30 | Paradiso

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Dopo essermi asciugata i capelli, ammirai il mio riflesso allo specchio. Le parole del Signor Bennet mi vorticavano ancora in testa.

Il mio sguardo si fermò sul cellulare appoggiato sul comodino ed aprii la nota che avevo salvato precedentemente. I sentimenti. I sentimenti che Aiden non era più in grado di provare.

Più ci pensavo, più il cuore mi doleva. Aiden era abituato a provare tanto, solo per trovarsi a non provare più nulla.

Sospirando, mi alzai dal letto ed uscii dalla stanza per andarmi a prendere un bicchiere d'acqua. Non appena arrivai in cucina, notai Ian sistemare un vassoio di cibo sul bancone.

Mi avvicinai. Era zuppa di pollo ed il mio stomaco brontolò. Sembrava dannatamente buona.

"É per Aiden," mi disse Ian, mentre riempiva un bicchiere. "Non ha mangiato nulla da quando è collassato."

Il mio cuore sussultò, sapendo che Aiden non si sentiva ancora bene.

Aprii il frigo, prendendo una bottiglia d'acqua fresca e me ne riempii un bicchiere. Dopo averne bevuto un lungo sorso, sbuffai. Quando mi voltai, Ian era sparito dalla circolazione.

I miei occhi viaggiarono per il salotto, ma non trovai nessuno. Guardai la zuppa di pollo ancora appoggiata sul vassoio.

Non doveva portarla ad Aiden? Dov'è Ian?

Mi appoggiai contro il bancone, sollevando un sopracciglio in attesa. Nonostante i minuti passassero, di Ian non c'era più traccia.

Riguardai la zuppa di pollo, preoccupata che potesse raffreddarsi. Era meglio che Aiden la mangiasse ancora calda.

Ian doveva essere impegnato con altre mansioni, così decisi di portarla ad Aiden io stessa. Presi il vassoio e mi incamminai verso la sua stanza.

Quando arrivai davanti alla porta, questa era già aperta e lo scorsi seduto sul letto. Stava guardando il nulla. Aveva uno sguardo triste sul volto.

Quella vista mi fece provare emozioni contrastanti. Il mio cuore palpitò ed io non seppi il motivo per il quale avesse cominciato a battere, improvvisamente, così forte. Mi sembrava difficile respirare, mentre il mio petto si stringeva per il dolore.

Perché sento di dover piangere ogni volta che lo vedo? Perché provo una tale emozione?

Lentamente, feci un respiro profondo e bussai alla porta. Aiden voltò il capo verso di me, mentre spingevo la porta per aprila maggiormente.

Mi guardò meravigliato, come se non si aspettasse di vedermi lì. Irrigidì la sua postura, appoggiandosi contro la testiera del letto.

"Mi dispiace," dissi. "Volevo solo portarti da mangiare. Ian l'ha preparata per te."

Mi guardò appoggiare il vassoio sul comodino. "Grazie," sussurrò ed io sentii il mio cuore fluttuare.

Non sapevo perché delle così semplici parole, se dette da lui, mi facevano un tale effetto. Riuscii a sentire le mie guance scaldarsi.

Annuii, sorridendogli. Mentre mi stavo per voltare, lui mi richiamò, "Nevaeh."

Aveva un'espressione seria sul volto. Il pentimento gli illuminava le iridi ambrate.

"Mi dispiace," ammise. "Non mi sono scusato per ciò che è successo nella sala d'arte. Non avrei dovuto essere così duro con te, a causa del vaso. Non avrei dovuto parlarti in quel modo. Sono stato un vero stron-"

"No, no," lo interruppi. "É stata colpa mia. Non avrei dovuto toccare--"

"No, sono stato uno stronzo," insistette Aiden. "Non merito il tuo perdono."

Destinati a stare insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora