86 | Faccia a faccia

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Appoggiai il regalo di Aiden all'interno della scatola, sopra la mia scrivania, chiudendola. Un sorriso mi incurvò le labbra. Speravo che ad Aiden piacesse.

Mi stavo chiedendo da diverso tempo cosa potessi fargli per il suo compleanno. Sapevo che Aiden possedeva già molte cose, quindi volevo regalargli qualcosa di diverso. Di unico.

Speravo che il mio regalo potesse renderlo felice.

Guardai l'orologio ed uscii dalla mia stanza. Aiden mi aveva detto che sarebbe stato fuori città per un viaggio di lavoro e questo era perfetto dal momento che dovevo preparare tutto il necessario per il suo compleanno senza che ne sapesse nulla. Oltre a preparare la torta, volevo anche cucinare il suo piatto preferito.

Mentre mi incamminavo lungo il corridoio, notai Ashton guardare oltre la finestra nell'ufficio di Aiden. Stava parlando con qualcuno. Mi stava dando la schiena, mentre continuava a perdersi sulla vista della città.

"Perché diamine ci stai mettendo così tanto?" Ashton sembrava irritato ed irrequieto. "Finisci il prima possibile e torna a casa."

Concluse la chiamata con un sospiro, prima di voltarsi. Quando notò la mia presenza, spalancò gli occhi. "Nevaeh--"

"Va tutto bene?" Gli chiesi, sollevando un sopracciglio nel sentirlo tanto preoccupato.

"Sì," Ashton ripose velocemente il cellulare in tasca. "Sono solo questioni di lavoro." Con quelle parole, uscì dall'ufficio di Aiden.

Tornai sui miei passi e quando arrivai in cucina, Ian mi sorrise.

"Sembri entusiasta," affermò.

"Lo sono," sorrisi, lavandomi le mani, prima di iniziare a lavorare sulla torta. "Il regalo è arrivato ed è stupendo. Non vedo l'ora che lo apra."

Il regalo non varrà come le altre cose che Aiden possiede, ma speravo che riuscisse a cogliere il significato speciale celato dietro ad esso. Volevo che sapesse che la sua felicità era l'unica cosa che contava, per me.

Aggiunsi la farina ed il lievito in una ciotola, mentre un sorriso mi incurvava le labbra.

"Zucchero?" Mi chiese Ian, aiutandomi ad aggiungere gli ingredienti.

Aggiunsi lo zucchero e la vaniglia, poi utilizzai lo sbattitore elettrico per mescolare il tutto fino ad ottenere un composto soffice. Ian mi portò le uova ed il latte, così che aggiungessi anche quegli ingredienti.

Dopo aver imburrato la pirofila, la riempii con il composto. "Sembra buona! Ora procediamo con la cottura," mi disse Ian.

Ero felice di avere Ian, con decisamente più esperienza di me, ad aiutarmi, altrimenti questo si sarebbe rivelato un vero e proprio disastro.

Sospirai, dopo aver messo la pirofila nel forno, già preriscaldato. Mentre la cottura procedeva, cominciai a preparare la glassa e le decorazioni con cui abbellire la torta. Quella era la parte più divertente ed io non riuscii a trattenere una risata.

Mentre Ian controllava che la torta fosse cotta, lessi la lista delle ricette che avevo appositamente scritto per il compleanno di Aiden. Avevo ancora molto lavoro per preparare gli antipasti, le portate principali ed i dolci.

Sollevai il sopracciglio, picchiettandomi il mento. "Non sarà troppo?"

"Nah," Ian scosse la testa. Un'espressione divertita faceva capolino sul suo volto. "Mangerà tutto."

Ridacchiai, chiedendomi se fosse la verità. Forse ero troppo eccitata per questa sorpresa.

Non vedevo l'ora che Aiden tornasse a casa.

AIDEN POV

Il mio sguardo si soffermò sulla casa che si ergeva davanti a me, dall'altra parte della strada. Eccomi qui, in uno dei quartieri residenziali più prestigiosi ed isolati di Los Angeles. Ero davanti alla villa di Roman ed Olivia, per la precisione.

Il mio battito aumentò. Strinsi le mani in due pugni. Una parte di me non riusciva a credere che li stavo per fronteggiare, che stavo per rivedere le due persone che avevano calpestato il mio cuore come se non significasse nulla.

Era strano. Negli ultimi due anni, non avevo mai voluto vederli. Non avrei mai voluto che il mio cuore si spezzasse ulteriormente nel parlare con loro. La verità era sempre stata sotto ai miei occhi dal disastro del matrimonio. Mi avevano tradito.

Per tutto questo tempo, non avevo voluto sapere nulla. Non avevo voluto un confronto. Non c'era nessuna domanda da dovergli porre. Era tutto fottutamente chiaro.

Ma ora, dal momento che avevo deciso di rendere Nevaeh mia per il resto della vita, ero qui.

Ero davvero qui.

Ad interfacciarmi con il mio passato, nonché la mia più grande paura. Non volevo che questa paura mi accompagnasse nella mia nuova vita con Nevaeh.

Feci un respiro profondo, guardando la loro casa in silenzio. La domanda che continuava a rimbombarmi in testa era solo una.

Perché?

Perché è successo?

Perché la donna che amavo e veneravo, nonché il migliore amico di cui mi ero sempre fidato, mi avevano colpito alle spalle?

Cos'avevo sbagliato?

Perché si era rivelata tutta un'enorme bugia? Come avevo fatto a non accorgermene?

Mi diressi verso il cancello, contraendo la mascella. Premetti il campanello, in attesa che uscissero.

Trascorsi diversi secondi senza udire alcuna risposta, risuonai il campanello, nonostante l'attesa mi stesse facendo nauseare. Era difficile ricompormi. Desideravo che Nevaeh fosse al mio fianco a dirmi che sarebbe andato tutto bene, che saremmo sempre rimasti assieme e che non c'era nessun bisogno di compiere il passo che stavo facendo.

Volevo tornare a casa da lei così tanto da star male. Ma non potevo. Dovevo chiudere questo capitolo, una volta per tutte.

La porta si aprì ed io trovai difficile respirare. L'uomo che stavo aspettando uscì.

Roman.

Era uguale, fatta eccezione per l'espressione stanca.

Capelli scuri. Occhi scuri ipnotici. Ampie falcate.

La persona che definivo il mio migliore amico, colui che mi conosceva più di tutti, fatta eccezione per la mia famiglia, colui di cui mi fidavo.

La mancanza di shock nel suo sguardo e l'occhiataccia che mi rivolse mi fece comprendere che mi aveva visto prima attraverso la finestra.

Si fermò davanti a me con la voce più fredda e tagliente del ghiaccio, "Cosa ci fai qui?"

Destinati a stare insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora