29 | Bruciare

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AIDEN POV

Aprii gli occhi, respirando affannosamente. Il sudore mi impregnava tutto il corpo.

Quando mi sedetti contro la testiera del letto, il mio sguardo si soffermò sulla tazza di cioccolata appoggiata sul mio comodino.

Nevaeh.

Mi ricordavo di essere stato così stanco la scorsa notte da essermi addormentato prima che me la portasse. Mi maledissi in silenzio. Anche se non mi ero scusato per ciò che era successo all'interno della sala studio, lei era ancora preoccupata per me.

Non smettevo di domandarmi perché fossi così arrabbiato. Ora che il vaso di Olivia se n'era andato per sempre, ero consapevole che la mia rabbia non fosse dovuta al fatto della rottura stessa. Mi infastidiva che fosse Nevaeh ad averlo rotto, quando doveva essere Olivia stessa a farlo.

Non mi piaceva la paura che stavo provando. Non mi piaceva perdere il controllo.

I miei occhi si posarono sul computer appoggiato sulla scrivania all'angolo della stanza. Non riuscivo ancora a credere a cosa fosse successo. Avrei dovuto sapere che guardare un porno mi avrebbe soltanto fatto del male.

Presi la cioccolata e ne bevvi un sorso, sospirando. Era buona, ma era ormai diventata fredda. Quanto avevo dormito?

L'orologio appeso alla parete segnava, ormai, mezzogiorno. Cazzo. Avevo saltato il lavoro.

Appoggiai la tazza sul comodino. Nonostante l'avessi bevuta, sapevo che c'era qualcosa che mancava.

Se non mi fossi addormentato prima dell'arrivo di Nevaeh la scorsa notte, avrei potuta averla al mio fianco, anche se per poco.

Non avevo ancora recuperato le energie, però mi sforzai di alzarmi dal letto ed uscire dalla mia stanza.

"Nevaeh?" La chiamai, percorrendo il lungo corridoio.

Sono fottutamente stupido. Non sarebbe apparsa magicamente, dovevo cercarla.

Mentre mi avvicinavo alla sua camera, notai che l'attico era praticamente deserto.

Dove diamine sono tutti? Hanno deciso di andarsene e lasciarmi morire a letto?

Ok. Forse sto esagerando, ma davvero, dove cazzo sono?

Mi fermai di fronte alla camera di Nevaeh. La porta era leggermente aperta ed io mi accigliai.

Non era positivo. Non aveva imparato niente dalla sua esperienza? E se non ci fossi io, in piedi, qui davanti?

Nonostante fossi certo che l'attico fosse sicuro, non potevo non pensare che qualche stronzo -- come la guardia di sicurezza che si era rivelata un maniaco -- la aggredisse. Il solo pensiero mi faceva infuriare.

"Nevaeh?" Bussai alla porta, senza ricevere risposta.

Era andata al campus?

Quando stavo per andarmene, sentii un suono provenire dall'interno della stanza, come se qualcosa fosse caduto sul pavimento di marmo.

"Nevaeh?" La richiamai. Ancora, nessuna risposta.

Sapevo che non dovevo farlo, ma volevo soltanto assicurarmi che andasse tutto bene. Era stata già aggredita in passato, quindi ora ero preoccupato per la sua incolumità. Non potevo evitare di pensare alla possibilità che quello psicopatico la stesse osservando di nascosto.

Era impossibile. Lo stronzo era in prigione, vero? Inoltre, non avrebbe mai potuto irrompere nel mio attico.

Entrai in camera di Nevaeh, guardandomi attorno.

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