75 | Cuore in subbuglio

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AIDEN POV

Avevo raccontato a Luna ciò che era successo. Le avevo raccontato dell'incidente con la guardia al piano inferiore, del fatto che avevo aiutato Nevaeh così che potesse rimanere a Seattle. Avevo raccontato a Luna la mia intenzione di proteggere Nevaeh e come questo l'aveva condotta a vivere assieme a me, mentre mantenevamo questo segreto al sicuro dalla sua famiglia.

"É tutto?" Mi chiese Luna, dopo aver terminato di ascoltarmi. "Sei sicuro che non mi stai nascondendo nient'altro?"

Annuii ma, a giudicare dalla sua espressione, la mia spiegazione non doveva esserle sufficiente.

"E allora cosa mi dici del dipinto?" Luna sembrava sul punto di piangere. La sua domanda mi colse alla sprovvista. "Cosa mi dici, mm? Ho visto il quadro. Era nascosto sotto un mantello, ma l'ho trovato. L'hai dipinta nuda. Nuda, Aiden. Cosa dovrebbe significare? Come hai potuto farlo?"

Rabbia, disappunto e dolore erano mescolate in un'unica espressione. Si alzò dal divano. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, mentre stringeva i pugni lungo ai fianchi.

"L'hai visto?" La mia voce uscì come un debole sussurrio. Ero spacciato.

"Rispondimi," sibilò Luna.

Signore e Signori, questa era uno dei rari casi in cui non dubitavo che Luna Klein fosse furiosa.

Aprii la bocca, "Io e Nevaeh siamo..."

Luna mi guardò ed io stavo perdendo la speranza. Sapevo che si fidava di me.

"Siamo...," le parole mi morirono in gola ed io maledissi il mio cuore.

Luna si accigliò.

"Siamo più di...," mi interruppi, preparandomi al peggio. "Stiamo insieme," ammisi, finalmente.

Luna mi guardò scioccata. "Insieme?" Mi fece eco. "Intendi insieme, insieme?"

L'idea di me e Nevaeh come coppia le sembrava davvero incredibile. Riuscivo a vedere che stava cercando assorbire le mie parole.

"È molto importante per me," ammisi.

Aspettai che Luna mi dicesse qualcosa, ma con mia enorme sorpresa, iniziò a piangere. Abbassò lo sguardo e continuò a piangere, facendomi immaginare scenari terribili.

Oh Dio, era contro di me?

Cercai di digerire ciò che stava succedendo quando Luna alzò finalmente lo sguardo con gli occhi lucidi.

"Non so cosa dire," sussurrò. "Solo...," sembrava a corto di parole. "Sono felice per te. Per lei. Per entrambi. É una brava persona. É bella e gentile. E... E--"

Luna sembrava sul punto di ricominciare a piangere.

"Hai ricominciato a dipingere," esclamò, come se pensasse fosse surreale. "Sono senza parole, sono confusa. Ma ora che mi hai spiegato tutto, sono felice. Dopo tutto questo tempo..." Si asciugò le lacrime che le bagnavano le guance.

Una sensazione di sollievo mi pervase. Ciò che era accaduto mi aveva quasi fatto venire un infarto, ma ero felice che Luna riuscisse a capire la situazione in cui mi trovavo.

Mi guardò con le labbra incurvate in un sorriso fiero, stringendomi le mani. "Sono davvero felice che tu abbia finalmente riaperto il tuo cuore ad un'altra persona."

Le sue parole mi fecero indietreggiare. Mi ritrassi, lasciandola dubbiosa. Quel movimento soprese anche me. Ero preoccupato da come mi ero sentito trafitto nel momento in cui avevo udito quelle esatte parole.

"Non penso che si possa definire in questo modo," constatai.

Questo era uno di quei momenti dove mi sembrava di non riconoscere più me stesso. La mia paura più grande tornò a consumarmi.

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