38 | Bodyguard

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"Nevaeh?" Kai sollevò le sopracciglia, notando la mia espressione scioccata. "Cosa succede?"

Scossi lievemente la testa. "Mi dispiace. Solo che..." la mia mente mi spinse a cercare un altro argomento. "Mi sono dimenticata di dover consegnare un libro in biblioteca."

Questa è una bugia, Nevaeh.

Kai ridacchiò, scompigliandomi i capelli. "Non pensarci troppo. Sembrava che qualcuno ti stesse per sparare in testa."

Attualmente, stavo per spararmi in testa da sola per la mia realizzazione.

Kai mi sorrise nuovamente. "Dove vorresti eseguire il compito?"

Non riuscivo a decidere. Mi andava bene ovunque. "Non lo so," gli risposi sinceramente.

Prima che potessi menzionare la caffetteria vicina, Kai riprese a parlare, "Vuoi che andiamo nel mio appartamento? Lì ho il libro, quello che potremmo usare per il compito."

"Sì, va bene," gli risposi.

Ero sicura che con il libro e l'aiuto di Kai, avremmo portato a termine l'assegnazione prima della scadenza.

Scorsi un'auto nera a me famigliare nei pressi del cancello del campus ed aggiunsi, "Puoi aspettare un attimo? Devo dire ad una persona che vengo con te."

Kai annuì ed io velocizzai il passo verso la macchina. Dal momento che la mia auto era ancora in riparazione, Aiden aveva ordinato a Sam di venirmi a prendere al termine delle lezioni.

Sam abbassò il finestrino quando mi vide avvicinarmi.

"Ciao Sam," annaspai. "Mi dispiace averti fatto aspettare inutilmente, ma non vengo con te oggi. Devo andare a casa di un amico a terminare un progetto. Tornerò stasera, non devi aspettarmi."

Sam socchiuse le palpebre, poco convinto. "Come tornerai a casa?"

"Prendo un taxi o chiamo un uber dalla casa del mio amico," feci spallucce.

"Mi dispiace, Signorina Nevaeh. Ma non posso permetterle di prendere un taxi o chiamare un uber," mi rispose Sam con tono serio. "Aiden mi ha ordinato di guidarti personalmente a casa e non sarebbe felice di scoprire che non ho rispettato ciò che mi ha detto, permettendoti di scegliere una delle due opzioni."

Sospirai. Povero Sam, stava solo facendo il suo lavoro.

Guardai oltre le mie spalle e vidi Kai guardarci. Mi stava aspettando.

"Non preoccuparti per me," dissi, più come fosse una preghiera. "Sono con un amico. Vado con lui. Non so quanto ci metteremo a terminare il progetto e non voglio che aspetti--"

"Lui?" Sam per poco non urlò, facendomi agitare.

Con mia sorpresa, uscì dall'auto. Voltò freneticamente il capo, guardando la persona che avevo indicato. Nel momento in cui scorse Kai, spalancò gli occhi.

"Intendi, il ragazzo laggiù?" Mi chiese Sam con disappunto. "Quello con cui sei uscita ieri?" Il suo volto diventava sempre più pallido.

"Sì," annuii.

"Vai a casa sua?" Strillò Sam.

"Nel suo appartamento," lo corressi, non che la cosa facesse differenza.

Non capivo perché Sam stesse andando in panico. Non mi stava rapendo.

Sam si voltò verso di me. Il suo volto era pallido come un cencio. "Signorina Nevaeh," deglutì Sam. "Non penso che sia una buona idea."

"Perché?" Esclamai.

"Perché ad Aiden non piacerebbe," mi rispose. "Questo va contro i suoi ordini. Vuole che ti riporti a casa direttamente dall'Università."

Guardai Sam, mentre la confusione mi offuscava la mente. Poi, la realizzazione mi avvolse.

"Ah, vuole che lo accompagni da un'altra parte dopo, non è così?" Finalmente capii dove stesse andando a parare. "É urgente? Ti sta aspettando? Allora è deciso. Vado con il mio amico, puoi andare."

Sam mi guardò sempre più terrificato per il mio suggerimento. "No, non è ciò che intendevo." Sembrava che volesse strapparsi tutti i capelli. "Non penso che sia una buona idea. Cioè, andare a casa di quel ragazzo. Ad Aiden non farebbe piacere."

Mi accigliai. "Perché?"

"É così e basta," Sam deglutì ed io analizzai il suo volto.

Sapendo che non fosse una risposta esaudiente, riprese a parlare, "Perché Aiden ti ha permesso di chiamarlo da--" Sam si interruppe prima di finire la Frase.

"Di chiamarlo come?" Insistetti.

Sam mi guardò come se fossi impazzita. Giusto. Dovevo sembrargli pazza visto quanto mi stava facendo confondere.

Sam aprì la bocca, senza lasciar fuoriuscire alcun suono. Ci riprovò, "Di chiamarlo..." Si interruppe nuovamente.

Chiuse gli occhi e sospirò. Quando li riaprì, potei intuire quanto fosse disperato.

"Per favore," mi pregò. "Non voglio perdere il mio lavoro. Solo... Non andare nel suo appartamento. Per favore, Signorina Nevaeh."

Sospirai. Non riuscivo ancora a capire cosa ci fosse di sbagliato nell'andare nell'appartamento di Kai, ma Sam sembrava sul punto di buttarsi da una scogliera.

Mi incamminai verso Kai che aveva il broncio.

"Perché sta andando in panico?" Quella domanda lasciò le labbra di Kai, prima che potesse voltarsi verso di me. "Sai che ti accompagno io a casa, senza problemi, vero?"

Annuii, sospirando un'altra volta.

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In caffetteria. Ecco dove eravamo finiti.

Nonostante io e Kai non fossimo andati nel suo appartamento, stavamo lavorando in caffetteria. Sam aveva insistito per aspettarmi e guidarmi a casa e non c'era stato nulla che potessi fare.

Mi sentivo in colpa per due motivi.

1) Avevo fatto sentire Kai un cattivo ragazzo.

2) Non sto facendo nulla di male, quindi perché non posso fare ciò che voglio?

Tuttavia, la colpa non era tutta di Sam.

Kai tornò al tavolo con due drink in mano, in una teneva il suo caffè mentre nell'altra teneva la mia tazza di cioccolata calda.

"Pensavo avresti ordinato il thè," si sedette.

Guardai la mia cioccolata calda, dubbiosa. Solitamente avrei ordinato la mia bevanda rilassante. Ma oggi, sentivo di aver voglia di cioccolata calda. Non ne sapevo il motivo, però mi mancava berla.

Lo sguardo di Kai si soffermò su Sam, che stava bevendo un frullato alla fragola in un tavolo riposto in un angolo della stanza. I suoi occhi erano puntati su di noi.

Bingo. Sam è in caffetteria e ci sta guardando.

"É il tuo autista o il tuo bodyguard?" Mi chiese Kai, irritato. Sospirò, appoggiandosi contro lo schienale della sedia, cominciando a sorseggiare il suo caffè.


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