32 | Nostalgia

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AIDEN POV

Feci colazione, guardando la sedia vuota davanti a me. Era mattina, ma il mio umore era già acido.

Mi aveva frustrato svegliarmi e non trovare Nevaeh. Ero piuttosto sicuro di essermi involontariamente addormentato con la sua testa appoggiata sulla spalla, quindi il fatto di non averla notata scendere dal letto era ridicolo.

Dovevano essere le medicine che stavo prendendo. Quando era partita per Los Angeles? Non aveva neanche fatto colazione.

Era divertente perché ero io quello che la lasciava sola al tavolo. Ora la medaglia si era capovolta ed io dovevo deglutire il fatto che non l'avrei vista fino alla prossima settimana.

Ashton arrivò con la sua solita tazza di caffè, che appoggiò sul bancone della cucina. I suoi occhi si spalancarono quando mi vide già vestito col mio completo.

"Vai in ufficio oggi?" Mi chiese con disappunto. "Non ricordo che il medico ti abbia dato il consenso. Sei ancora pallido."

"Ho avuto la febbre, non la broncopolmonite," gli risposi, continuando a masticare.

"Sono serio," sospirò Ashton, consapevole di non essere in grado di farmi cambiare idea.

Ma sapeva anche dannatamente bene quanto odiassi essere trattato come una persona malata, soprattutto quando tutti pensavano che non mi fossi ancora ripreso dall'incubo dell'altra notte.

Ian entrò in cucina. Appoggiò il mio caffè sul tavolo ed Ashton si rivolse direttamente a lui, "Sta bene?"

Ian scosse la testa con disappunto. Si voltò e quando superò Ashton per rientrare in cucina, gli sussurrò, "Non penso abbia recuperato. É da quando si è svegliato che tiene il broncio. Non sta affatto bene."

Sbuffai, sapendo che l'anziano uomo l'aveva di proposito sussurrato ad alta voce così che potessi sentirlo.

"Lo vedo," mormorò Asthon. Il suo tono era carico di umorismo.

Ricordatemi il motivo per il quale ho assunto queste persone!

Mi asciugai le labbra con il tovagliolo, appoggiandolo sul tavolo ed alzandomi. "Posso assicurarvi che sto fisicamente bene per poter tornare al lavoro, tutti i miei organi interni sono intatti e funzionano correttamente."

"Odio darti torto, ma," Ashton si interruppe, guardandomi con un'espressione divertita, "C'è un organo nel tuo corpo che necessita di avere particolari cure da noi-sappiamo-chi, ed è molto importante, dal momento che pompa il sangue attraverso il tuo sistema circolatorio."

Guardai Ashton come se fosse impazzito.

"Sto parlando del tuo cuore," concluse.

"Cosa cazzo c'è che non va con il mio cuore?" Sibilai, uscendo dalla sala.

Ashton ridacchiò. Poco dopo lo sentii parlare al cellulare, "Signorina Rogers," la mia segretaria. "Sarà in ufficio oggi, ma devo avvertirti di una cosa." Ci fu una pausa. "No, fisicamente sta bene, ma ha davvero un umore nero."

Mi diressi in ufficio, prendendo tutti i contratti che avevo lasciato sulla scrivania, prima di dirigermi al lavoro. Dire che Ashton ed Ian mi stavano infastidendo era un eufemismo.

Non c'era niente che non andasse nel mio cuore. Non c'era assolutamente nulla.

Quando entrai nella mia camera, trovai una cameriera che stava rifacendo il letto. Spalancai gli occhi. "Cosa diamine stai facendo?"

La mia voce era così alta da farla sussultare.

Un'espressione di shock ed orrore le attraversò il volto, mentre la guardavo severamente. Sentivo la paura che provava, ma ciò che stava facendo al mio letto mi fece aumentare il battito cardiaco.

Destinati a stare insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora