[1] L'adolescenza non é sempre facile

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L'adolescenza è uno dei periodi più belli per tutte le persone. Il divertimento, le feste, le uscite con gli amici, i litigi e il tornare amici come prima, i primi amori, le prime delusioni. Un misto di emozioni, ma anni che la vita non ridarà più indietro a nessuno, senza preoccupazioni.

Florence non vedeva l'adolescenza come un periodo positivo, anzi, il contrario. Da quando aveva messo piede al liceo, la sua vita era diventata ancora peggiore di quanto non fosse già prima.

Quindici anni appena fatti, tre uniche amiche che le avevano voltato le spalle, un gruppetto a scuola che si divertiva a prenderla in giro e nessun rapporto positivo con le persone della sua famiglia. Non stava vivendo il classico sogno adolescenziale, le sembrava più un incubo.

Si era creata una routine per stare bene con sé stessa, cercava soprattutto quello in quel periodo della sua vita. Voleva prima ritrovare come stare bene da sola, poi poteva pensare al farsi dei nuovi amici.

Come ogni sera, era a tavola con i suoi genitori a cenare, non amava moltissimo passare del tempo con loro, visto che le loro uniche preoccupazioni fossero la scuola e il litigare fra di loro in continuazione.

"Domani suppongo che tu abbia gli allenamenti" disse sua madre, Florence annuì.

In realtà, non le piaceva per niente lo sport che i suoi genitori avevano scelto per lei, l'atletica leggera. Florence era davvero brava a correre, ma avrebbe preferito provare a fare football femminile e durante l'inverno calcio, ma non erano due sport per femminili, secondo i suoi genitori.

"A che ora finisci?" domandò suo padre.

"Per le cinque" rispose lei.

"Passerà tuo padre a prenderti" disse sua madre, Florence notò l'espressione di suo padre, avrebbero litigato come sempre.

"Io? Non posso, finisco di lavorare per le cinque e vorrei venire a casa a farmi una doccia" disse lui prontamente contro Katherine.

"Io domani non posso".

"Non puoi!? Non fai letteralmente nulla!" urlò lui, Florence sospirò, c'era abituata alla lite continua dei suoi genitori, non capiva perché non si lasciassero per vivere così.

"Isaac, non capisco mai questa frase. Lavoro quanto te!".

"Lavori quanto me? Devi solo stare a insegnare a dei ragazzi delle medie" la ragazza mandò giù un altro boccone restando in silenzio, quando i suoi genitori litigavano si estraniava da tutto.

"Mi faccio dare un passaggio per tornare a casa, una ragazza abita poco sotto di noi e mi può portare. Ha la macchina" disse lei, almeno avrebbero smesso di litigare e insultarsi per qualche minuto.

"Fai attenzione, però" disse semplicemente suo padre, Florence annuì.

Non c'era nessuna ragazza che la poteva accompagnare, sarebbe tornata a piedi, non era la prima volta che lo faceva. Dopo aver litigato con le sue tre migliori amiche, era rimasta sola e non aveva fatto nessuna amicizia al liceo.

"Ma con Ellen, Laurie e Clare? Ti vedi ancora?" chiese suo padre con un pessimo tempismo.

"Hanno litigato" rispose sua madre, l'aveva sgridata già parecchie volte per quello successo con loro.

"Anche con loro? Inizia a pensare che forse non tutte sono stronze, sei tu che perdi tutti gli amici" disse suo padre aumentando la ferita che Florence aveva nel petto, come se non lo pensasse anche lei.

"Si sono comportate male, mi ignorano".

"Perché tu stai sempre nel tuo mondo immaginario. Leggi solamente quei libri e guardi film, guarda che Tom Cruise non fa parte della tua vita" ribadì sua madre, Florence non voleva avere, ancora, quella conversazione. La faceva solo stare male.

L'ALTRA WHEELER; Steve Harrington Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora