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Mi sono svegliata tardi stamattina e ho dovuto fare tutto di corsa, scendo per mangiare qualcosa al voto e non uscire a stomaco vuote e ad accogliermi in sala da pranzo, per la mia gioia, che Manuel che beve il suo caffè con mia madre. "Sei ancora a casa?" Mi chiede lei vedendomi, "mi sono svegliata 5 minuti fa mamma, prendo qualcosa da mangiare e vado a scuola, dovrei ritardare di poco" le rispondo io, lei sbuffa, odia quando faccio ritardo, assenze o prendo voti sotto l'8, per lei devo essere perfetta anche a scuola.

"Posso accompagnarti io a scuola" si fa avanti Manuel posando la tazzina sul piattino, "saresti gentilissimo Manu" gli dice mia madre, "tesoro forza, prendi lo zaino e andate", "no mamma chiamo Niccolò per portarmi, non c'è bisogno di scomodare il principino" le rispondo io, "ho deciso io, tu non chiami nessuno, vai con Manuel, fine della storia" dice lei con tono serio. Se non fossi già in ritardo starei qua a risponderle ancora e ancora, chiamerei il mio ragazzo è mi farei portare da lui, ma la giornata è già iniziata male, non ho voglia di litigare di prima mattina.

Mentre siamo in macchina non parliamo ne io ne il ragazzo affianco a me, non ho intenzione di instaurarci neanche un rapporto di amicizia, lo lascio volentieri ai miei genitori. "E così il tuo fidanzato Ultimo non piace a mamma eh" dice lui con un tono sarcastico, non capisce che non ho voglia di scherzare, tantomeno con lui, "senti facciamo che ritorniamo al silenzio di qualche secondo fa?" Gli rispondo io cercando di mantenere un tono civile, "Eddai Ambrina, vivremo insieme per un po', hai intenzione di non rivolgermi la parola per tutto questo tempo?", "non chiamarmi in quel modo, e comunque mi sembra una bella idea quella di ignorarti", si fa scappare una risata prima di rispondere, "ti fai chiamare così da lui, non mi sembra ti dia fastidio solitamente", "tu non sei lui, e non pensavo ci fosse bisogno di specificarlo" dico scendendo dalla macchina sbattendo la portiera.

Le ore a scuola sono pesantissime, non aiuta il fatto che sia irritata sia per la conversazione con mia madre che con Manuel, se prima avevo una persona in casa con cui preferivo non parlare, ora ne ho due. Ho raccontato tutto ad Elisa ovviamente per sfogarmi e forse mi sento meglio, l'unica cosa che aspetto con ansia è il suono di questa maledetta campanella che non sembra voler arrivare.

All'uscita vedo una macchina che mi sembra quella di Niccolò, in teoria non dovevamo vederci, quando lo vedo scendere e appoggiarsi alla portiera è come vedere l'arcobaleno dopo la tempesta, da stamattina è la cosa più bella. Mi avvicino e lo abbraccio ancora prima di un semplice 'ciao', "ehi, tutto bene?" Mi chiede lui sorpreso da questo gesto, "si, portami ovunque, basta che non mi fai tornare a casa mia" gli sussurro io prima di staccarmi e lasciargli un bacio. Lui è un po' confuso ma nonostante ciò saliamo in macchina e guida verso casa sua.

È assurdo come mi faccia sentire bene, protetta, compresa e soprattutto ascoltata, ho infatti appena finito di sfogarmi....anche con lui!.
"Ci parlerò io, sto atteggiamento me sta dando fastidio" mi dice lui, "Nic lo sai che vorrei lasciartelo fare, ma c'è mia madre di mezzo, ci manca che poi non ci fa neanche più vedere" gli dico io in preda alla disperazione. Ci parlerò io stasera, non posso continuare a vivere in una casa dove non mi sento bene, e dovrà capirlo mia madre, non ho più intenzione di adattarmi alle sue scelte.

Tu mi hai salvato da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora