3

397 7 0
                                    

Il weekend è sempre troppo breve per noi studenti che non abbiamo il tempo di riposarci come si deve, stamattina la giornata non è iniziata bene, infatti a svegliarmi sono stati i giardinieri che dovevano tagliare le siepi, odio essere svegliata prima quando vado a scuola. Tra le altre cose che odio c'è anche il vivere in una villa in cui servono i giardinieri, gli addetti alla manutenzione della piscina, la donna delle pulizie e tutto il resto del personale, non c'è mai un momento in cui sono sola nella mia privacy, se non quando partiamo. Dopo che mi sono preparata corro di sotto, ero in ritardissimo e la mia prof della prima ora non ne sarebbe stata felice.

"Ciao Sandro, scusa il ritardo" dico fiondandomi in auto e chiudendo la portiera, "Nessun problema-" si blocca, quella voce......la voce scorbutica di quella sera, che ora però sembrava gentile, "non può essere vero" dico quando lo riconosco, come poteva essere possibile questa cosa? "Ecco la famosa Pariolina di cui parla sempre mia madre" dice arrogante, "ho un nome, Ambra, e comunque sto aspettando di sapere per quale assurdo motivo tu sia sulla macchina che solitamente guida il mio autista". Lui si gira verso di me e si fa scappare una risata sarcastica, "stammi a sentí pariolina, neanche io ho piacere a fare questa cosa ma mio padre non sta bene, quindi ora ti accompagno nella tua scuola per principesse e me ne vado" ecco il suo lato scorbutico, "te lo devo ripetere che ho un nome o sei solo stupido?" Dico seria, mi stava dando fastidio, lui mi ignora e parte.

"Quando sono scesa dalla macchina ho sbattuto la portiera senza salutarlo" racconto ad Elisa, "Ambra dai", "Eli sai quale è la cosa ancora più inspiegabile? che lui sia figlio di Anna e Sandro, due persone bellissime, deve averlo punto una vipera da piccolo a lui", lei si diverte a sentirmi raccontare, nonostante continui a sostenere che Niccolò non sia come lo sto descrivendo io. Per tutto il giorno ho questo pensiero in testa e purtroppo la ciliegina sulla torta arriva quando mia madre mi scrive che anche all'uscita di scuola avrei trovato "il figlio della cuoca e dell'autista", come l'ha definito lei.

Esco da scuola e fuori al cancello vedo subito la macchina con a bordo il moro, era con il braccio fuori e la sigaretta tra le dita, come quella sera; salgo dietro e mi metto a guardare il telefono, lui accende la macchina e inizia a dirigersi verso casa mia. "Ciao anche a te" gli dico con un tono infastidito, lui mi ignora completamente e alza il volume della radio, incredibile come sia insopportabile, arrivati davanti a casa mia scendo subito accorgendomi poi che dietro di me c'era lui, mi giro e lo guardo male, "rilassati pariolí, devo lasciá le chiavi della macchina a mi madre, non sia mai che io entri per stare con te", faccio il suo gioco e lo ignoro io stavolta. In cucina c'era Anna che aveva appena finito di cucinare il pranzo, dato che i miei genitori a quest'ora in settimana sono sempre a lavoro mi faccio apparecchiare sull'isola della cucina, così da fare compagnia a lei. "Bentornata Ambra, come è andata oggi?" Chiede rivolgendosi a me, era forse l'unica ad interessarsi sempre, "ciao Má, sto bene anch'io" se ne esce il moro dietro di me, "Niccolò eddai, ci siamo visti un'ora fa" dice facendomi ridere, "tutto bene Anna, grazie" le rispondo alla domanda precedente.

Ovviamente ne io ne il moro abbiamo proferito parola su tutto ciò che ci siamo detti ma penso che Anna abbia capito che non c'è feeling, non ci scambiamo neanche uno sguardo e ogni volta che parla uno, l'altro è distratto. Anche oggi l'unica cosa che salva la giornata è il piatto fatto dalla donna, non so che mondo sarebbe se non ci fosse. "Domani mattina se non scendi alle 7:30 te lascio qui, t'avviso" mi dice freddo, sua madre lo guarda fulminandolo e non perde tempo a rimproverarlo, "tranquillo, sarò puntuale, o forse anche in anticipo....così passerà più tempo prima di rivederti all'uscita" gli dico mentre lo accompagno alla porta lontano dalle orecchie di sua madre, "sei proprio na'stronza pariolí".

Tu mi hai salvato da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora