richiamò all'attenti facendomi bloccare all'ingresso della cucina.
-Cosa c'è?- Continuai a stare girata di spalle.
-Lo sai.- La sua voce si avvicinò al mio orecchio costringendomi a voltarmi di scatto.
-Non puoi farlo. Non ne hai il diritto!- Le urlai facendomi sentire da tutti.
-Per favore calmati, parliamone, ok? Solo io e te.- I suoi occhi colmi di lucentezza mi scrutarono come a pregarmi di mantenere la calma, la sua mano cercò di afferrare la mia, costringendomi, contro ogni mia aspettativa, a seguirla in camera sua.

-Ho raccontato a Giovanni del bracciale- Mi spiegò prendendo posto sul suo letto ed invitandomi a seguire quel gesto, cosa che non feci. -Ma non pensavo facesse una cosa del genere.- Continuò seria.
-É proprio quello?-
-Si. Non l'ho mai tolto da quel giorno, non so come sia possibile che l'avesse lui.- Quelle parole mi lasciarono di pietra.
-Perché non lo hai mai tolto?- Era arrivato il momento di sapere la verità su tutta quella storia.
-Perché- Sentii Vale singhiozzare, e la porta alle mie spalle aprirsi lasciando la verità, ancora una volta, in standby.

-Ange?- La mora richiamò la mia attenzione facendomi voltare. -É tutto ok?- Il suo sguardo perso mi provocò un magone allo stomaco, sentivo di averla ferita in qualche modo, questa era una cosa che non avrei mai potuto sopportare.
-É tutto ok.- Tranquillizzai la mora decidendo di lasciare Valeria e le sue fantasie lì sul letto. Se qualcuno doveva stare male per quella situazione, sicuramente, non doveva essere la mia Federica.

-Sicura che sia tutto ok?- Dopo esserci spostate sul portico dietro alla casetta e, con le parole, ancora una volta, interrotte di Valeria, la mora mi porse quella domanda appoggiando la sua mano sul mio viso. Vidi i suoi occhi, solitamente accessi, divenire neri come lava secca.
-Io- Non riuscivo a stare ferma sotto la sua presa, quella situazione mi aveva messo in grave disagio, non sapevo come comportarmi, non sapevo a cosa credere, non sapevo nemmeno che pensare. La mia voce stava iniziando a rompersi di pianto trattenuto. Se c'era una persona con cui avrei potuto essere me stessa al 100% quella era Federica, ma vederla così preoccupata per la situazione non poteva far altro che provocarmi dolore. Io non volevo che la mia confusione mandasse in rovina la nostra storia e, tantomeno, volevo che lei ne soffrisse.
-Engy. Sono io. Guardami. Sono io.- Sentire le sue braccia stringermi a se e, ascoltare il suono di quelle parole a pochi millimetri dalle mie labbra, mi ricordò perché me ne fossi innamorata. La piccola mora era in grado di vedermi e, era anche riuscita a lasciare che il mio riflesso venisse in tutto e per tutto tratteggiato dalle sue pupille. Mi rendeva migliore. Mi rendeva umana. Me ne ero innamorata per la sua assenza di filtri, per il coraggio che aveva avuto, per le sue paure, le sue insicurezze, i suoi pianti isterici di cui sembrava non provare vergogna. Amavo tutto di lei, perché ero riuscita ad amare me stessa con lei.
-Engy.- Il suo respiro divenne sempre più caldo e palpabile. Le sue labbra sfiorarono le mie.
-Ti amo.- Mi staccai dalla sua stretta fissandola dritta negli occhi.
-Ti amo.- Il nero di prima stava piano piano scomparendo, lasciando posto a quei due fari di luce che ero abituata a vedere: i suoi magnifici occhi. -Ed è per questo- Continuò a parlare tornando seria -che devi andare da Valeria.- La sua affermazione mi spiazzò.
-Cosa dici?- Cercai di afferrarle le mani, ma lei fu più veloce di me nel voltarsi.
-Quando mi hai raccontato la storia, non c'è stato un nano secondo in cui io realmente avessi pensato ad un possibile tradimento da parte di Valeria.- Quelle parole mi stavano distruggendo, i suoi singhiozzi mi stavano distruggendo. -E non sono stata onesta, avrei dovuto dirtelo e.- prese pausa asciugandosi il volto con la manica della felpa -e penso che tu meriti di sapere la verità. Quindi va da lei.-

Fede mi lasciò lì, in sospeso tra le sue presupposizioni e le mie domande. Per un tempo indefinito non riuscii a muovermi. Mi sentii bloccata, persa, impaurita.
Cosa avrei dovuto fare? Cosa avrei fatto?

*Spazio Autrice*
Il "foorse sono tornata" su Twitter credo sia arrivato a pochi, ma .. forse sono tornata. Alla prossima<3

Scivola nelle mie Mani vuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora