39 | Scontro

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AIDEN POV

Mi sedetti nel mio ufficio dopo diverse estenuanti ore di riunione. Oggi era stata una giornata piuttosto frenetica al lavoro. C'erano diversi contratti che dovevano essere revisionati ed io dovevo assicurarmi che venissero proposti nei tempi prestabiliti.

L'orologio che indossavo indicava che era quasi sopraggiunta la sera. La mia mente tornò a pensare che a quest'ora ero andato a prendere Nevaeh in Università, il giorno precedente.

Mi chiedevo come fosse andata la sua giornata. Si era divertita? Era stata una giornata lunga e noiosa? Era stata una giornata frenetica come la mia?

Avrei dovuto chiederlo direttamente a lei, ma ciò che era successo il giorno precedente mi fece desistere da quell'idea.

Non scrissi niente e Nevaeh, ma inviai un messaggio a Sam per chiedergli dove fosse. Non mi rispose subito ed io riappoggiai il cellulare sulla scrivania.

Chiusi gli occhi, appoggiando la nuca contro lo schienale della sedia. Cosa diamine c'era di sbagliato in me?

Perché mi importava se fosse o meno tornata a casa?

Non era una bambina, ed io non ero il suo tutore.

Non era che volessi trovarla a casa una volta tornata. E non era neanche il motivo per cui lasciavo l'ufficio presto.

Giusto?

Ero pienamente consapevole che nella mia mente ci fosse in corso una battaglia.

Sam non aveva mai ignorato i miei messaggi, quindi mi infastidì non ricevere risposta, ma cercai comunque di tornare al lavoro. Stavo per rispondere ad una e-mail, quando il mio cellulare vibrò.

Sam: Sono in caffetteria. Nevaeh sta facendo qui i compiti.

Stava scrivendo un altro messaggio, poi si fermò. Continuò così per due minuti ed io mi accigliai con il passare dei secondi.

Sam: Mi dispiace, capo. É con il ragazzo che hai conosciuto ieri.

Contrassi la mascella.

Se non avessi conosciuto Kai il giorno prima, non sarei stato così irrequieto. Ma l'avevo conosciuto ed chiaro che lei gli piacesse. Non chiedetemi come cazzo faccio a saperlo -- É come riuscire a scorgere un elefante in un campo da calcio.

Dopo che Sam mi inviò il messaggio, i seguenti apparirono a sequenza.

Sam: É tutto sotto controllo

Sam: Sto gestendo io la situazione.

Sam: Non devi preoccuparti.

Sam: Me ne occupo io.

Sam: Non vanno più nel suo appartamento.

Sam: Non li perdo di vista.

Sam: Non sbatto neanche le palpebre.

Sam: Sto scrivendo, ma continuo a tenere gli occhi su oro.

Sam: *Su di loro.

Sam: Scusa, errore di battitura.

Di cosa cazzo stai parlando, Sam?

Qualsiasi cosa stesse cercando di fare, mi suscitò l'effetto opposto. Stavo diventando sempre più irrequieto.

Appartamento?

---

Sbattei la portiera dell'auto non appena arrivai. Il mio sguardo si soffermò sulla vetrina della caffetteria. Riuscivo ad intravedere Nevaeh e Kai seduti ad un tavolo dall'esterno, stavano ridendo e parlando.

Il mio petto si contorse, mentre cercavo di fare del mio meglio per sopprimere le mie emozioni. Non avevo il diritto di interrompere qualsiasi cosa Nevaeh stesse facendo.

Nonostante il mio cuore stesse battendo a causa della paura che mi stava divorando dall'interno, non c'era nulla che potessi fare.

I miei occhi si assottigliarono sulla persona che meglio conoscevo, nonostante ci fossimo visti soltanto quella stessa mattina. Sentivo di potermi soffermare a guardare il suo sorriso ridente per sempre, ma il ragazzo seduto davanti a lei rendeva tutta la situazione insostenibile.

La vocina nella mia testa mi urlava di non fare una scenata e di allontanarmi per il bene di tutti, ma nel momento in cui Kai le asciugò la panna dalle labbra, persi ogni facoltà. Strinsi i pugni ed entrai all'interno.

Sam mi individuò immediatamente, alzandosi in piedi. I suoi occhi erano spalancati.

Mi incamminai verso Nevaeh, facendola agitare. La sua bocca si aprì, mentre Kai mi guardò come se fossi l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.

"Aiden?" Nevaeh pronunciò il mio nome con disappunto.

I miei occhi si soffermarono sul libro, sul computer e sui fogli sparsi sul tavolo. Da quanto tempo stavano studiando?

Kai sbuffò. Mi guardò, leccandosi il pollice, ancora sporco della crema che aveva ripulito dalle labbra di Nevaeh.

Sentii il sangue ribollirmi nelle vene. Volevo colpire il loro tavolo, facendolo cadere inerme al suolo. Dovetti raccogliere tutta la forza che possedevo per non afferrare Kai dal colletto e sbattergli la testa contro la vetrina della caffetteria.

"Hai finito?" La mia voce era terribilmente bassa, tremante.

Nevaeh stava ancora digerendo la mia domanda, mentre Kai mi lanciava uno sguardo gelido.

"Mm, cosa intendi?" Mi chiese Nevaeh. "Siamo ancora a metà del progetto che dobbiamo terminare."

Guardò Kai, come se cercasse una sua conferma. Sollevò le sopracciglia, puntandomi gli occhi addosso.

"Perché sei qui?" La domanda lasciò le sue labbra.

Cazzo. Era giunto il momento di dire qualcosa di intelligente per non rovinare tutto.

"Stavo tornando a casa dall'ufficio ed ho visto la macchina parcheggiata all'esterno," ammisi.

Non stavo mentendo. Non c'era alcuna bugia nella mia frase.

"Ti porto a casa io," aggiunsi.

Un'espressione confusa le si dipinse sul volto. "Ma Sam--"

"Deve andare a casa per un'emergenza familiare." Questa invece, era una bugia.

Sam sentì le mie parole, mentre era ancora seduto. Ci scambiammo un'occhiata complice. Finì velocemente il suo frullato e si avvicinò a me.

"Grazie, capo." Si allontanò, reggendomi il gioco.

Ottimo lavoro, Sam. Potrei darti un aumento solo per questo.

Nevaeh spalancò ancora più la bocca. Volevo trascinarla fuori da quel posto, perché più rimanevo lì dentro, più mi sentivo esplodere.

"Quanto tempo ci metti a finire?" Le chiesi. "Ti posso aiutare io."

Nevaeh mi guardò come  se le avessi fatto la domanda più difficile del mondo. Sembrava a corto di parole, mentre Kai ci interruppe.

"Amico, non c'è bisogno," mi rispose Kai. "Ci stiamo lavorando e stiamo andando alla grande."

Non pensavo di riuscire a reggere un solo secondo in più, rimanendo nella sua stessa stanza. Non sarei stato in grado di bloccare il pugno che mi immaginavo già schiantarsi sul suo viso. Era un miracolo che non l'avessi ancora fatto.

"Andiamo a casa?" Chiesi a Nevaeh.

Non mi sarei mai aspettato che la mia voce potesse suonare tanto vulnerabile. Avrei fatto qualsiasi cosa purché mi rispondesse di sì, qualsiasi cosa purché lasciasse questo ragazzo, subito.

Destinati a stare insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora