04 | Un uomo spezzato

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"Wow. É fantastico!" Mormorò Bailey, una mia ex compagna di classe, mangiucchiando delle patatine mentre guardavamo il suo film preferito nel suo salotto. "Quella ragazza ha le palle di chiamare il 911, mentre il suo rapitore è nella stessa stanza. Non pensa che potrebbe sentirla in ogni momento?"

"Ho i brividi," la sua gemella, Brea, si strinse la coperta attorno al corpo, abbracciandosi le ginocchia. I suoi occhi erano incollati alla TV. "Ma, davvero, lei è un genio per aver finto quella chiamata. Vero, Navaeh?"

Voltai il capo verso di loro. Non mi ero concentrata minimamente sul film, la mia testa era altrove.

"Sì," risposi brevemente, riportando il mio sguardo sullo schermo.

Riuscivo sentire lo sguardo di Brea addosso. Aveva probabilmente notato la mia mancanza di attenzione. Nonostante non vedessi l'ora di fare un pigiama-party con loro durante la mia permanenza a New York, il modo in cui mi stavo comportando nelle ultime ore sembrava dimostrare l'esatto opposto.

Bailey e Brea erano delle buone amiche, nonostante si fossero trasferite dal Texas a New York circa un anno fa. Erano venute a prendermi a casa di zia Melanie, così che potessimo trascorrere la notte assieme, come avevamo pianificato settimane fa.

Ed ora, stavamo guardando un film Netflix a mezzanotte. 

Durante la giornata, la casa di zia era piuttosto silenziosa. Era ovvio che nessuno riusciva ad oltrepassare gli eventi accaduti il giorno precedente, soprattutto Max, che ci aveva raggiunto per ora di pranzo con il volto stanco.

Naturalmente, era ancora turbato. Per lui Aiden era come un fratello.

Il cuore mi doleva ogni volta che ripensavo ad Aiden. L'espressione di dolore sul suo volto era ancora impressa nella mia mente e tutte le volte che cercavo di distogliere quel ricordo dai miei pensieri, continuavo a ripetermi che mi meritavo di sentirmi così male. Così in colpa.

La ragazza con cui aveva trascorso cinque anni assieme, la donna che amava, l'unica con cui aveva il desiderio di trascorrere il resto della sua vita, l'aveva lasciato di fronte al mondo intero in meno di un battito di ciglia. Senza nessuna parola.

Di nuovo, il mio cuore si restrinse. Non riuscivo a concentrarmi su altro. Non riuscivo a mangiare. Non riuscivo a dormire. Non riuscivo a smettere di pensare ad Aiden Klein.

"Ora sta soltanto aspettando che arrivino i poliziotti. Dio, è così coinvolgente!" Bailey si mordicchiò un'unghia, anticipando la scena successiva.

"Odio aspettare, soprattutto in una parte così critica," Brea si lasciò sfuggire un lieve strillo quando il rapitore comparì dietro la ragazza. "Cazzo. Questo non era necessario."

Bailey rise, lanciando un cuscino contro la sorella gemella. "É questo il bello del film."

Aspettare.

Quell'unica parola mi faceva contorcere lo stomaco. Avevo una brutta sensazione. Una sensazione davvero brutta.

É possibile che...

Il mio battito cardiaco aumentò. Il mio cuore si stava scatenando contro la gabbia toracica. Non ne sapevo il motivo, ma sentivo l'urgenza di uscire da quella casa.

Guardai l'orologio che tenevo al polso. Era passata la mezzanotte. Sapevo che non fosse possibile che la stesse aspettando da due notti consecutive, ma...

Balzai in piedi, facendo sobbalzare le gemelle e mi affrettai a raggiungere la loro camera. Dopo aver chiamato un Uber e mentre attendevo che l'autista arrivasse, presi il mio cellulare dal letto e mi tolsi il pigiama, infilandomi un paio di jeans ed una felpa. 

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