55 | Tutto di me

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Il mio cuore si contorse, mentre mi perdevo nelle iride ambrate di Aiden. Era la prima volta che mi confessava i suoi sentimenti ed io sentivo che il mio cuore era sul punto di rompersi.

Perché mi guardava con uno sguardo tanto triste?

Perché questa vulnerabilità lo sta uccidendo?

Perché mi guarda come se potessi lasciarlo da un momento all'altro?

"Cosa senti per me?" Gli chiesi.

Aiden non mi rispose, ma riuscivo a comprendere la sua espressione addolorata.

Mi ricordavo di ogni parola del suo terapista, ogni parola che il Signor Bennet mi aveva rivolto.

Sapevo che Aiden stava lentamente abbassando i muri che aveva costruito e le lacrime minacciavano di lasciare i miei occhi da un momento all'altro.

Provavo gioia al pensiero che il cuore di Aiden non fosse più ibernato. Ma la vista di Aiden così spezzato mi faceva male. C'era ancora una parte di lui che dubitava di ciò che stava accadendo tra noi. Riuscivo a percepirlo.

Aveva ancora paura. Forse, oserei dire, che era atterrito.

Feci un passo in avanti, "Voglio sapere ogni cosa che provi per me."

Un'espressione di allerta ed incredulità gli irrigidì i lineamenti, come se non riuscisse a credere alle parole che avevano lasciato le mie labbra.

"Non lo vuoi realmente sapere," constatò.

Non è che non voglia, Aiden. Sei tu ad avere paura di ammetterlo.

Volevo vedere il vero Aiden. Volevo vedere l'uomo che aveva pianto sull'altare per ore, quella notte in cui Olivia se n'era andata. Volevo il cuore di quell'uomo, l'unico in grado di farmi versare lacrime per il suo dolore.

Non avrei mai distrutto il suo cuore, come aveva fatto Olivia. Gli avrei donato gioia e, se possibile, avrei curato tutte le sue ferite, ma doveva essere lui il primo a permettermelo.

"Posso chiederti una cosa?" Sussurrai.

Aiden rimase in silenzio, con lo sguardo puntato nel mio.

"Perché dici che alcune delle cose che provi sono dannose per me?"

Non mi rispose, così mi affrettai ad aggiungere, "Non posso essere tanto dannose."

Aiden contrasse la mascella. "Dovresti avere paura di me, dei sentimenti che covo dentro. Dovresti dirmi di smetterla. Dovresti sopprimere ciò che sento--"

"Non lo farò mai," lo interruppi.

Mi stampai un caldo sorriso sul volto. Lui, d'altro canto, sembrò confuso, insicuro delle parole che avevo appena pronunciato.

"Questi sentimenti che reputi dannosi per me, fanno bene a te?" Gli chiesi, dolcemente.

Aiden sembrò a corto di parole. Il silenzio si prolungò per qualche secondo, prima che ripresi la parola, "Dipingimi, allora."

Questa volta, fu la mia voce a tremare. Non perché avevo paura di lui. Ma perché compresi quanto lo volessi.

Lo volevo con tutto il mio cuore, e per questo motivo, gli avrei donato tutto di me. 

"Dipingimi e senti quei sentimenti vivere nuovamente dentro di te," affermai, questa volta con più determinazione.

Sapevo quanto spezzato fosse Aiden Klein, ma era giunta l'ora di lasciare andare il dolore. Non c'era nulla di cui dovesse preoccuparsi, perché era con me, questa volta.

Gli avrei dato tutto di me, prima che lo facesse lui stesso.

Il mio battito aumentò, avvertendomi di quanto pericoloso fosse quel pensiero e di quanto dolore avrebbe potuto causarmi qualora, tra noi, fosse andata male.

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