42 | Regalo

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Era finalmente arrivato il fine settimana. Il pomeriggio optai per fermarmi a studiare in salotto. Sospirai, pensando al test che si sarebbe svolto il lunedì successivo. Speravo di riuscire a superarlo.

Ero seduta sul tappeto circondata dai libri e dagli appunti, sparpagliati sul tavolino davanti a me. Mi ero presa una pausa dal computer e mi ero appoggiata contro le gambe del divano.

Mentre stavo cercando di elaborare mentalmente una risposta agli esercizi riportati sul libro, cominciai ad acconciarmi i capelli in una treccia laterale. Fino a quel momento avevo optato per una semplice coda.

Quanto sentii dei passi avvicinarsi al punto in cui mi trovavo, alzai lo sguardo, notando la figura di Aiden. Sembrava fresco di doccia, dopo aver trascorso del tempo in palestra.

"Stai studiando?" Sembrava sorpreso.

Il broncio sulle sue labbra mi suggeriva che si aspettava che glielo dicessi, così che potesse aiutarmi. Avevo il previlegio di averlo come tutor e mi aveva già aiutata in diverse occasioni.

Sorrisi, scuotendo lievemente la testa. Aiden si sedette al mio fianco, guardando il mio libro, mentre io cercavo di trovare le risposte. Quando abbandonai la treccia, i miei capelli si sciolsero completamente. Stavo per ricominciare a sistemarli, ma la mano di Aiden mi fermò.

"Faccio io. Continua pure," mi disse dolcemente.

Sentii dei brividi incresparmi la pelle quando prese i miei capelli, sfiorandomi il collo, per poi cominciare ad intrecciarli. Non riuscii ad evitare di sorridere.

Non ne capivo il motivo, ma ero felice quando si trovava al mio fianco. Il mio corpo piroettava a causa della sua presenza.

Altri passi rimbombarono per la stanza e notai Ashton incamminarsi verso il bancone della cucina. Stava parlando al cellulare, ma non appena ci vide, si fermò.

Sembrava imbalsamato e cominciò improvvisamente ad ignorare l'interlocutore dall'altra parte della linea. Durò al massimo due secondi, tuttavia, perché tornò presto a parlare, sedendosi su uno degli sgabelli attorno al bancone, dove era già stato appoggiato il suo caffè. Ne bevve un sorso, sorridendomi, prima di distogliere lo sguardo.

"Il tuo thè, Nevaeh," la voce di Ian catturò la mia attenzione. Appoggiò la tazza sul tavolino ed io ne inalai il profumo.

Prima che potessi comprendere cos'era successo ed il motivo per il quale la sua voce sembrava sinceramente felice, si allontanò.

Aiden mi stava ancora facendo la treccia. Forse era troppo impegnato per accorgersi che sia Ashton che Ian erano entrati nella nostra stessa stanza.

Smisi di scrivere. I pensieri cominciarono ad offuscarmi la mente, ma la sola presenza di Aiden era in grado di farmi tornare il sorriso sul volto.

Mi chiedevo cosa facesse nei fine settimana che trascorreva fuori casa od in cui non era con me. Trascorreva le sue giornate in ufficio? O aveva degli hobby?

Un'idea mi balenò in mente. Il momento mi sembrava perfetto, tanto era di buon umore.

"Aiden," iniziai, cercando di avvicinarmi al soggetto della mia conversazione in maniera cauta. "Ti andrebbe di dipingere?"

Smise immediatamente di intrecciarmi i capelli, mentre il mio battito cardiaco aumentava le sue pulsazioni. Probabilmente stava cercando di capire il motivo dietro alla mia improvvisa domanda.

"Mi hai detto che dipingere è una parte importante della tua vita e che non vuoi neanche ricevere soldi in cambio, perché è una tua passione," dissi. "Non ti manca dipingere?"

Ci fu un momento di silenzio ed io mi sentii come se l'aria nei miei polmoni fosse stata risucchiata completamente, dato il mio nervosismo.

