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Ultimo primo giorno di scuola, frequento un liceo privato a Roma, inutile dire che sono circondata solo da figli di gente importante e assolutamente dei Parioli, tutti con la divisa come se fossimo soldatini, ambiente curato e tutti i comfort che una scuola con una retta del genere dovrebbe avere. In questi anni diciamo che mi sono guadagnata il mio posto nella "scala di notorietà" di noi "Pariolini", come ci chiamano al di fuori del nostro quartiere, potrei sembrare la classica viziata figlia di papà ma in realtà molte volte quando sono sola penso a quanto vorrei scappare da questa esalta fatta di feste, gioielli e perfezione.

Come ogni mattina mi alzo e mi faccio una doccia rigenerante, indosso la mia divisa e mi sistemo i capelli, poi scendo e mi reco in cucina dove ad aspettarmi c'è sempre la colazione fatta da Anna, la nostra cuoca. Ogni giorno cucina qualcosa di diverso, mi chiedo spesso come faccia ad avere così tanta fantasia nel creare piatti sia dolci che salati.

"Buongiorno signorina Ambra" mi dice lei molto dolcemente, i miei genitori mantengono una certa distanza da tutto il personale ma io invece non riesco e non voglio, viviamo praticamente insieme e mi è inevitabile entrarci in confidenza, "solo Ambra, comunque buongiorno anche a te Anna" le rispondo sorridendole e accomodandomi al tavolo della sala da pranzo dove ad attendermi c'era una crostata alla marmellata di fragole e un caffè latte.

Una volta terminato di mangiare lavo i denti e afferrò il mio zaino per andare a scuola, esco e ad aspettarmi come sempre c'era Sandro, l'ex marito di Anna, con cui però fortunatamente scorreva buon sangue. "Buongiorno Sandro" lo salutò con un tono amichevole, "signorina lo sa che i suoi genitori vogliono che mantenga un comportamento formale con il personale", era una cosa che mi ripeteva sempre da quando una volta ci avevo parlato in modo del tutto amichevole con i miei genitori in macchina. "Loro non ci sono ora, e comunque ho 18 anni e di conseguenza posso decidere da sola come comportarmi con le persone, non devono certo dirmelo loro" rispondo scocciata, è sempre stato così, loro pensano di avere una bambina al posto di una figlia reale, pensano di comandarmi come vogliono loro per tutta la vita.

La scuola non era un luogo che adoravo, nonostante questo i miei voti sono sempre stati eccellenti, anche perché non avevo molta scelta essendo figlia di due secchioni di prima categoria,  ad alleggerire tutte le mie giornate c'è Elisa, la mia migliore amica, alta, lunghi capelli mori che ama piastrare, sempre truccata perfettamente con la sua riga di eye-liner nera, mascara è un rossetto nude. Elisa era bellissima e a detta degli altri io lo ero quanto lei, insieme eravamo la coppia di migliori amiche iconica, un po' come Blair e Serena. A differenza di Elisa io ero un pochino più bassa, bionda e con gli occhi azzurri, non amavo truccarmi tutti i giorni ma solo per le occasioni importanti.

"Stasera festa da Federico, i suoi sono partiti e quindi ha la villa libera, ha anche mandato via la cuoca" mi dice la mia amica estremamente eccitata da questa festa, si...anche i pariolini fanno cose all'oscuro dei genitori, "Eli lo sai che mi dispiace farmi venire a prendere dall'autista a notte fonda" lei mi guarda con il broncio e gli occhi dolci, sa che a quell'espressione cedo subito e infatti finisco per dare l'ok.

Una volta tornata mi sono messa a studiare e poi mi sono iniziata a preparare, mia madre mi aveva detto subito di si per stasera ma questa non mi sorprendeva perché lei è così, se si tratta di feste di gente come noi non si può mancare. La differenza tra i miei genitori e me è proprio il fatto che per loro bisogna onorare la nostra famiglia, l'azienda e mostrare tutto ciò che ci potevamo permettere, per me invece non è così. E la cosa peggiore è che loro si aspettano che porti a casa un ragazzo di buona famiglia, ricco e che studia, per questo mi costringono a rimanere nella cerchia di pariolini e non mi fanno saltare neanche un evento/festa organizzata da qualcuno di loro.

La musica si sentiva già dal via letto dove ci ha lasciato Sandro, alla fine abbiamo deciso che al ritorno sarebbe venuto l'autista di Eli, arriviamo alla festa e c'erano già bicchieri vuoti ovunque, bottiglie aperte, gente sui divani di casa di Federico e tanta altra gente in piscina, compreso il proprietario di casa.
Io indossavo un vestito corto nero, davanti era liscio semplice, dietro invece lasciava tutta la schiena scoperta, dei tacchi neri e una borsa bianca per spezzare il tutto, inutile dire che tutto il mio outfit costasse un rene, ma in fin dei conti sono cresciuta con un armadio che ogni mese viene rinnovato con abiti e accessori  all'ultimo grido e soprattutto di marche importanti.

La serata stava diventando pesante e nessuno era più sobrio, tranne io, persino Eli non si reggeva in piedi e da un po' era sparita con un amico di Federico dicendomi di tornare con il suo autista, erano le 3 è l'unica cosa che desideravo in questo momento era andare a casa, così dopo aver preso le mie cose lascio la villa. Appena metto piede fuori vedo una macchina che do per scontato sia di Eli, apro la portiera dietro e salgo.

"Ecco n'altra figlia di papà" sento dire dal sedile del guidatore, alzo lo sguardo nella sua direzione e dato che sono una testa dura decido di non lasciare passare questo commento "scusami?", pronuncio, e in quel momento si gira colui che aveva commentato ad alta voce, era moro, indossava un paio di occhiali, le braccia tatuate e tra le labbra una sigaretta......"Ho detto, n'altra figlia di papà"

Tu mi hai salvato da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora