106 | Il sapore della felicità

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Ero seduta sulla panchina in giardino, mentre guardavo il parco davanti casa, in attesa di vedere Aiden e papà rientrare dalla loro passeggiata mattutina. Sorseggiai il thè, chiedendomi che piega avrebbe preso il mio futuro dopo tutti i recenti avvenimenti.

Avevo così tante cose in testa, che non mi accorsi che Aiden si stava avvicinando a me. Si sedette al mio fianco.

"Com'è andata la passeggiata con papà?" Gli chiesi.

Aiden sospirò e, con mia sorpresa, un sorriso gli incurvò le labbra. "Piuttosto bene."

La sua risposta mi fece sollevare le sopracciglia interrogativamente. Ma poi, ridacchiai dolcemente.

Aiden mi aveva raccontato cosa gli combinava papà durante le loro passeggiate e, a giudicare dalla sua risposta, speravo che questa volta fosse andata diversamente. Speravo che papà avesse smesso di torturarlo.

Da quando avevo ascoltato la sua conversazione con mamma il giorno dell'incidente, sapevo che prima o poi, ci avrebbe dato la sua benedizione.

Riportai lo sguardo verso il parco, mentre i pensieri ricominciarono a consumarmi.

"A cosa stai pensando?" Mi chiese Aiden.

Sbuffai, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "All'Università. A cosa farò nei prossimi mesi."

"Parlamene."

"Ora che ci ripenso, vorrei prolungare la mia permanenza a Seattle," ammisi sinceramente. "Il mio corso finirà presto. Un semestre, ricordi? Avevo già pensato di prolungarlo in realtà, sai prima che..."

Mi interruppi. Non sapevo come parlare del tempo che avevamo trascorso separati. Mi faceva male soltanto ricordarlo e sapevo che Aiden si sentiva in colpa per ciò che era accaduto. Avrei fatto più male a lui, che a me.

Sentii la mano di Aiden stringere la mia. L'appoggiò sul suo grembo. Mentre mi teneva la mano, mi voltai verso di lui, vedendo l'espressione addolorata sul suo volto.

"Nevaeh," mormorò ed io sapevo che voleva dirmi quanto desiderasse tornare indietro nel tempo e non spezzarmi il cuore.

"Non ti avevo detto che volevo prolungare la permanenza a Seattle per come erano andate le cose," ammisi, "Però sono arrivata alla consapevolezza che vorrei continuare a studiare lì."

Aiden annuì. "Cosa ti trattiene, allora?"

"Non lo so. Mio padre?" Sospirai nuovamente. "Anche se continuassi a studiare a Seattle, non so se gli andrebbe bene che conviva con te."

Aiden mi strinse la mano, guardandomi negli occhi. "Non preoccuparti. Lo capirà."

Sollevai le sopracciglia. "Come?"

Aiden ridacchi, mentre il suo sguardo mi comunicava ogni cosa. Era come se i suoi occhi nascondessero un segreto, una chiave per sbloccare la mia felicità, un qualcosa che riuscisse a dissipare ogni mia preoccupazione.

"Tutto andrà bene, Heaven," mi sussurrò. I suoi occhi mi sorridevano.

Volevo credergli. "Lo pensi davvero?"

"Sì. Fidati di me," con quelle ultime parole, mi baciò la fronte, trascinandomi verso di sé così che potessi appoggiare il capo sulla sua spalla.

"Voglio tornare a vivere con te quando torniamo a Seattle," mormorai. "A proposito, mi chiedo cosa stiano facendo Ashton, Ian e Sam." Mi mancavano.

Aiden rise. "Probabilmente stanno scommettendo su cosa faremo in una chat di gruppo."

La sua frase mi fece sorridere. Ero davvero grata di essere circondata da persone che tenevano a noi, ad entrambi.

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