Ashton mi aveva detto che Aiden non dipingeva più perché lo faceva sentire vivo. Tuttavia, speravo che avrebbe presto ricominciato. Volevo che riprovasse la gioia o qualsiasi altro sentimento che provava quando dipingeva.

Per favore, dimmi di sì. Mi ripetei quelle parole, ancora ed ancora, cercando di lenire la contorsione del mio cuore.

Aiden sospirò, terminando la treccia prima di chiudere l'estremità con l'elastico.

"No," questa semplice risposta lasciò le sue labbra ed il mio cuore palpitò.

Per qualche motivo, sapevo che quella non era la risposta che voleva darmi e qualcosa dentro di me si smosse. Volevo che tornasse ad essere felice -- la sua risposta mi era sembrata decisamente triste.

Su, Nevaeh. Pensa.

"In realtà," iniziai, senza sapere se avrebbe funzionato. Stavo pensando a quella cosa da diverso tempo. "L'anniversario di matrimonio dei miei genitori si sta avvicinando e volevo regalargli qualcosa di speciale. Pensavo ad un regalo con un significato particolare. Volevo regalargli un dipinto fatto completamente da me."

Non potei evitare di maledirmi mentalmente. Era l'idea peggiore a cui avessi mai dato voce. Tutti sapevano quanto schifo facessi a dipingere. Non andavo certamente fiera dei miei omini stilizzati.

Aiden rimase in silenzio ed io ebbi paura di sentire il suo risposto negativo.

"Potresti...," mi interruppi. Sembravo davvero disperata. "Potresti insegnarmi a dipingere?" Deglutii.

I secondi passarono. Una volta recuperato il coraggio, mi voltai a guardarlo negli occhi.

Il respiro mi morì in gola. Non l'avevo mai visto così combattuto. Sembrava che volesse aiutarmi, ma che una forza interna glielo impedisse.

"Per favore?" Sussurrai, cercando di avvalorare la mia richiesta.

Aiden contrasse la mascella, distogliendo lo sguardo da me. Non c'era rabbia nei suoi occhi, come se capisse quanto reale bisogno avessi dei suoi insegnamenti.

Appoggiò il capo contro lo schienale del divano e chiuse gli occhi, coprendoseli con il braccio. Un sospiro lasciò le sue labbra.

Lo guardai, domandandomi cosa fare.

Aspetta, ho già vissuto una situazione simile.

Un'altra fantastica idea mi fece illuminare il viso.

Ah, la parola magica.

Toccai gentilmente il braccio di Aiden. "Per favore, Daddy. Per favore, insegnami."

Un'enorme botto risuonò nella stanza. Voltai il capo in direzione di Ashton, che aveva fatto cadere il suo cellulare. Ian, che stava pulendo il bancone, per poco non fece cadere la tazza dalle sue mani. L'anziano uomo sembrava sul punto di svenire. Spalancai gli occhi per la sorpresa.

"Insegnarti, cosa?"  La voce di Aiden mi distolse dal mio stato di trance.

Quando tornai ad osservarlo, colsi il suo sguardo intenso puntato su di me. Deglutii vistosamente. L'atmosfera sembrava essere diventata improvvisamente tesa, ma Aiden la ruppe prontamente, lasciandosi sfuggire una sonora risata.

Oh Dio, la sua risata mi fece arrossire.

"Insegnarmi a dipingere?" Ripetei.

Non stavamo parlando di quello?

Aiden continuò a guardarmi, ma non aprì la bocca per comunicarmi la sua risposta definitiva.

Stavo cominciando a pensare di averlo messo in una posizione scomoda, che forse la pressione che avvertiva era troppa. Abbassai lo sguardo sul mio grembo, cercando di nascondere lo sconforto.

"Ehi," sussurrò, facendomi risollevare lo sguardo. I suoi occhi avevano assunto un'espressione più morbida, permettendomi di notare il suo senso di colpa. "Lo farò."

Destinati a stare insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora