25 | Cuore gelido

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Consumai la cena lentamente, mentre dentro di me mi sentivo orribile per ciò che era successo nella sala d'arte di Aiden. Mi domandavo come potessi deglutire il cibo, mentre la gola mi doleva tanto.

Il mio sguardo si soffermò sulla sedia vuota davanti a me e quella vista mi fece arrossire per la vergogna.

Una cena che doveva prospettarsi meravigliosa era stata rovinata a causa di un mio errore. Alla fine, non sarebbe più venuto come aveva predetto.

Non sapevo neanche se avrebbe voluto rivedermi o meno.

Mi odiava. Mi odiava per aver rotto quel vaso.

Non sarei mai dovuta entrare nella sua sala d'arte.

Se era così arrabbiato perché avevo rovinato uno dei regali che la sua ex-fidanzata che l'aveva tradito gli aveva fatto, non potevo immaginare come sarebbe stato se avesse scoperto qual era la causa per la quale lei era scappata con Roman, due anni fa. Tecnicamente, ero io.

Era ancora vivido nella mia memoria il modo in cui Olivia aveva rifiutato Roman. Da quanto aveva detto, si era pentita di aver tradito Aiden.

Forse stava cercando di migliorare per Aiden ed io avevo distrutto la sua seconda possibilità sul nascere. 

Forse non l'avrebbe mai più tradito e lo avrebbe reso felice per il resto delle loro vite.

Se Aiden lo scoprisse? Se sapesse che sono stata io il motivo per il quale se n'è andata.

Mi lasciai sfuggire un sospiro tremante. Le stoviglie che tenevo in mano tintinnarono contro il piatto, a causa delle mie mani esitanti. Chiusi gli occhi, facendo un respiro profondo.

Faceva male. Pensare a lui. A lei. A loro. A me.

Faceva male pensare che la villana ai suoi occhi, ero io.

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Mi svegliai con il cuore pesante. Il mio sguardo si soffermò sul soffitto, mentre i primi raggi solari filtravano dalla finestra.

Un sospiro lasciò le mie labbra, mentre mi sedevo lentamente. Avevo bisogno della mia solita tazza di thè per iniziare la mia giornata, ma non pensavo che, questa volta, sarebbe stata sufficiente a rallegrare il mio umore.

Dopo essermi lavata i denti ed il volto, uscii dalla stanza, diretta verso la cucina. Quando entrai la prima cosa che vidi fu Ashton, in piedi davanti al bancone a bere il suo caffè.

Il mio battito aumentò. Non potei evitare di domandarmi cosa fosse successo tra lui ed Aiden. Aiden l'aveva licenziato per non avermi detto della stanza a me proibita?

Ashton mi notò entrare. "Ah. Mi dispiace di essermi dimenticato di dirti della stanza," disse con disinvoltura, come se non fosse una cosa importante.

Ero senza parole. Io ero preoccupata che lui non avesse più un lavoro.

"Hai parlato con Aiden?" Gli chiesi attentamente.

"Sì," mi rispose, continuando a bere il caffè, prima di appoggiare la tazza sul bancone.

"Non è...," iniziai, "Arrabbiato?"

Ashton annuì. "Sì. Sì che è arrabbiato, con me."

Lo guardai, ma non vidi nessuna traccia di pentimento sul suo volto. Dopo qualche secondo, ripresi la parola, "Va...," mi fermai, "Va tutto bene?"

Sembrò capire la mia domanda e mi sorrise lievemente. Un'espressione divertita fece capolino sul suo volto. "Non preoccuparti. Non sono stato licenziato. Non lavoro per lui."

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