67 | Abbraccio

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Sembrava un sogno essere tornata a stare tra le braccia di Aiden. Dopo aver trascorso del tempo di ottima qualità con i miei genitori durante il fine settimana, ero ora tornata nell'attico di Aiden. Nel suo letto, per l'esattezza.

Mamma e papà dovevano essere già arrivati a Toronto.

Un sorriso triste mi incurvò le labbra quando mi ricordai quanto li avessi abbracciati stretti in aeroporto, prima che il loro aereo decollasse. Doveva essere sicuramente il senso di colpa che provavo ad aver reso ancora più doloroso il nostro addio.

Adoravo i miei genitori. Sarei stata più che entusiasta di presentargli Aiden, ma non potevo. La mia felicità non sarebbe stata la loro. Non c'era alcuna possibilità che papà non incolpasse Aiden per ciò che era successo o che incolpasse me per aver mentito loro. Mentire su un'aggressione, vivere con Aiden ed ora... Stare assieme a lui.

"Stai pensando ai tuoi genitori?" Sentii la voce di Aiden sussurrarmi all'orecchio. Rafforzò la stretta attorno al mio corpo, stringendomi da dietro.

La mia schiena si allineò contro il suo petto, mentre avvicinava le labbra per baciarmi il collo. Il suo tocco mi fece venire i brividi lungo la spina dorsale.

Non riuscivo ancora a spiegarmi la sensazione totalizzante che provavo ogni volta che mi stringeva. Stare tra le sue braccia mi faceva provare un mix di emozioni esplosivo, ma più di tutto, mi sentivo sicura. Stare tra le sue braccia mi faceva sentire sicura e felice.

Tuttavia, non potevo negare che il pensiero dei miei genitori mi tormentava.

Io ed Aiden l'avevamo scampata per un pelo, fortunatamente, ma questo non mi facevo sentire meglio sulla mancanza di onestà nei loro confronti.

"Sì," gli risposi con voce sottile, sorpresa da quanto risultassi triste.

Capii che aveva notato la mia tristezza quando mi fece voltare verso di lui. Si accigliò, accarezzandomi dolcemente una guancia. L'espressione tenera nelle sue iridi ambrate mi rese difficile continuare a respirare.

"Ehi," mi sussurrò dolcemente Aiden.

Deglutii. Non volevo piangere come una poppante.

"Stai bene? Cosa succede?" Mi chiese, ma l'espressione preoccupata sul suo volto mi fece capire che sapeva già cosa mi stava frullando in testa.

"Non voglio che mi riportino in Texas," sussurrai con voce rotta. "Non voglio lasciare Seattle," gli dissi, come per giustificare le mie azioni, ma non sapevo se i miei genitori avrebbero mai potuto capirmi.

Lo sguardo di Aiden si addolcì. Mi posò un lungo e casto bacio sulla fronte. Chiusi gli occhi, sentendo il cuore martellarmi nel petto. Si lasciò sfuggire un sospiro, stringendomi a lui. Sollevai le braccia, allacciandole dietro la sua schiena, nel tentativo di ricevere maggiore conforto.

"Va tutto bene," mi disse. "Sei qui. Sei ancora qui." La sua voce tremava come se stesse cercando di controllare le sue emozioni, convincendosi che non sarei andata da nessuna parte. 

Le sue labbra sfiorarono le mie ed io mi sentii davvero sul punto di piangere. Perché mi sento così? Dovrei essere felice che i miei genitori non abbiano scoperto della nostra relazione, ma questo non riesce comunque a guarire la mia irrequietezza.

Avevo nascosto ai miei genitori molte cose. Non avrei dovuto farlo. Stavo mentendo a mamma e papà. Stavo mentendo anche ad Aiden. Riguardo ad Olivia.

Aiden gemette, mentre il bacio diventava sempre più passionale. Ricambiai il suo gesto con tutto il mio cuore, mentre i miei pensieri combattevano la loro battaglia.

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